26 ottobre 2022

Contante e economia sommersa

Giorgia Meloni parlando del programma di governo al Senato ha affermato: "In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell'evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c'è correlazione fra l'intensità del limite al contante e la diffusione dell'economia sommersa".

Si tratta davvero di una "discussione ideologica" ?

Se così fosse, basterebbe portare le prove, citare studi che dimostrano coi fatti che il limite al contante non serve.

Invece sul sito della Banca d'Italia si trova uno studio che afferma il contrario: un aumento dell'1% dell'uso del contante incrementa il PIL della parte sommersa dell'economia tra lo 0,8 e l'1,8%. 

16 ottobre 2022

Un Nobel bancario

Il Nobel 2022, dedicato al tema delle banche e al loro ruolo nelle crisi, ha premiato due economisti famosi per un modello che spiega il funzionamento delle banche, Douglas Diamond e Philip Dybvig, e l'ex numero uno della FED, la banca centrale americana, Ben Bernanke.

I meriti dei tre premiati sono teorici, perchè hanno aperto nuovi filoni di ricerca, ma anche pratici perchè spiegare come funzionano le banche e quali effetti hanno le crisi bancarie sull'economia, serve a prendere provvedimenti e creare regole che evitino altre crisi.

Le banche, hanno spiegato Diamond e Dybvig, raccolgono il risparmio dei cittadini e lo trasformano in prestiti alle imprese, fondamentali per il funzionamento dell'economia e lo fanno permettendo ai clienti-risparmiatori di utilizzare i propri risparmi quando lo desiderano, e alle imprese di restituire nel tempo i soldi ricevuti.

Se non esistessero le banche, i cittadini desiderosi di usare in qualsiasi momento i propri risparmi, non li presterebbero alle imprese, che hanno bisogno di restituire i soldi nel tempo, oppure li presterebbero a condizione che le imprese siano in grado di restituirli in qualsiasi momento, o sarebbero costretti a cedere il credito verso l'impresa. In tutti e tre i casi l'economia sarebbe meno efficiente sia per i risparmiatori che per le imprese. 

La banca ha però alcuni punti deboli. La più importante è il rischio della corsa agli sportelli: se i clienti-risparmiatori temono che la banca diventi insolvente, correranno a ritirare i risparmi, causando l'insolvenza della banca. Di qui la necessità di un'assicurazione dei conti correnti con la garanzia statale e di regole che evitino perdite che mettano in pericolo l'esistenza della banca che svolge il ruolo, fondamentale per l'economia, di trasformare i risparmi dei cittadini in investimenti delle imprese.

Le crisi delle banche, e qui si arriva al contributo di Ben Bernanke, sono potenzialmente catastrofiche per il funzionamento dell'economia. Bernanke, famoso per i suoi studi sulla crisi del '29, ha dimostrato che la recessione di fine anni '20 si è trasformata nella peggiore crisi economica della storia a causa del fallimento di metà delle banche americane. 

La crisi delle banche interrompe il flusso di denaro dai risparmiatori alle imprese perchè manca l'intermediario ovvero la banca che conosce e controlla l'impresa. Il know how della banca è un patrimonio che si perde in caso di fallimento. Per ricostruirlo serve tempo. Nel frattempo le imprese faticano a trovare prestiti e l'economia soffre. Se, come nella crisi del 1929, sono molte le banche che falliscono, l'economia crolla. Prima dello studio di Bernanke, che risale ai primi anni '80, si pensava che le crisi causassero i fallimenti bancari ma che questi non influenzassero più di tanto l'economia. 

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