Bene, siamo in piena campagna elettorale e stanno fioccando promesse a destra e a manca sui futuri abbassamenti di tasse, specialmente l'IMU.
Prima di iniziare l'analisi, vorrei far notare che finora quasi nessuno dei politici ha proposto un "
piano di battaglia" coerente per il 2013 che permetta di non chiudere l'anno in recessione, ma quasi tutti accettano questo dato come acquisito.
Io personalmente non ho sentito nessuno che abbia detto qualcosa di simile a "appena insediati, faremo questo, questo e questo in modo che il 2013 non lo chiudiamo in perdita dell'1%, ma, anzi,
il PIL aumenterà dell'1%".
Parto da questo interessantissimo
articolo del Sole24Ore, riprendedo i seguenti dati (fonte: banca mondiale), in cui si evidenzia che il
contributo al PIL dell'Italia è così composto:
consumi delle famiglie: 60%
spesa pubblica per consumi finali: 20%
Investimenti fissi delle imprese: 19%
Export: 1%
In pratica risulta chiaro, chiarissimo, che se non si agisce prima di tutto sui consumi delle famiglie, che incidono grandemente sulla composizione del PIL tutto il resto è praticamente inutile.
Allora iniziando a ragionare da questo punto il piano di lavoro diventa improvvisamente molto chiaro:
1. dare
più soldi alle famiglie, in modo che queste possano spendere di più. E qui non ci sono molte alternative, bisogna toccare l'IMU o la tassa della mondezza o le addizionali o l'Irpef. Toccare l'IRPEF, posto che la spesa per contributi non è modificabile perché si tratta della pensione, significa in altre parole diminuire il cuneo fiscale, cioè l'IRPEF, cioè meno entrate per lo stato, entrate certe, oltretutto. Possibile?
2. La
spesa pubblica. Qui è una questione di filosofia, accentrare sul pubblico o decentrare sul privato? In ogni caso contrarre la spesa significa contrarre il PIL. Ovviamente la ricetta ottimale sarebbe tagliare solo la spesa improduttiva, ma a quanto pare è molto più semplice da dire che da fare.
3. Le
imprese. Qui si possono fare alcune cose. Si potrebbe agire sugli investimenti concedendo crediti di imposta a chi investe. Sicuramente meglio che erogare finanziamenti. Io non sono molto convinto dello scambio più iva e meno tasse sulle imprese: per le imprese l'iva è sostanzialmente neutra, ma questo non è vero per i consumatori, che ne sopportano l'onere. Inoltre un innalzamento dell'IVA (previsto in luglio) produrrebbe un'ulteriore abbassamento dei consumi delle famiglie.
4.
Export. Fino ad ora l'export ha tirato abbastanza, grazie alla debolezza dell'euro sulle altre valute, dovuta ai problemi dei debiti sovrani dell'area euro. Il problema è che appena i problemi saranno risolti, l'euro ne beneficerà e si rafforzerà sulle altre monete, rendendo problematiche le esportazioni. Quindi la nostra bilancia commerciale è destinata inesorabilmente a tornare in pareggio, se non in passivo.
Quindi mi sta anche bene parlare di IMU, ma diciamo che preferirei sentire un piano complessivo su come affrontare i problemi di crescita economica dell'Italia dei prossimi 3 anni ( anche molte
cose su cui si sta glissando...)