30 novembre 2011

Due pesanti eredità del governo Berlusconi


Ci sono due pesanti eredità del precedente governo che rischiamo di pagare per anni e di cui pochissimi parlano.

La prima eredità ce l'ha lasciata il supponente ex ministro dell'economia Giulio Tremonti: tassi di interesse elevati sil debito pubblico. Non si tratta solo di tassi dipendenti dal famoso spread, salito rapidamente negli ultimi mesi al crescere dell'incapacità del governo di prendere provvedimenti. Tremonti è "colpevole" per così dire di non aver approfittato dei tassi di interesse bassi in vigore fino a poco tempo fa.

Il prossimo anno scadranno titoli del debito pubblico per oltre 400 miliardi. Più alti sono i tassi che pagheremo, maggiori saranno i sacrifici da compiere negli anni successivi. Tremonti avrebbe potuto anticipare le aste, decidendo di rinnovare quei titoli quando i tassi erano bassi, ma non l'ha fatto, ignorando gli inviti in tal senso che arrivavano anche da Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia.

Così ci troviamo a fare i conti con tassi elevati da applicare a un pezzo consistente del nostro debito pubblico e forse ricorreremo a un mega prestito del FMI o della BCE per ottenere capitali a tassi più bassi e limitare la spesa per interessi.

La seconda eredità deriva dalle scelte dell'EBA, l'autorità bancaria europea, che ha fatto scelte che penalizzano le nostre banche. Per capire cosa ha deciso l'EBA occorre fare aprire una piccola parentesi: quando una banca compra un titolo e lo paga 100 ma poi il valore del titolo cambia, dovrebbe aggiustare l'importo nel bilancio. Se il titolo a fine anno vale 90, nel bilancio si dovrebbe indicare un prezzo di 90, con conseguente perdita.

Si dovrebbe ... ma non sempre si fa. A volte si fa finta che il titolo comprato a 100 continui a valere 100 e si rinvia al futuro un'eventuale svalutazione, nella speranza magari che il titolo torni a valere 100.

Perché succede? Perché non fa piacere a nessuno avere bilanci in perdita e subirne le conseguenze. Così chi può cerca di imporre, specie in un momento di crisi, i criteri più convenienti per le proprie banche.

L'EBA, l'autorità bancaria europea, ha di recente deciso che le banche che possiedono titoli di stato a fine anno dovranno inserirne in bilancio il valore di mercato. Vale a dire se un titolo vale 90, ma è stato comprato a 100, devono scrivere 90 nel bilancio e fare aumenti di capitale, se serve, per coprire le perdite. Ma se hanno derivati di scarso valore possono continuare a far finta che non abbiano perso valore.

Tali criteri, assai discutibili, colpiscono particolarmente le banche italiane e spagnole ed è passato con l'assenso del nostro passato governo, mentre i benefici riguardano i paesi dell'Europa che conta, dalla Francia alla Germania passando per l'Inghilterra.

Ed è un'eredità che paghiamo due volte. La prima volta perché le nostre banche sono costrette a fare aumenti di capitale non richieste agli istituti di altri paesi e la seconda volta perché le banche sono stimolate a vendere i nostri titoli di stato, visto che il loro possesso comporta perdite da registrare nel bilancio, e questo contribuisce a far salire gli spread.

Perchè Tremonti e Berlusconi hanno fatto errori così clamorosi?

50 commenti:

  1. Scusa Gian
    ho capito bene il primo errore di Tremonti.
    E il secondo? Non sapevo neanche dell'esistenza dell'EBA, ma da come hai scritto (o da come ho capito) sembra che il secondo errore sia dell'EBA. Non ho capito le responsabilità di Berlusconi e di Tremonti.

    "L'EBA, l'autorità bancaria europea, che ha fatto scelte che penalizzano le nostre banche".
    Nostre italiane o nostre europee?

    "Ma se hanno derivati di scarso valore possono continuare a far finta che non abbiano perso valore".
    Quindi le perdite di valore sui derivati non vanno dichiarate? Secondo te è una decisione saggia?

    grazie
    paoletta

    ps chiedo solo perché non ho capito bene non è polemica

    RispondiElimina
  2. non lo sai perchè non fai parte dell'elite del male che usa le banche per distruggere il mondo tramite il signoraggio...

    nostre italiane

    infatti non è una decisione saggia ma soprattutto usano 2 criteri diversi che penalizza alcuni... le nostre banche devono ricapitalizzare o vendere certi titoli mentre le banche francesi o inglesi non hanno l'acqua alla gola...almeno non per i criteri di bilancio

    il nostro governo poteva dire la sua

    RispondiElimina
  3. e adesso tutti si lamentano e chiedono che gli italiani facciano pressione sull'EBA perchè applichi regole = per tutti

    RispondiElimina
  4. Anch'io all'inizio ho avuto lo stesso pensiero di paoletta, poi rileggendo ho notato meglio la frase "passato con l'assenso del nostro passato governo"

    RispondiElimina
  5. Perchè hanno fatto certi errori clamorosi?

    Azzardo una risposta, forse perchè nemmeno Berlusconi e Tremonti avevano idea cos'è l'EBA non solo io e paoletta :D

    RispondiElimina
  6. nel 2006 c'era stata una "dimenticanza" costata 10 miliardi al governo successivo...pozzi avvelenati da chi lascia il potere

    RispondiElimina
  7. Ora ho capito, grazie.

    Certo che se non hanno difeso l'Italia sono dei farabutti, però anche questa EU, la scopro sempre meno democratica...

    Ed è per questo che le banche francesi, che secondo i bilanci non sembrano avere l'acqua alla gola, sarebbero invece più a rischio di quelle italiane (ad es. per quei derivati greci di cui mi hai parlato nell'altro post)?
    paoletta

    RispondiElimina
  8. si fanno trattative tra stati e chi è fesso o impreparato o peggio soccombe...la democrazia non c'entra

    ai francesi non fa comodo avere banche che devono ricapitalizzare in periodo di elezioni

    RispondiElimina
  9. Vendemmia, mi consoli... eravamo almeno in 2 a non conoscere l'EBA.
    Secondo me gli altri 2 la conoscevano, ma non avevano capito quello che faceva o gli conveniva non capirlo.
    Ma nel gruppo Berlusconi non ci sono anche delle banche? Allora come mai ha lasciato che approvassero una cosa simile? Di solito i suoi interessi personali li fa bene.
    paoletta

    RispondiElimina
  10. lui ha deciso di andarsene quando Ennio Doris, suo socio in Mediolanum, gli ha spiegato che in caso contrario le sua aziende avrebbero perso ulteriormente valore

    quello è un disastro vivente, quando è entrato in politica Fininvest era sull'orlo del fallimento. Che sappia fare davvero i suoi interessi c'è da dubitarlo

    RispondiElimina
  11. "nel 2006 c'era stata una "dimenticanza" costata 10 miliardi al governo successivo..."

