09 aprile 2010

Il dividendo della pace

Obama ha firmato l'accordo Start 2 che riduce di un 30% le testate atomiche, dopo aver annunciato che gli USA potrebbero l'atomica solo in guerre con nemici dotati della stessa arma, ovvero, considerati i paesi amici, sei-sette paesi al massimo

Perchè allora creare e mantenere migliaia di ordigni nucleari se possono essere usati -eventualmente- solo in poche occasioni con il rischio concretissimo di spazzare via l'umanità per sempre?

Le ragioni sono due.

Ai tempi della guerra fredda l'atomica ha avuto un effetto deterrente: una guerra convenzionale tra USA e URSS avrebbe scatenato una rappresaglia devastante. Meglio starsene buoni, dunque, e fare come il cane che ringhia ma non morde.

Poi occorreva pagare dazio all'industria e ai militari che avevano vinto la guerra seconda guerra mondiale e avevano conquistato un peso politico rilevante. Le armi nucleari non servivano a nulla ma erano una specie di supertassa da pagare ai vincitori, una specie di regalo per aver tenuto lontano Hitler.

Tutto questo ha avuto un senso finchè c'è stata la guerra fredda. Ma nel 1989 il muro di Berlino è crollato trascinando con sè l'URSS, sconfitta in Afghanistan prima che nella guerra combattuta senza armi.

Si parlò, allora, di dividendo della pace: in assenza di un nemico e di buone ragioni per continuare a mantenere armi e militari di fatto inutili, sarebbero diminuite le spese militari. La pace avrebbe offerto un dividendo da usare per qualcosa di più utile.

Ma un anno dopo, nell'agosto del 1990 è arrivato Saddam, che invadendo il Kuwait ha aperto un nuovo fronte: guerra nel golfo, Afghanistan, undici settembre. E solo la seconda guerra del Golfo è costata, secondo il premio Nobel Stiglitz 3.000 miliardi di dollari.

Il dividendo della pace non è mai stato incassato. Oggi Obama ha aggiunto un nuovo elemento alla sua voglia di pace, premiata dal Nobel 2009. Sarà la volta buona?

Oggi è ancora più importante che gli USA riducano l'impegno militare (e le relative spese): lo richiede non solo un legittimo desiderio di pace (gli USA in pratica sono in guerra da 70 anni, pur con alcune pause, senza che ciò abbia reso il mondo migliore) ma anche la crisi economica, che richiede meno incertezze e meno spese inutili.

2 commenti:

  1. Da quel che ho capito pare che vogliano ridurre solo quelle pronte al lancio, ma non sia Russia che Stati Uniti continueranno a investire per migliorare ancora le tecnologie nucleari

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  2. l'iniziativa si inquadra in una politica diversa dell'amministrazione Obama in fatto di guerre in giro per il mondo

    i frutti si vedranno nel corso del tempo, ma abbandonare l'Iraq e magari in futuro l'Afghanistan è importante per ridurre la spesa

    meglio invece investire in tecnologia perchè ha ricadute sul piano civile, come successo con la NASA (avevo scritto un post a proposito della decisione di rinunciare al programma spaziale http://econoliberal.blogspot.com/2010/02/obama-e-la-luna.html )

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