02 maggio 2011

I (tanti) soldi della Chiesa

Ieri Giovanni Paolo II è stato beatificato, primo passo verso la santità.

Centinaia di migliaia di persone sono arrivate a Roma e hanno riempito prima il Circo Massimo e poi Piazza San Pietro, via della Conciliazione e numerosi altri luoghi dove sono stati allestiti maxi-schermi per trasmettere l'evento.

Chi paga? Noi, naturalmente.

Il poco elegante sindaco di Roma spiega di aver speso 4 milioni e 625 mila euro, al netto dei 370.000 euro versati dall'Opera Romana Pellegrinaggi come riporta Corriere.it (vedi qui). Alemanno chiede perciò al governo di intervenire, come promesso (vedi qui).

In sostanza la Chiesa organizza e una parte consistente dei costi la paga il contribuente, anche se segue una religione diversa o non gli impora nulla della religione e della beatificazione di Carol Woytila.

Tutto ciò, però, non deve stupirci. Infatti ogni anno la Chiesa incassa molti soldi, grazie all'otto per mille. I soldi di chi vuole dare l'otto per mille alla Chiesa e anche i soldi di chi non sceglie di dare i soldi al Vaticano.
Basta che un contribuente non metta la firma sulla dichiarazione dei redditi perchè i soldi finiscano, in gran parte, comunque alla Chiesa cattolica.

All'otto per mille, invenzione di Tremonti quando il suo riferimento politico era il presidente del Consiglio Craxi, si aggiunge il 5 per mille che può essere destinato a realtà religiose.

L'elenco dei beneficiari (vedi qui) è lunghissimo e rivela che Radio Maria, che propaganda 24 ore su 24 una religione assai conservatrice, incassa oltre 2 milioni e 250 mila euro l'anno. Oltre un milione va alle missioni Don Bosco e così via.... compresi gli 875 mila euro dei testimoni di Geova.

Soldi che si aggiungono all'otto per mille. Ci aspetteremmo una Chiesa che, piena di soldi, paga le proprie spese. Ma non succede!

Ci sono pure i soldi degli enti locali. Non solo per finanziare eventi particolari, come successo ieri a Roma, ma anche per finanziare le attività ordinarie.
Ad esempio la Regione Liguria ha finanziato "a pioggia" gli oratori come testimonia questo documento (vedi qui). 600.000 euro suddivisi in un'infinità di piccoli contributi a centinaia di parrocchie e istituti religiosi, con annesso scandalo.

Già perchè, come racconta il Secolo XIX (vedi qui), il vescovo di Savona è indagato per non aver controllato come venissero impiegati i soldi dopo che un parroco, vistosi rifiutare il contributo, ha spulciato l'elenco e ha scoperto che in molti casi si finanziava un oratorio che non esisteva.

Ma allora perchè le parrocchie ricevevano i contributi? Il vescovo savonese, già infastidito in passato da vicende di pedofilia di suoi sottoposti, ha preferito non rispondere agli inquirenti. Meglio non parlare troppo, specie dei modi in cui i soldi dei contribuenti finiscono nelle tasche della Chiesa...

2 commenti:

  1. Per non parlare delle imposte che non pagano, degli stipendi dei professori di religione ecc ecc ecc

    e qui in Spagna, (basta pensare all'impero economico dell'opus dei), la situazione non è affatto meglio, per niente.
    Altro regalo del Caudillo

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  2. è vero... me li sono dimenticati

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