    Ti riferisci alle ferrovie?

    RispondiElimina
  12. nel caso delle ferrovie il debito insostenibile saltò fuori quando arrivarono Prodi e soci, che dovettero sborsare 5-6 miliardi per non far fallire le ferrovie

    mi riferivo a un'altra cosa

    c'era una norma europea che dà la possibilità di detrarre l'iva sulle auto di chi ha partita iva, se ben ricordo (William magari ricorda meglio di me)

    l'italia però non la applicava in toto e s'era impegnata a applicarla gradualmente per non subire un mancato introito rilevante

    l'europa era d'accordo ma serviva che periodicamente gli italiani chiedessero all'europa di applicare gradualmente la regola

    tremonti se ne dimenticò... così all'improvviso Prodi si trovò a applicare una regola che costava molto sotto forma di mancati introiti

    RispondiElimina
  13. Ma il sito ufficiale dice che principali azionisti di Mediolanum S.p.A. sono la famiglia Doris (40,49%) ed il Gruppo Fininvest S.p.A. (35,97%).
    La Fininvest non è Berlusconi?

    La dimenticanza da 10 miliardi quindi è stata davvero una dimenticanza, non l'hanno fatto di proposito... cioè se ricordo bene Prodi ha vinto le elezioni di poco e le previsioni erano incerte, quindi non potevano essere sicuri che poi sarebbe gravata sugli altri.
    Ma come si fa a dimenticare una cosa simile? Disonesti lo sapevo, però non li facevo proprio tanto idioti.
    paoletta

    RispondiElimina
  14. si, sua e dei figli
    è l'azienda che controlla le altre...aveva debiti enormi, ha creato mediaset, dove hanno inserito le attività che interessavano ai potenziali investitori, poi hanno venduto circa metà di mediaset collocandola in borsa, e con i soldi hanno ripagato gran parte dei debiti di fininvest

    idioti...o forse l'hanno fatto apposta per avvelenare il governo prodi

    d'altro canto berlucsoni ha spiegato a monti che non si deve permettere di fare una nuova legge elettorale e la legge che hanno fatto nel 2006 prima di andarsene serviva a fare in modo che in caso di vittoria della sinistra avessero una maggioranza risicata al senato... e ci sono riusciti

    qui sa tutto di calcolo cinico

    RispondiElimina
  15. Ma hanno perso di pochissimo, e "L'esito della tornata elettorale è stato incerto fino alla fine dello scrutinio delle schede, attirando l'attenzione della stampa internazionale". (Wikipedia)
    come potevano sapere di non tornare loro al governo e di non ritrovarsi loro quel salasso? Secondo me questa è stata una grossa negligenza.

    E quindi Berlusconi (famiglia) ha ancora Mediolanum e nonostante questo poteva opporsi alla EBA e non l'ha fatto? Una volta tanto che i suoi interessi coincidevano con quelli della nazione? boh non ci capisco più niente...
    paoletta

    RispondiElimina
  16. hanno perso di poco alla camera, ma la legge elettorale ha il trucco nascosto al senato, dove chi vince, in ciascuna regione, prende il 55% dei seggi in quella regione

    e loro sono certamente vincenti in regioni popolose (Lombardia, Veneto, Sicilia) che danno molti senatori e quindi un vantaggio in partenza considerevole

    la sinistra x vincere dovrebbe fare il pieno oltre che in regioni amiche come toscana e emilia, anche in alcune di quelle contese come lazio, piemonte o puglia

    per avere una maggioranza solida dovrebbero vincere in molte regioni "contese" cioè dal risultato incerto mentre se vincono solo in alcune rischiano di non avere la maggioranza o di avere una maggioranza risicata, pur vincendo alla camera

    in sostanza è una legge che produceva (nel 2006) tre scenari:

    - prevale la destra, forte sia alla camera che al senato
    - prevale la sinistra, debole al senato e forte alla carica
    - prevale la sinistra forte in entrambe

    il terzo era lo scenario meno probabile

    con i 3 poli è quasi certo che non ci sarà maggioranza al senato, salvo un risultato elettorale nettamente a favore di un polo

    quindi berlusconi punta su una sconfitta con una maggioranza debolissima come nel 2006

    RispondiElimina
  17. Guarda tutto è possibile, ma a me sinceramente pare un po' troppo azzardata una scommessa da 10 miliardi con delle probalità pari al testa o croce...
    e poi il governo precedente non era caduto anzitempo perché si era sfaldata l'alleanza con la lega? (era quello no?) Nel 2006 avrebbero dovuto esserci ancora loro...
    Io propendo per l'idiozia e la trascuratezza (con un grande autocompiacimento a posteriori) poi tutto è possibile
    paoletta

    RispondiElimina
  18. Il governo precedente non si era sfaldato, semplicemente la legislatura era giunta al suo esito naturale. Tu ti riferisci invece al primo governo Berlusconi, del 1994, che durò solo 7 mesi mi sembra, a caausa della rottura con la Lega, guarda caso sulle pensioni (stesso motivo per cui oggi la Lega si oppone al governo Monti).

    RispondiElimina
  19. x paoletta, non è che l'interesse di una sola banca, tra l'altro non la prima che ti viene in mente quando parli di banche italiane, avrebbe potuto molto nell'EBA.

    anche a me non piace la riflessione che hai detto "Certo che se non hanno difeso l'Italia sono dei farabutti, però anche questa EU, la scopro sempre meno democratica..." la democrazia non c'entra, anzi, è stata creata con sistema comunque democratico, in quanto, e lo possiamo leggere sul sito "The European Banking Authority was established by Regulation (EC) No. 1093/2010 of the European Parliament and of the Council of 24 November 2010". Il sito è http://www.eba.europa.eu/
    quindi l'iter è passato dal parlamento europeo (eletto direttamente) e dal consiglio (con i capi di governo, tutti rigorosamente eletti democraticamente).

    In ogni caso, in queste situazioni mi riscopro sempre più fan di queste banche qui http://www.eurocoopbanks.coop/ :D

    RispondiElimina
  20. che fosse (e rimanga tutt'ora) un pessimo imprenditore, era chiaro già nei primi anni '90, ricordo solo Montanelli "voi entrate in politica perché avete 5000 miliardi (di lire) di debito". Di lì a poco non avrebbe più scritto sul giornale, da lui fondato.

