La prima cosa che mi viene in mente sono le parole di Marchionne del 2012, quando spiegò che in Europa c'era un eccesso di capacità produttiva e che sarebbe stato necessario un piano, finanziato anche dall'UE, per ridurre la produzione da parte di tutti i produttori. I tedeschi rifiutarono l'idea perchè loro erano i leader del mercato e i problemi dell'auto li riguardavano solo in parte.
La seconda cosa che mi viene in mente è che Marchionne aveva le spalle coperte dagli utili della Jeep negli USA, capaci di coprire le perdite europee del Gruppo senza imporre troppi sacrifici in Italia e negli altri stabilimenti europei.
Merito senza dubbio del manager italo-canadese che ha comprato Chrysler e quindi Jeep e l'ha messa nelle condizioni di ottenere ottimi risultati nel mercato nord americano. Oggi non è più così e i risultati deludenti oltreoceano, probabilmente, spingerà Stellantis a non rinnovare la fiducia a Tavares, il cui contratto scade nel 2026.
Così, mentre la produzione di auto in Italia, ridotta ai minimi termini, spinge i politici a chiedere conto a Stellantis del futuro del settore, Tavares non trova di meglio che chiedere incentivi e lamentare costi doppi in Italia delle ricariche per le auto elettriche, senza sapere spiegare il perchè.
Intanto gli incentivi per vendere più auto sono assurdi perchè in seguito i potenziali clienti rinviano l'acquisto in attesa di altri incentivi. Poi lo sono perchè solo una parte, piuttosto modesta, delle auto vendute in Italia è prodotta in Italia. E quindi gli incentivi aiutano l'industria straniera più delle fabbriche e degli operai italiani.
Poi è grave che il massimo dirigente di un gruppo automobilistico non sappia spiegare il motivo dei costi di ricarica doppi, rispetto a Spagna e Francia, nè abbia suggerimenti o rimproveri da fare alla politica che da (quasi) sempre è incapace di fare una politica industriale di qualità.
Tutto questo ci dice, infine, che di fronte a difficoltà dell'auto europea che coinvolgono anche i tedeschi Volkswagen, servirebbero dirigenti credibili e competenti, con una visione ampia e a lungo termine dei problemi e delle possibili soluzioni, che non pare avere Tavares, probabilmente destinato a lasciare il gruppo automobilistico tra poco più di un anno.