06 agosto 2014

Che sta succedendo

Il presidente di Confcommercio Sangalli critica la misura degli 80 euro e invoca uno shock dei consumi, Cottarelli critica il governo per aver impegnao i soldi della spending review, mentre i dati sul PIL nel secondo trimestre conferma che l'economia va male: recessione dello 0,2% del PIL nel secondo trimestre.

Che cosa sta succedendo?

Partiamo dal PIL. Lo scenario è negativo per tre motivi: la domanda interna è debole, l'economia europea sta rallentando con conseguente calo della domanda estera e perchè l'economia del sud sta mostrando i suoi limiti strutturali. Al centro-nord invece il PIL sale, anche se di poco perchè influenzato dalla domanda estera, che in questo momento rallenta.

Gli 80 euro distribuiti dal governo a partire da fine maggio hanno alimentato la domanda interna ma l'effetto è debole sia perchè la somma complessivamente data agli italiani è modesta sia perchè solo una parte dei soldi viene spesa.

Facciamo qualche conto: con gli "80 euro" il governo ha dato a milioni di italiani circa 10 miliardi. Se fossero spesi per intero, il PIL (pari a oltre 1500 miliardi) salirebbe dello 0,6%. Ma non sono spesi per intero per cui si può immaginare un beneficio inferiore allo 0,5% del PIL. Confcommercio ieri ha spiegato che a giugno, per effetto degli 80 euro la crescita tendenziale dei consumi è dello 0,4%. Dato che conferma che gli 80 euro funzionano.

Ma una crescita dei consumi dello 0,4% delude i commercianti, reduci da anni di consumi in calo. Vorrebbero uno shock, possibile solo se gli euro offerti agli italiani fossero molti di più e fossero estesi a pensionati, lavoratori dipendenti e altri.

Come si può estendere la platea dei beneficiari degli 80 euro e magari farli diventare 100 o più?

Con la spending review oppure aumentando il deficit.

Sulla spending review ci sono non solo i mal di pancia di Cottarelli che vorrebbe -chissà perchè, forse pensa di essere il ministro dell'economia?- usare i soldi per ridurre le imposte sul lavoro, ovvero per stimolare non la domanda ma l'offerta, ma anche gli impegni del governo, che sta usando i soldi della spending review per coprire le esigenze di bilancio.

L'altra strada sarebbe un aumento del deficit, che consetisse di far crescere il reddito disponibile degli italiani in modo rilevante. Questo potrebbe far salire i consumi, come auspica Confcommercio, e stimolare la fiducia e gli investimenti, con effetti positivi per il PIL e quindi per le stesse casse dello Stato.

Purtroppo però il debito elevato e i vincoli europei non ci consentono questa strada. Lo shock è e resta un sogno di Confcommercio, come anche la spending review di Cottarelli finalizzata a una diminuzione delle imposte sul lavoro.

8 commenti:

  1. Non ci fosse stato neanche quello 0, 4 sarebbe stato peggio...il problema so i limiti che ci s ha appunto...ma se ha rallentare e` la domanda europea in generale e non solo dell'italia forse e visto ci s ha presidenza della commissione europea e il pd e` il primo partito nel pse e c'e` juncker eccetera forse e` la volta buona si riesce a cambiare certe regole all ue.
    .l unica speranza

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  2. lo 0,4 nel solo mese di giugno, visto che gli 80 euro sono arrivati a fine maggio..

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  3. Ma non sarà che gli 80 euro produrranno effetti più sostanziosi dopo un periodo più lungo che un solo mese? In fondo, facendo un esempio molto pratico, se volessi comprare un pc con quei soldi, dovrei arrivare almeno a 400 euro, quindi diciamo circa 5 mesi.

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    1. è una cifra modesta, 10 miliardi su 1500 di PIL.. l'effetto è indubbiamente modesto. servirebbe un intervento pari almeno a un 5% del PIL ma è impossibile salvo si possa fare altro debito

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  4. Certo, è chiaro che come misura da sola non è che possa fare la differenza, solo penso che non abbia ancora espletato tutta la propria potenzialità, che comunque resta limitata.

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    1. anzi a ben vedere 11 milioni (di beneficiari) per 80 euro a testa x 8 mesi fa 7 miliardi, meno di pezzo punto di PIL

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  5. Secondo te cosa servirebbe per rilanciare la crescita? E poi ho un dubbio: perché dici che il taglio del cuneo fiscale stimolerebbe l'offerta e non la domanda?

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    1. servirebbe un forte aumento della domanda privata attraverso + soldi nelle tasche dei cittadini e pubblica con -ad esempio- la costruzione e il rinnovo di opere pubbliche, degli strumenti usati dalla PA, e l'acquisto di tutto ciò che migliora la qualità del servizio e stimola la produzione di beni in italia
      servirebbe una riforma del fisco che riduca l'evasione (un'idea è questa http://www.econoliberal.it/2014/06/il-reverse-charge.html) e usi i maggiori incassi per ridurre il costo del lavoro, servirebbe tutto ciò che favorisce la redistribuzione del reddito come ad es. una serie di incomparibilità tra lavoro pubblico e altre professioni (un medico che lavora per lo stato non dovrebbe poi lavorare per il privato .. e questo sia per questioni di efficienza sia per creare + posti di lavoro), il divieto per chi è in un cda di sedersi in altri e altre cose simili secondo il principio che puoi occupare al massimo una poltrona, così le altre sono distribuite tra persone che oggi non lavorano

      un taglio del costo del lavoro fa scendere i costi d'impresa e magari anche i prezzi dei beni, ma se poi le persone hanno gli stessi soldi in busta paga non acquistano facilmente se i prezzi calano un pò.. acquistano se hanno + soldi in tasca, vale a dire se si stimola la domanda, molto meno se si stimola l'offerta

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