    RispondiElimina
  21. Gianluca, hai ragione: il divorzio con la lega era di un altro governo Berlusconi... ne ha fatti così tanti che ho perso il filo.
    Resta il fatto che l'esito delle elezioni era assolutamente incerto e quindi c'era un rischio del 50% di ritrovarsi quella grossa multa.
    Questo mi fa più pensare a una negligenza e non lo dico per giustificare o assolvere perché comunque è un fatto gravissimo, ma solo uno dei tanti esempi di malgoverno.

    x Pericle: non ho mai detto che Mediolanum avesse alcuna influenza sull'EBA. E' stato Gian a dire che Berlusconi e Tremonti avrebbero potuto evitare questa regola.
    Io sono partita da questo assunto, che suppongo essere vero, e ho
    commentato che, oltre a non saper fare gli interessi della nazione, non sapeva fare neanche i suoi personali, dal momento che, come rappresentate di governo (e non come socio di una Banca) avrebbe potuto evitare una regola che danneggia tutte le banche italiane e quindi anche la sua (al 35 %).

    Poi se vogliamo aggiungere che Berlusconi è entrato in politica non solo per salvarsi dal fallimento, ma anche dalla galera, sono d'accordo.

    Riguardo la poca democraticità dell'Europa, non intendevo che certe decisioni non vengono prese secondo le regole stabilite e attraverso gli iter stabiliti, ma il fatto che i paesi forti (soprattutto Germania) hanno delle condizioni di vantaggio, non tutti i paesi sono alla pari.

    Questo è forse democratico nel senso che rispetta i trattati, ma non lo è a livello morale e pratico. E infatti secondo me i trattati andrebbero rivisti.
    Mi stupisce che chi come te sostiene giustamente che a livello micro siano le classi più abbienti a dover pagare di più di quelle svantaggiate, poi a livello macro dica che la disparità di regole tra banche segnalata da Gian è democratica, solo perché decisa secondo certi iter da rappresentanti regolarmente eletti.

    Secondo la mia idea di Unione democratica, tutti i paesi dovrebbero avere le stesse condizioni.
    Invece, ad esempio, gli Eurobond che darebbero sollievo ai deboli non si sono fatti (x ora) perché alla signora Merkel non convengono e lei sola non li vuole.

    Gli appelli alla teutonica Cancelliera arrivano ormai da tutto il mondo, da Obama al POLACCO Sikorski ( http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-30/conto-salato-divorzio-230527.shtml )
    e nonostante tutto LEI SOLA ha il potere di decidere il destino dell'Europa e del mondo... è questa la democrazia europea?
    paoletta

    RispondiElimina
  22. Paoletta, I paesi europei pesano in modo diverso per due motivi: uno è che alcuni sono oggettivamente più grandi, per territorio, per popolazione e per economia. Su questo non c'è regola che tenga, e non si può fare un paragone tra le classi all'interno di uno Stato. Probabilmente questo aspetto si potrebbe, in parte, superare se si cambiasse il sistema elettorale per il parlamento europeo, attualmente su base nazionale: stabilendo che i deputati vengono eletti su liste comuni a tutti i paesi, e abolendo così le quote di seggi su cui il sistema attuale si fonda.

    Il secondo motivo è, invece, legato all'autorevolezza dei governi. Potrai notare che l'Italia ha cominciato a perdere posizioni, a favore di Francia e Germania, dal 2001, quando è comkinciato il decennio di governo berlusconiano. Ricordate come Italia e Spagna spaccarono il fronte europeo sul giudizio nei confronti della politica estera di Bush? Da allora abbiamo pesato sempre di meno, e siamo riusciti a ottenere sempre meno nelle trattative e ogni qual volta sono state adotatte decisioni pesanti a livello di Unione Europea. Ma questo è estremamente democratico: in fondo gli italiani avevano votato per lo schieramento politico guidato da Berlusconi, quindi hanno approvato quello che lui faceva in sedi internazionali. Oggi ci si può solo rammaricare del fatto che una parte consistente della popolazione abbia creduto di poter affidare il governo di un grande paese a una banda di macchiette.

    RispondiElimina
  23. tornando all'articolo, non capisco perchè le banche abbiano interesse a vendere i titoli: è vero che se in chiusura di bilancio li devono valutare al valore di mercato, devono dichiarare la perdita, ma la stessa perdita si manifesta vendendo i titoli,
    a meno che non si preveda un'ulteriore perdita...
    Per quanto riguarda l'Europa, + che cambiare il sistema elettorale, io cambierei i poteri del parlamento e gli darei l'iniziativa legislativa, cioè lo farei contare qualcosa!!
    six

    RispondiElimina
  24. perchè si calcolano i requisiti di capitale sulla base anche delle presunte perdite derivanti da quei titoli

    se vendi, perdi, ma non ti chiedono un aumento di capitale per coprire future perdite presunte

    la cosa assurda è che se hai comprato un btp spendendo 100 e oggi vale 90, salvo immaginare l'insolvenza parziale dello stato sei certo di incassare 100...

    quindi i criteri usati sono assurdi perchè ti costringono a fare un aumento di capitale in conseguenza del possesso di titoli che certamente, se arrivano a scadenza, non comportano una perdita per chi li possiede

    RispondiElimina
  25. Forse Gianluca, la nostra divergenza di opinioni nasce dal fatto che tu pensi in modo più "politico" io in modo più "umanistico".

    Se parli di popolazione sono d'accordo: uno stato con 50 milioni di abitanti conta proporzionalmente di più di uno che ne ha solo 10milioni.
    Se parli di economia invece, non ritengo giusto che chi è già più ricco abbia ulteriori vantaggi, mentre chi è più debole abbia più penalità. Dovrebbero stare almeno alla pari (ma preferibilmente i paesi più solidi fare da traino agli altri). Pari diritti e pari doveri.
    Secondo me questo porterebbe benefici immediati ai paesi deboli, ma nel lungo periodo sarebbe vantaggioso anche per quelli più ricchi. Perché avere all'interno delle Unioni paesi deboli è controproducente per tutti (e lo si capisce bene in momenti come questi)

    Sono d'accordo con Six: il parlamento europeo deve contare di più, deve esserci una politica fiscale comune, ecc. ecc.
    Invece qui ognuno cerca di fare solo i suoi interessi e di ottenere/difendere dei privilegi. Ma allora che senso ha l'unione?

    Il discorso dell'autorevolezza dei governi dei singoli stati a questo punto viene a cadere: perché se l'Europa è un potere unitario con un parlamento e una politica unitarie le istituzioni nazionali avrebbero un ruolo subordinato.

    E per finire, per me è una questione di principio: non ha importanza se l'Italia è o no tra i "big"; se anche fosse più potente della Germania non sarei contenta di vedere disparità tra paesi.

