21 maggio 2013

La finanza (non creativa) degli enti locali



Oggi parlerò della finanza degli enti locali cercando di mettere in evidenza alcuni dei problemi e di sfatare alcuni miti che circondano la finanza locale.

Per parlare dei problemi devo però spiegare prima alcune cose, quindi spero che mi perdonerete la lunghezza dell'articolo.

Per enti locali si intendono comuni e province, le regioni sono un caso un po' a sé. I comuni, perché è a questi che principalmente mi riferisco, perché le province, pur gestendo molti soldi, sono enti sostanzialmente tecnici, fino all'unità d'Italia, diversamente dal resto del mondo, contabilizzavano in partita doppia, mentre il resto del mondo usava la contabilità finanziaria.

Come si sa la partita doppia funziona con un criterio di competenza temporale, cioé ogni anno solare si calcola quello che è l'utile o la perdita con il conto economico, che poi si "tramanda" di anno in anno nello stato patrimoniale, che contiene anche debiti e crediti.

Bene, negli enti locali non funziona così.

Ogni anno, idealmente in ottobre/novembre, si redige il bilancio preventivo per l'anno successivo - dico idealmente perché quest'anno è stata data la possibilità ai comuni di slittare fino ottobre 2013 a causa delle modifiche IMU - che determina le entrate e le spese possibili per l'anno.

In un ente locale, a differenza di un'azienda, le entrate sono sufficientemente certe: Imposte locali, trasferimenti e qualche occasionale attività commerciale (tipo la gestione dei parcheggi), quindi si sa quanto entrerà. Diciamo che nel 2013 entreranno 20 milioni (le tasse di una città di circa 25.000 abitanti) di Euro.

Questi 20 milioni devono essere impegnati in spese, quindi ce ne saranno molte vincolate tipo gli stipendi e gli affitti (gestione corrente) altre in conto capitale (come i mutui).

La cosa importante è che nella contabilità finanziaria le entrate sono in pratica considerati ricavi, e le uscite spese, quindi un mutuo è considerato un entrata, diversamente dalla partita doppia dove non è né un ricavo né una spesa.

Quindi quando vado a redigere i bilanci potrò spendere fino al totale delle mie entrate future previste. Ma non finisce qui. Infatti esistono anche i residui attivi e passivi.

I residui attivi sono - semplificando - le entrate non riscosse, quelli passivi le uscite non pagate. In pratica se di quei 20 milioni ne incasso solo 15, gli altri 5 saranno un residuo attivo.

Ora vi chiederete: se avevo previsto incassi per 20 e spese per 20, ma ne ho incassati 15, dove ho preso i soldi per gli altri 5 milioni?

Le risposte sono le più varie: mutui per le spese correnti (orrore!), anticipazioni di cassa dalla cassa depositi e prestiti, ritardati pagamenti alle aziendde fornitrici e così via.

Visto che i conti devono pareggiarsi, avrò anche 5 milioni di residui passivi, cioè di impegni da pagare l'anno successivo.

Quando vado a fare il bilancio l'anno successivo, il mio bilancio all'attivo avrà i 20 milioni entrate previste + 5 milioni di residui attivi, meno 20 milioni di uscite, meno 5 milioni di residui passivi.

Dopo qualche anno di quei 5 milioni di residui attivi ne starò per incassare (grazie a equitalia) diciamo 3, gli altri 2 saranno diventati inesigibili, quindi a questo punto dovrò radiarli dal bilancio.

Questo però non accade quasi mai, perché se li tolgo succede questo:

Entrate previste 20 milioni +
Residui attivi 3 milioni +
Uscite previste 20 milioni -
Residui passivi 5 milioni -

Questo perché i 5 milioni di residui passivi sono spese impegnate ed è un po' difficile che qualcuno rinunci o si scordi di incassare da un ente pubblico.

