02 maggio 2015

Calcio: fine della multiproprietà

C'è un piccola rivoluzione nel mondo del pallone: la FIFA ha messo fine dal primo maggio alle "third own partnership" cioè alla multiproprietà dei giocatori.

Negli ultimi anni la multiproprietà è diventata una moda assai diffusa, specie in sud America dove i soldi sono pochi e le squadre sfornano molti campioni. Società estranee al calcio acquistavano i giovani con la speranza di rivenderli e guadagnarci.

Erano possibili conflitti di interesse, perchè gli stessi imprenditori potevano essere proprietari di diversi giocatori impiegati da squadre diverse e era difficile per una società che si affidava a giocatori proprietà di terzi fare programmi a lungo termine perchè la disponibilità di alcuni calciatori dipendeva dalle scelte dei proprietari estranei alla società calcistica.

Qualcuno ne ha approfittato: nell'Atletico Madrid molti giocatori sono proprietà di un fondo di investimento. Il vantaggio del fondo è di disporre di calciatori senza pagarli. Probabilmente grazie al fondo l'Atletico riesce a essere più competitivo.

Lo svantaggio è che una squadra può perdere molti giocatori importanti in poco tempo. L'anno scorso subito dopo la finale di Champions, molti giocatori dell'Atletico Madrid sono stati venduti.

C'è poi un problema di conflitto di interesse: un fondo proprietario di calciatori presenti in squadre diverse potrebbe preferire la vittoria di una squadra per ottenere più soldi dalla vendita di un calciatore.

Ora tutto questo finirà, anche se gradualmente, disegnando un calcio forse un pò diverso, in cui probabilmente chi s'è appoggiato ai fondi faticherà a essere competitivo.

2 commenti:

  1. si ma squadre le cui dimensioni sono inferiori alle grandi del suo campionato se vuole crescere che deve fare? se si mette il fair play finanziario e i presidenti possono solo tappare i buchi poi fine ai fondi di investimento...ho capito si possono scovare i giovani ma il problema é che se poi le grandi gli offrono qualche milione in piú se ne vanno e sei punto e da capo...

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    1. il ftifo non cambia nel breve periodo. per cui se guadagni di meno perchè hai meno tifosi, difficile che la situazione cambi

      il fair play limiterà - si spera - la spesa di alcuni club con presidenti che spendono per vincere. poi c'è la + equa distribuzione dei diritti, che in italia è realtà grazie alla legge melandri. servirebbe anche almeno a livello europeo una norma per evitare che una società azionista di una squadra o legata al territorio di quella squadra versi molti soldi, molto + di quanto corretto, sotto forma di sponsorizzazione.

      Le decine di milioni di alcuni sponsor non si giustificano con il possibile ritorno economico, per non parlare di enti locali che sponsorizzano le squadre

      infine se usi un fondo per avere giocatori che non potresti permetterti sei sicuro di crescere? un anno ti arrivano 5 giocatori, non li paghi perchè sono del fondo, che però a fine stagione li vende. rischi un anno di qualificarti in una coppa e l'anno dopo di lottare per non retrocedere. i tifosi sopporterebbero una situazione simile?

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