    So che a livello politico il mio ragionamento avrà mille falle, ho già detto che scrivo quello che sogno e che mi esce dal cuore.
    paoletta

    RispondiElimina
  26. gian ha espresso con semplicità una cosa che molti pensano: bollare come riduzione di capitale il fatto che i titoli abbiano perso è un po' sciocco, ben prima di essere annoverato nelle alchimie finanziarie. Viceversa, rispetto al suo ultimo esempio, se una banca ha preso titoli a 95, contro 100 dopo 4 anni, ed ora son scesi a 90, è quasi assurdo dover registrare una perdita se una volta saldati saranno di più della cifra iniziale.

    RispondiElimina
  27. Scusa Paoletta, ma perchè dici che i paesi più poveri vengono penalizzati? L'Unione Europea ha messo e mette a disposizione dei pasesi più poveri consistenti somme in fondi strutturali e programmi d'azione vari, grazie ai quali paesi come il Portogallo che, forse non lo ricorderai, negli anni ottanta era classificato come paese del terzo mondo, ha potuto diventare una paese europeo moderno. Per non parlare dell'Irlanda e dei paesi dell'Est. In realtà, poi, la Germania non parla solo a nome proprio, ma rappresenta tutti i paesi del nord e alcuni di quelli dell'Est, che hanno saputo gestire bene le proprie finanze. L'Italia non è un paese povero, neanche la Spagna, nè la Grecia. Vengono penalizzati, oggi, perchè non sono stati in grado di gestire la propria finanza pubblica. Non mi sembra sia questione di essere ricchi o poveri. Si tratta di rispettare le regole comuni che ci si è dati oppure no. Alcuni paesi le hanno rispettate, altri no, e, per questo, devono subire le decisioni degli altri. Non credo che si tratti di un approccio politico o umanista, semmai etico: ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte.

    RispondiElimina
  28. D'accordissimo con gianluca

    "L'Unione Europea ha messo e mette a disposizione dei pasesi più poveri consistenti somme in fondi strutturali e programmi d'azione vari, grazie ai quali paesi come il Portogallo che, forse non lo ricorderai, negli anni ottanta era classificato come paese del terzo mondo, ha potuto diventare una paese europeo moderno."

    E la Spagna? Provate a girare la Spagna, la maggior parte delle autostrade e infrastrutture varie furono fatte con fondi europei (spesso c'è tanto di scritta all'entrata delle autostrade ecc).
    Considera che prima che la Spagna entrasse nell'UE (leggi: quando era uno Stato fascista), le uniche strade decenti erano quelle che andavano a MADRID.
    Uno che doveva andare che ne so, da San Sebastiàn a Barcellona, doveva passare da Madrid se non voleva imbattersi in duemila stradine nemmeno asfaltate.
    Stessa cosa le ferrovie:
    oggi un posto molto frequentato dai ragazzi a Madrid è Principe Pio, che oggi è una specie di agglomerato di centri commerciali, ristoranti, fast food, negozi, discoteche ecc ecc prima (e si vedono ancora i resti delle ferrovie), era la stazione in cui convergevano i treni provenienti dalle città del nord.
    Perchè anche le ferrovie, le uniche che esistevano erano per collegare le varie città con Madrid, per muoversi in Spagna in treno ti toccava passare da Madrid anche se ti risultava scomodissimo.

    Già solo nelle infrastrutture la Spagna c'ha guadagnato un'enormità grazie all'Unione Europea, ma sicuramente anche nell'economia in generale.
    Pure l'euro, ha ridotto molto gli interessi sui titoli rispetto a quando c'era la peseta, stessa cosa, (forse anche in misura maggiore visto che la peseta comunque era più forte della lira), vale per l'Italia.

    Considera poi anche che,(almeno questo è ciò di cui ho sempre sentito lamentarsi i tedeschi), la Germania paga all'UE molto meno di quello che riceve, un po' come i veneti si lamentano dei loro soldi che lo Stato manda al sud, la stessa cosa avviene anche a livello europeo.

    Quindi insomma, non demonizziamo troppo la Germania e l'Unione Europea, certe situazioni si sono create prima di tutto per responsabilità nostre, perchè se l'Italia non s'indebitava fino alle stelle, se la Grecia non falsificava il bilancio, se la Spagna in previsione della bolla immobiliare che gli si prospettava avesse preso più seri da tempo ecc ecc...
    Forse certe cose non succedevano.

    Anche per questi motivi, per maggiori garanzie di politiche economiche responsabili in tutti i Paesi europei (visto che basta che ne cada uno per portare giù tutta la baracca), sono favorevole ad una maggiore integrazione politica europea.

    RispondiElimina
  29. rispondendo ad un passaggio di paoletta: la merkel fa la voce grossa, ma allo stato attuale, nemmeno più tanto lei può fare qualcosa, in quanto al bundesrat non ha più la maggioranza, la perse proprio per il suo tira e molla sulla grecia. Una di quelle volte in cui la sanzione elettorale è stata produttiva... Si, "produttiva" e non "pregevole", perchè la punirono per aver detto alla fine "si li aiuteremo", quindi un tripudio di egoismo, per cui di demagogia, altro che democrazia.

    RispondiElimina
  30. Ciao Gianluca e Vendemmia,
    io non sono in grado di quantificare quanto a ciascuno stato sia costata l'Europa (anche in termini di accettazione di politiche sfavorevoli alla propria economia) e quanto abbiano ricevuto in cambio.
    Non ho mai letto trattati, bilanci e qualsiasi altro documento europeo e, se anche li leggessi probabilmente sono troppo tecnici e quindi incomprensibili, quindi le mie affermazioni si basano sulle interpretazioni di altri.
    In particolare mi ha colpito una lettera firmata da un centinaio di economisti che è, al momento, la fonte che mi è parsa più preparata, attendibile e mano di parte per i seguenti motivi:

    - la partecipazione spontanea e accorata di tanti economisti, titolari di cattedre negli atenei più prestigiosi

    - il fatto che abbiano previsto con più di un anno di anticipo quello che sta succedendo e se ne siano preoccupati quando forse ancora c'era il tempo per rimediare

    - il fatto parlassero di problemi seri e importanti quando il 90% dell'attenzione di politici e media era concentrata sul bungabunga

    - il fatto che non sembrano faziosi in quanto criticano sia l'operato del governo italiano (e le le scelte politiche-economiche dell'Europa in particolari l'indirizzo liberista e la deflazione) sia un'opposizione che non sa proporre alternative valide e unitarie.

    Infine la loro interpretazione mi sembra la più sensata, perché, per quanto detesti Berlusconi e lo ritenga responsabile di malgoverno, non riesco proprio a capire le sue responsabilità in Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, Belgio, Ungheria, Polonia (e forse ne ho saltato qualcuno). E allora mi sembra logico supporre che si sia anche qualcos'altro, oltre all'Italia, nel sistema europa che non funziona.