Quindi avrò un disavanzo previsto di 2 milioni, quindi a questo punto, per evitare il dissesto e quindi lo scioglimento di giunta, consiglio e sindaco (che si scioglie di dispiacere....) bisognerà tagliare le uscite correnti di 2 milioni e qui cominciano i grossi guai. Guai in cui si trovano buona parte dei comuni italiani che continuano a procrastinare la cancellazione dei residui attivi.

Prossimamente tornerò sull'argomento per approfondire altri problemi di finanza locale.

16 commenti:

  1. La cosa importante è che nella contabilità finanziaria le entrate sono in pratica considerati ricavi, e le uscite spese, quindi un mutuo è considerato un entrata, diversamente dalla partita doppia dove non è né un ricavo né una spesa.

    Forse sarebbe meglio scrivere che nella contabilità finanziaria fanno testo non costi e ricavi, ma quanto denaro entra ed esce, ragion per cui un mutuo (debito) genera un'entrata.
    Dire che un debito è un ricavo, per quanto in ottica "semplificatoria", non mi pare comunque proprio azzeccato.

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  2. Quando il mutuo è erogato è un'entrata, considerato poi che l'entrata in genere è quasi subito impegnata per la spesa, in genere il saldo è zero nell'anno (IN GENERE, a meno che non sia erogato a ridosso di fine anno). Poi le rate che si andranno a pagare gli anni successivi sono residui passivi, quindi uscite (da contabilizzare in titoli diversi a seconda della quota capitale e interessi).

    La differenza con la partita doppia però è evidente, nella partita doppia contrarre un mutuo è una variazione finanziaria che non genera costi né ricavi: l'accredito del mutuo sul c/c è sostanzialmente una variazione finanziaria banca c/c a debiti per mutui. Quando vado poi a pagare le rate negli anni successivi il pagamento della quota capitale non è a sua volta un costo, ma semplicemente, ancora una volta, una variazione finanziaria che va a diminuire la quota capitale del mutuo, invece il pagamento della quota interessi di competenza è invece un costo da imputare a conto economico.

    Comunque sull'articolo vorrei focalizzarmi più che sulla teoria pura (per la quale rimando a un testo di contabilità degli enti locali, che sintetizzare qui è purtroppo impossibile) sui problemi e sulle storture che si generano da questo tipo di contabilità.

    Se invece vogliamo spostare il discorso su una base più tecnica (che ahimé però temo per sua natura abbia una platea piuttosto ristretta), accetto senz'altro la correzione, anzi, sono pienamente disponibile ad un confronto sul tema.

    cordialmente

    William

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  3. Intendevo solo dire di evitare, se possibile, di usare delle semplificazioni "troppo spinte". Che un mutuo generi un'entrata di soldi, non ci piove: a scrivere che "un mutuo per gli enti è un ricavo" per me si corre il rischio che qualcuno lo legga "ecco: i comuni trasformano i debiti in ricavi, è una truffa! aprite gli occhi!"

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  4. hai seguito la vicenda del comune di Alessandria e della sua dichiarazione di dissesto? La Corte dei conti ha redatto molta roba sul tema.
    La sua tempistica, con l'ordine dopo l'insediamento della nuova amministrazione e non prima, mi fa solo pensar male sulla Corte dei conti che, a differenza di quanto uno non creda, insieme con il Consiglio di Stato, sono un esempio di magistratura assoggettata al potere esecutivo e fuori dalla tutela del CSM che hanno i magistrati ordinari. Vedi la legge 15 del 2009 o il punto 7 di questo paper http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/chi_siamo/presidente_giampaolino/9_giugno_2011_testo_depositato.pdf

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  5. poi anche questo http://www.forumcostituzionale.it/site/images/stories/pdf/documenti_forum/giurisprudenza/giurisdizioni_amministrative/0008_pagano.pdf

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  6. trovate le differenze:

    CSM: http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_superiore_della_magistratura

    Consiglio di presidenza della Corte dei conti: http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_presidenza_della_Corte_dei_conti

    Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa: http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_presidenza_della_giustizia_amministrativa

    Consiglio di presidenza della giustizia tributaria: http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_presidenza_della_giustizia_tributaria

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    1. Prima cosa: mai usare uicchipedia.