    Riporto qui i passaggi della lettera che sintetizzano le cause della crisi e i privilegi della Germania:

    "Il punto fondamentale da comprendere è che l’attuale instabilità della Unione monetaria non rappresenta il mero frutto di trucchi contabili o di spese facili. Essa in realtà costituisce l’esito di un intreccio ben più profondo tra la crisi economica globale e una serie di squilibri in seno alla zona euro, che derivano principalmente dall’insostenibile profilo liberista del Trattato dell’Unione e dall’orientamento di politica economica restrittiva dei Paesi membri caratterizzati da un sistematico avanzo con l’estero".

    "Attraverso tali politiche i paesi in sistematico avanzo non contribuiscono allo sviluppo dell’area euro ma paradossalmente si muovono al traino dei paesi più deboli. La Germania, in particolare, accumula consistenti avanzi commerciali verso l’estero, mentre la Grecia, il Portogallo, la Spagna e la stessa Francia tendono a indebitarsi. Persino l’Italia, nonostante una crescita modestissima del reddito nazionale, si ritrova ad acquistare dalla Germania più di quanto vende, accumulando per questa via debiti crescenti."

    Se siete interessati a leggerla tutta, metto per l'ennesima volta il link:
    http://www.letteradeglieconomisti.it/

    Inoltre, ho letto su tutti quotidiani (es il sole 24 non affari italiani) che la Germania non solo ha beneficiato di tassi più bassi, ma che finora guadagnato dalla crisi. (avevo messo i agli articoli, non li ripeto) e dello strapotere della Merkel-Germania che sta rivelandosi suicida.

    Infine, credo che questo non sia solo un fallimento economico. Insomma, parafrasando D'Azeglio, s'è fatta l'Europa, ma non gli Europei, a partire dai politici che dovrebbero dare l'esempio e invece sono ancora più indietro della gente comune.

    E senza europei è inevitabile che si continui a ragionare egoisticamente da italiani, francesi, tedeschi, greci, spagnoli.
    Ma allora perchè non stare ognuno per suo conto? Mi sa che ha ragione quando parla del suo amico europeista...
    paoletta

    ps scusa Pericle non ho capito bene la tua posizione

    RispondiElimina
  31. Mi sa che ha ragione Gian, quando parla del suo amico europeista... scusate avevo dimenticato il soggetto.

    RispondiElimina
  32. della lettera s'era parlato giorni fa...

    tra quegli economisti ce n'erano 2 di cui ho sostenuto gli esami

    dopo aver studiato il libro di uno dei 2, dovendo sostenere l'esame mi sono recato dal prof per fargli qualche domanda su quel che avevo letto

    un punto in particolare non mi era chiaro...e quando lui me l'ha chiarito ho capito il rischio che correvano le economie se si fossero create certe condizioni nel settore bancario

    dal 2007 in poi ho visto quelle condizioni...

    la lettera parla di pessime politiche economiche, decisioni prese in difesa di certi interessi... quello non riguarda necessariamente l'Europa. Casomai il vizietto di certi conservatori di strumentalizzare le cose, cambiare le regole per vincere le partite senza giocarle, mettere fuori dai giochi gli avversari...

    l'amico di cui ho parlato aveva questo vizietto: invece di limitarsi a proporre le sue idee in competizione con quelle altrui, avrebbe voluto modificare le regole in modo da ottenere un vantaggio o rendere le idee altrui inapplicabili

    RispondiElimina
  33. Certo Gian, non riguarda necessariamente l'Europa, ma ora stiamo discutendo di Europa e quindi ho considerato solo questo contesto, senza escludere che questo odioso vizietto si possa applicare ad altri contesti.
    paoletta

    RispondiElimina
  34. e l'europa è quella che è perchè a berlino parigi roma e londra e adesso pure madrid ci sono i conservatori

    costoro hanno fatto un gran pasticcio con la grecia che è all'origine delle difficoltà odierne

    x fortuna c'è chi si ribella: primo sciopero generale in GB da 30 anni, mentre negli USA il tea party potrebbe provocare la rielezione di Obama, benchè in grande difficoltà proprio a causa del tea party

    ma quelli sono così sbilanciati a destra da spaventare la destra moderata e provocare le reazioni come Occupy wall street

    RispondiElimina
  35. x Vendemmia:
    hai indicato opere realizzate con i fondi Europei nei paesi più deboli. Sulla bilancia vanno messe anche altre cose tipo le quote latte o le norme sulla pesca, eccetera.

    Non so da cosa siano motivate queste regole né se siano state eque e condivise o egoistiche e imposte dall'alto, però ricordo che in Sicilia mi indicavano terre incolte descrivendomi che meraviglia fossero quando erano ricoperte di aranci. Ricordo anche vagamente montagne di arance spiaccicate sotto rulli compressori (ma almeno non avrebbero potuto regalarle a quei paesi dove c'è la miseria più nera?).
    Ho provato a fare una ricerca veloce su internet, non sono riuscita a trovare nulla sulle arance, ma di proteste contro norme europee restrittive e penalizzanti ce ne sono tante.

    Davvero non so se le norme sulle arance e tutte le altre fossero eque e giustamente motivate o meno, ma ripensando a quelle campagne abbandonate e ai poveri contadini che vivevano coltivando arance (o mungendo mucche o pescando...) siamo proprio sicuri che la strada o il treno che l'Europa ci ha dato non li abbiamo pagati più di quanto valgano?
    Siamo proprio sicuri che non soffochino le economie dei paesi con meno voce in capitolo per favorire quelle dei paesi più forti?
    Nella Lettera c'è scritto che l'Italia importa dalla Germania più di quanto esporta. Penso che sia dovuto anche questo a qualche norma. SE è così perché siamo costretti a comprare tutta quella roba?

    Mi pare di aver letto che l'Irlanda fosse abbastanza florida e virtuosa (diversamente da noi porcelli) e che siano state certe politiche europee a causarne la rovina. Anche di questo ho ricordi vaghi non so come stiano realmente le cose.

    Comunque, quello che voglio dire, Vendemmia, è che non si può ridurre tutto ad una sottrazione: quanto versa uno stato meno quello che riceve.

    L'esempio del Veneto poi la dice lunga sull'egoismo: fino a non tantissimo tempo fa era una regione povera che prendeva dall'italia più di quanto versasse. La mia città (in Piemonte) è piena di veneti emigrati ai tempi in cerca di lavoro.
    Poi hanno fatto quattro soldi e sono diventati secessionisti e razzisti. Dovrebbero vergognarsi.

    E Gianluca, sono d'accordissimo sul rispetto delle regole purchè queste siano eque e condivise. Quelle che reggono l'Europa non mi sembrano eque. Forse sono state anche più imposte che condivise (oppure chi le ha firmate per noi era idiota o venduto). Per questo secondo me, andrebbero riviste, specie dopo averne visto gli effetti disastrosi.

    Infine, Monti ha ricordato ai non proprio integerrimi franco-tedeschi che quando toccava a loro pagare le multe, hanno fatto i furbi (con la complicità del solito Berlusconi).
    Il fatto che a loro sia successo una volta, moralmente non è meno grave. Concordo con Gian che le sue affermazioni rispecchiano il Monti-pensiero, ma secondo me ha voluto bacchettarli più che lisciarli; ha voluto dire io sono più rigido e rispettoso delle regole di voi (non sono Berlusconi e neanche uno dei tanti italiani cicaloni). Se avesse voluto lisciarli, non avrebbe detto questa frase in un incontro ufficiale, ma in privato. E infatti la Merkel non sembrava esattamente lusingata e ha anche cercato di ribattere (per quanto non avesse argomenti, perché in torto)

    Io non ho nulla contro i tedeschi in generale e non voglio demonizzare la Germania, giudico dai fatti e odio i prepotenti.
    Infatti pare che anche molti tedeschi non ne possano più dell'ottusa cancelliera mentre lei oggi ci ha apertamente indicato come i responsabili della crisi. Come se lei l'avesse gestita benissimo.
    paoletta

    RispondiElimina
  36. Gian, sono d'accordissimo.
    E a proposito dell'UK che dire del fatto che sta tendo i piedi in due scarpe? E' mezza in Europa ma a volte ho l'impressione che "giochi contro".
    E' solo una mia impressione?
    paoletta

    RispondiElimina
  37. x paoletta: puoi specificare cosa non ti è stato chiaro?

    sempre x paoletta: nei trattati non c'è una volontà liberista, sia chiaro, sono il frutto di una mediazione tra stati egoisti e stati meno egoisti. Il problema è che quelli che contano di più e possono influenzare più pesantemente, stanno tra i primi, mentre i piccoli, talvolta ultrafederalisti, sono tra i secondi.

    RispondiElimina
  38. sul vizio di cambiare/difetto di non cambiare le regole, si veda la situazione inglese abbozzata da Sartori ne "ingegneria costituzionale comparata", dove parlava da anni degli squilibri elettorali inglesi e anticipava il parlamento appeso, cosa poi prontamente verificatasi. In quel caso furono i labour che non cambiarono le regole (per quanto a volte sia stato fatto), per dare semplicemente più democrazia, generando una coalizione lib-con, più incompatibile con i liberal, ma esasperata da Brown. Se avessero optato per la chance si doppio turno, forse i labour avrebbero perso meno, e ci sarebbe un'alleanza lib-labour. Senza contare che Blair voleva entrare nell'euro e ci sarebbe riuscito se avesse avuto una maggioranza in altre condizioni. Ora gli inglesi pagano le politiche infelici di emissione monetaria (la tanto cara sovranità dei parafascisti), con un 7% di inflazione...

    RispondiElimina
  39. @ Paoletta

    A me sembra che, tutti i paesi abbiano ricevuto più benefici che svantaggi dalle politiche europee in generale.
    Certo è ovvio che, come ha evidenziato Pericle, l'Europa è un grande compromesso, quindi non sempre le decisioni prese sono quelle giuste.
    Peraltro sulle quote latte Gian ha già scritto mi sembra, e la responsabilità in quel caso è stata del governo nazionale.
    Ma forse noi non ci rendiamo conto di quanto, nella nostra vita quotidiana, abbiamo ottenuto.
    Tu oggi puoi andare in tutta Europa senza passaporto, senza visto, senza dogana.
    Hai diritto all'assistenza sanitaria in ogni paese dell'Unione.
    Puoi viaggiare in aereo a tariffe molto più basse di quelle che praticava l'Alitalia quando era praticamente un monopolista.
    Quando ti trovi in un paese in cui non c'è presenza consolare italiana hai diritto all'assistenza da parte delle autorità consolari degli altri paesi europei.
    Hai una buona legge di tutela del consumatore, una legge antitrust.
    Hai una legge sulla privacy, con tutti i suoi limiti, ma ce l'hai.
    Grazie ai Fondi strutturali, nonostante le frodi e le incapacità italiane, tutte le nostre città hanno potuto costruire opere senza doversi accollare spese enormi.
    I tuoi titoli di studio possono essere utilizzati in tutta europa, praticamente.
    Io, che sono avvocato, posso decidere di fare l'avvocati in qualsiasi paese europeo.
    L'elenco sarebbe lunghissimo.
    Tutto questo non ci sarebbe senza l'Europa.
    Che poi, le scelte fatte sulla Grecia, non siano state lungimiranti, beh, questo è un altro discorso.
    Una cosa sono le decisioni contingenti, una cosa sono le istituzioni che esistono prima e dopo quelle decisioni.
    Abbiamo rinunciato a parte della nostra sovranità?
    Si, e ne sono felice.
    Il mito dela sovranità nazionale è una cosa dell'ottocentento, ed è una delle cause ideologiche delle due guerre mondiali.
    Io rinuncerei anche a maggiori quote di sovranità nazionale, non avrei alcun problema a vivere in uno stato federale europeo.

    RispondiElimina
  40. Gianluca, non sto rimpiangendo la sovranità nazionale, al contrario ho scritto che mi piacerebbe un'UE con politiche comuni e un parlamento non solo decorativo. Però bisognerebbe rivedere alcuni squilibri.
    Per esempio i tassi di interesse che paghiamo noi sono più elevati perché è così che funziona il mercato, ma poi quando le leggi del mercato non fanno più comodo (es quote latte, arance, ecc.) vengono corrette.

    Insomma, non sono a priori favorevole o contraria all'Europa; dipende da come è realizzata. Sicuramente abbiamo avuto anche dei vantaggi insieme agli svantaggi; sto dicendo che l'UE non funziona bene, che ci sono delle regole che andrebbero riviste per aumentare i vantaggi di tutti i paesi e ridurre gli svantaggi. Finché ci sono privilegi non può funzionare bene, e se non funziona bene finisce che siamo ognuno contro tutti, altroché unione. A queste condizioni l'EU non mi piace.

    Sono, in linea di massima d'accordo con Pericle,"i trattati sono il frutto di una mediazione tra stati egoisti e stati meno egoisti. Il problema è che quelli che contano di più e possono influenzare più pesantemente, stanno tra i primi, mentre i piccoli, talvolta ultrafederalisti, sono tra i secondi."
    Forse il problema è che gli stati sarebbero tutti ugualmente egoisti, se avessero tanto potere da poterselo permette. Questa UE non è fondata su ideali di fratellanza, ma di un "matrimonio di interesse" dove ciascun paese è entrato perché ha creduto che fosse più conveniente. E' un compromesso nel senso più negativo del termine.