      Seconda cosa: se citi fonti serie, ben volentieri cerco di capire se riesco a trovare le differenze. Mi piacciono questi giochetti :-)



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    2. Wikipedia, per fare una comparazione della composizione, è più che sufficiente.

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    3. Auguri, allora!

      Da chi non sa nemmeno chi va in Champions e Europa League, posso immaginare quanto sia affidabile in contesti più seri.

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    4. è proprio in contesti seri (ma allo stesso tempo non ideologizzabili), che, spesso, (non proprio sempre ma insomma..) risulta attendibile wikipedia.

      Se guardi la pagina di wiki sul signoraggio inizialmente sposava la versione obbrobrio di pascucci, poi nella discussione gli economisti hanno fatto a pezzi i complottisti, ed ora, di contro, ci trovi un mega-saggio accademico lunghissimo in linguaggio ultra-tecnico che non so quanta utilità concreta possa avere...Nel senso, sarà validissimo non lo metto in dubbio, ma preferirei uno stile più sintetico e divulgativo da un'enciclopedia online.

      Comunque rado il figo al limite, puoi sempre controllare le fonti di wikipedia, guardare su di esse e giudicare

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    5. Uh, le fonti di uicchipedia! Per carità di Dio! Da gente che cita come fonte... uicchipedia stessa a quelli che ci sbattono dentro blog di ogni risma perché "non spetta a noi decidere chi dice le cose e sbagliate".

      Detto fra noi: uicchipedia ha le stessa identica affidabilità di fermare uno per strada e chiedergli di spiegarti un argomento a scelta. Se hai fortuna, imbrocchi chi ne capisce, altrimenti tanti auguri.

      Da evitare come la peste!

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    6. VxVwndemmia, la mia "pagina" sul signoraggo è stata fatta proprio perché quella di vikipedia fa schifo.
      Ma i cani da guardia di viki non sono certo economisti: è gente specializzata in mezze verità, come link non accetta da terzi neppure il sito della Banca d'Italia (la BDI è troppo tecnica e prolissa, ma non tace ciò che si può verificare nei libri contabili e nei fatti). Questa gentaglia lo fa o perché è pagata oppure perché è una mafia che si autoincensa. Chi riesce a diventare amministratore può impedire ad ad altri di intervenire, non è previsto un "tribunale" per dirimere le controversie e gli altri amministratori tendono ovviamente al "cane non mangia cane".

      Rado il Figo ha perfettamente ragione: su di una questione di elettrotecnica avevo preso per buona un'informazione sbagliata, ne ho avuto un danno e ci ho fatto pure una figuretta. L'ho fatto presente all'amministratore (con citazioni attendibili) ... secondo voi ha corretto?

      Viki non è espressione della libertà della rete, è solo una ennesima dimostrazione del caos della rete. Senza regole e controlli (democraticamente controllati) non esiste libertà, ma anarchia (il substrato della dittatura)

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    7. wow, se da dottorando in diritto pubblico ti dico che, per quello che c'è riportato a quelle pagine, Wikipedia è affidabile, sarà così. Se non ci credi, per motivi di fede, ok, non è il posto giusto per te o per me (tempo da perdere con fondamentalisti del nulla non ce ne ho), ma se è per motivi di critica puntuale, allora mi aspetto che tu impieghi le regole fondamentali: leggi, controlli le fonti, le smentisci riportando i fatti come starebbero realmente e dove sono in disaccordo, e poi porti all'evidenza di tutti i risultati.

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    8. infatti basta avere l'accortezza di controllare le fonti

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    9. neanche io di solito la uso come fonte attendibile ehhh non ci confondiamo

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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