    Ma i trattati possono essere corretti in modo più equo se no alla lunga sono danneggiati tutti, anche i paesi che sembrano avere più vantaggi immediati. Ed è esattamente quello che sta capitando.
    E la cosa peggiore è che i vari popoli iniziano a incolparsi e odiarsi l'un l'altro.

    paoletts

    ps So che anche la Merkel vuole riscrivere i trattati, ma credo che la sua idea non collimi con la mia perché lei sta parlando solo di rigide punizioni, sicuramente giuste, ma solo a patto che le condizioni iniziali siano eque.

    RispondiElimina
  41. Scusa Paoletta, ma i tassi di interesse che noi paghiamo sono più alti a causa delle nostre politiche fiscali, o comunque a causa del nostro debito (ora già mi aspetto che Gian mi dirà che ho sparato una cazzata eheh ), infatti non tutti gli Stati della zona EU sono a rischio fallimento, ma solo quelli che hanno condotto dissennate politiche di bilancio. Cosa c'entra il mercato con questo? Certo ci sono molti squilibri, che andrebbero corretti, ma il sistema perfetto non esiste. Le quote latte, per esempio, mi risulta servano a non far crollare i redditi degli agricoltori (anche qua se dico una cazzata fatemelo notare). Sinceramente io di svantaggi ne vedo pochi, i problemi derivano più da scelte sbagliate operate a livello nazionale.
    In generale l'Unione Europea è la realizzazione di un progetto ideale di un gruppo di sognatori, come Altiero Spinelli, che avrebbero voluto gli Stati Uniti d'Europa, ma che alla fine, rendendosi conto della impossibilità di superare immediatamente le resistenze nazionali, decisero che la costruzione europea sarebbe stata un lento e graduale processo, con l'ideale dell'unione politica sempre all'orizzonte. Certo, con il senno di poi, si può dire che è stato un po folle dotarsi di una moneta unica senza un vero coordinamento delle politiche fiscali, ma nel complesso, in Europa, abbiamo una società più aperta, con un maggiore livello di libertà. Francamente non vedo quali penalizzazioni abbiano subito i paesi piccoli, tutti hanno migliorato sensibilmente le loro condizioni dopo l'ingresso. Comunque è certo che molte cose dovranno cambiare.

    RispondiElimina
  42. Ciao Gianluca,
    non mi intendo di queste cose, ma che i tassi dipendano dalle valutazioni di mercato lo ha affermato la Merkel a Strasburgo. Ottusa è ottusa, ma credo che sappia quel dice sui tassi.

    Per l'esattezza dice che con gli Eurobond o Stabilitybond " le differenze di tassi sarebbero livellate e non sarebbe un buon segnale perché (......) indicano dove bisogna agire per ritrovare lo status quo ante la crisi, ovvero i tassi erano quasi gli stessi (non gli stessi ndr) dappertutto, in quasi tutti (non tutti ndr) gli stati europei, secondo le valutazioni di mercato, quindi se vogliamo forzare le cose, questa non sarebbe una buona soluzione"

    Puoi vedere il filmato su youtube, la Mrkel inizia a parlare al minuto 11 e 10 secondi
    http://www.youtube.com/watch?v=DJzBDDnT2tE

    Poi mi rendo conto che l'Europa non potesse nascere perfetta come nei sogni degli idealisti, nè forse lo sarai mai, ma l'UE deve essere vista come una realtà in divenire, non statica, lo dici anche tu. Quindi, quando ci si accorge che qualcosa non va non bisogna essere rigidi, solo per mantenere certi privilegi iniziali o per pigrizia.

    Ho letto il post di Gian sulle quote latte. Tutto è dovuto all'evasione, a causa della quale risultava una produzione annua molto più bassa del reale nel 1983, anno preso come riferimento.
    La questione è sempre la stessa: se ha uno ha sbagliato nel 1983 deve pagare per sempre le conseguenze? Non c'è possibilità di correggere l'errore e rimediare?
    E poi bisognerebbe capire e valutare anche la questione delle arance, della pesca, eccetera.

    Insomma, le regole che dimostrano di non funzionare possono essere migliorate, gli errori possono essere corretti e le colpe possono essere perdonate.
    L'Eu non è il calvinismo né il protestantesimo, è una realtà laica dove niente e nessuno è predestinato; perciò il buon senso porta a pensare che gli errori non solo si possono, ma si devono correggere.

    Se non ci sono arrivati prima, questa crisi potrebbe essere il momento giusto per un bell'esame di coscienza e per una critica riflessione, un'occasione di crescita, come tu stesso avevi auspicato in un altro post.
    Ma secondo me resterà solo una delle tante occasioni sprecate. E questa volta finiamo male davvero.

    paoletta

    RispondiElimina
  43. Beh, mi sembra che tutto sommato siamo d'accordo, non so se questa sarà un'occasione sprecata, non credo nello storicismo, quindi ritengo che ogni volta il futuro sia aperto a tutte le possibiità. L'importante è accettare la sfida e non rassegnarsi.
    Non credo che l'Unione collasserà, anche se lo scenario, per quanto possa sembrare apocalittico, non è poi tanto irrealistico.
    Comunque è chiaro che le cose che non funzionano vanno cambiate, in meglio.
    Mi preoccupa soltanto che, a fronte di alcune cose che non funzionino, nell'opinione pubblica si affacci l'idea di buttare tutto a mare.
    Per questo forse mi sono un poco accalorato in questo piccolo dibattito con te.

    RispondiElimina
  44. Ciao Gianluca,
    a me piacciono i dibattiti con le persone corrette ed educate come te, Vendemmia, Gian, Pericle...
    Mi sono accalorata anch'io e, quando capita che un argomento mi prende molto, tendo ad estremizzare per enfatizzare. E' chiaro che non esistono solo il bianco e il nero, ma infinite tonalità di grigio.

    E' anche vero che la situazione dell'Italia è dovuta a un pessimo governo e ai comportamenti poco responsabili e corretti di molti italiani (come l'evasione e il pessimo vizio di voler fare sempre i furbetti). Però a livello europeo penso siano state più determinanti le politiche di Merkel e Sarkozy e certe norme che non funzionano bene.

    Sono d'accordo che ci sono delle cose buone, ma alcune non lo sono. Non limitiamoci a guardare solo le une o le altre; non voglio buttare tutto a mare, ma neanche l'immobilismo mi piace. Bisognerebbe mantenere le prime e pensare a come migliorare le seconde.

    Anche secondo me i nostri punti di vista non sono poi così distanti. Il collasso del sistema per me è possibile, ma chiaramente preferirei che all'ultimo riescano a risolvere la situazione e che questo terribile rischio che stiamo correndo spinga la gente e i politici di tutta Europa a dare il meglio di sè.
    paoletta

    RispondiElimina
  45. i tassi sono + alti perchè abbiamo avuto un governo senza alcuna credibilità sul tema conti pubblici e, quel che è peggio, su tema della crescita

    purtroppo la destra pensa solo a arricchirsi o creare le condizioni per farlo. Poco importa il prezzo che gli altri, disprezzati come hanno dimostrato sacconi e brunetta su tutti, pagano

    il vero limite dell'UE è che l'unificazione obbliga a fare politiche industriali e in genere politiche economiche serie

    ma queste politiche richiedono scelte che fanno a pugni con la politica delle destra che pensa a spostare ricchezza dalle tasche dei poveri a quelle dei ricchi

    serve ad es. che le imprese piccole si fondano o siano acquisite da altre imprese per creare imprese + grandi e manageriali. Ma questo obiettivo non può appartenere a chi appoggia la piccola impresa e a chi ragiona come un piccolo imprenditore che ha un controllo assoluto della propria impresa, mette i propri interessi davanti a tutto e magari tra quegli interessi ne ha pure di poco leciti oppure a chi considera l'economia il luogo in cui si compete senza regole o con il fastidio per le regole

    inoltre se si globalizzano i mercati, sia pure a livello europeo, è vero che si creano opportunità come scrive Gianluca, ma è anche vero che queste opportunità sono difficili da cogliere: difficile che un avvocato che conosce bene le leggi italiane vada in un altro paese con leggi e soprattutto con una lingua differente

    è anche difficile che un operaio italiano che magari non se la passa male in italia vada a lavorare in germania, mentre in germania ci andranno i lavoratori più disperati dei paesi + poveri

    il rischio è che a un certo punto l'operaio italiano, che non si trasferisce in germania perchè non è abbastanza "disperato" capisca che l'operaio turco che invece è andato in germania vive meglio di lui e per questo reagisca negativamente votando partiti che alla fine non fanno che peggiorare la situazione

    dunque o si fanno poliche che, in un mercato comune, puntano a seguire le scelte dei migliori, o si accumula un ritardo che crea molti guai e l'unione dei mercati (CEE/UE) crea problemi

    i governi di destra hanno ignorato la sfida e quelli di sinistra l'hanno accolta solo in parte (con Prodi) e per questo siamo nei guai e la Merkel ci rimprovera spiegandoci che loro si sono impegnati e noi no ed è ora che facciamo le cose che hanno fatto loro per anni

    RispondiElimina
  46. Quello che scrivi è giustissimo Gian, quindi i tassi che paga ogni paese sono legati alla sua credibilità, siccome l'Italia ne aveva poca, pagava tassi più alti; ossia a seconda di quanto uno stato è solido ha più o meno credibilità e quindi tassi diversi, secondo le regole di mercato?
    Ho interpretato correttamente le parole della Merkel?
    Invece con gli Eurobond tutti gli stati europei pagherebbero lo stesso interesse perché si corregge la quotazione di mercato. E' giusto?
    paoletta

    ps vorrei essere sicura di aver capito giusto e di non dire cretinate

    RispondiElimina
  47. berlusconi non aveva alcuna credibilità. Zero assoluto...specie perchè anche nel periodo 2001-2006 poco per volta il paese è rallentato. Nel 2005 il tasso di crescita è stato lo 0,1% e questo anche perchè alla destra importa trasferire risorse e non crearne di nuove se questo implica scelte sgradite

    con gli eurobond avremmo tassi + bassi ma servirebbero comunque delle regole perchè il rischio è che di fronte a un paese che fa male tutti gli eurobond finiscano per diventare oggetto della speculazione come succede oggi ai titoli italiani o spagnoli

    poi succede che i paesi + virtuosi non vogliono pagare un tasso sugli eurobond che sarebbe superiore a quello che paga senza eurobond

    i tedeschi ti dicono: noi paghiamo il 2% e con gli eurobond pagheremmo supponiamo il 4%: chi ce lo fa fare?

    a quel punto non resta che mettersi d'accordo: la germania resta fuori dagli eurobond e il tasso medio sale oppure entra negli eurobond e i vari paesi pagano un tasso diverso? e come si decide come ripartire? e, soprattutto, cosa succede se i tassi richiesti sugli eurobond salgono perchè qualche paese, diventando meno credibile, provoca un aumento dei tassi e magari ti dice: io non posso pagare di + proprio perchè sono messo male...

    e poi non dimentichiamo che i debiti sono entro una certa misura una cosa normale, ma oltre la misura normale sono indice di una situazione che non funziona... vale nelle imprese come per gli stati.. solo che quando le imprese sono troppo indebitate poi si concentrano sui debiti e sul modo di trovare altri soldi e non sulle maniere per rimettere a posto le cose e non fare ulteriori debiti

    RispondiElimina
  48. D'accordo con quanto scrivi Gian, solo una piccola precisazione: le opportunità di cui parlavo sono legate anche all'iniziativa di ciascuno e alle resistenze di interessi corporativi.
    Per esempio, io conosco diversi avvocati che sono andati a lavorare fuori dall'Italia. Vero che le leggi sono diverse, ma non tanto, considerando che, soprattutto in materia economia, il diritto europeo ha uniformato le normative degli stati membri.
    Ma ancora di più è stata la cd. lex mercatoria a creare un diritto commerciale comune, non solo all'europa, ma addirittura su scala globale. Per questo, gli avvocati che si occupano di consulenza hanno una relativa facilità a spostarsi, naturalmente sempre nell'ambito di strutture professionali che non sono certo gli studi individuali tradizionali, mentre gli avvocati che si occupano di conntenzioso sono legati alle giurisdizioni nazionali, anche se ancehe qualcosa è cambiato con gli arbitrati internazionali. Io spero che l'introduzione delle società professionali di capitali aiuti a superare il nanismo degli studi legali italiani e a favorire una maggiore tansnazionalità. Tutto questo per dire che le chances si possono essere, ma è necessario cambiare mentalità. Ed essere pronti a investire un po di più su stessi.

    RispondiElimina
  49. concordo ma quanti sono quelli che fanno quello che descrivi?

    poi in questi campi ci sono stati provvedimenti che vanno nella direzione opposta...finchè c'è interesse a fare certe cose non si può sperare che si capisca che...

    RispondiElimina
  50. Non moltissimi chiaro, anche perchè non ci sono molti strumenti messi a disposizione finora, e l'ordine forense, istituzionalmente inteso, ha ostacolato questo tipo di riforme: basti pensare all'assurda riforma che aveva scritto e che il goevrno precedente, prima che scoppiasse la crisi del debito, aveva promesso di approvare. Nel decreto 138 ci sono spunti interessanti sulle professioni.

    RispondiElimina

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...