Cos'è un moltiplicatore?
Immaginate un imprenditore che voglia espandere la propria attività economica, e per farlo decida di costruire un nuovo impianto produttivo. Investe 100 per costruire un nuovo capannone, per acquistare i macchinari, per formare il personale e così via.
100 è la spesa dell'imprenditore, che acquista beni e servizi da altre imprese. Queste, per soddisfare le commesse, acquistano altri beni e servizi, supponiamo per un ammontare di 70. Altre imprese, ricevendo ordini per 70, si rivolgono ai loro fornitori per acquistare altri beni e servizi per un ammontare -supponiamo- di 50. E così via.
La spesa iniziale, pari a 100, dà vita a un'altra spesa di 70 che a sua volta genera una spesa pari a 50, che a sua volta...
Alla fine la spesa complessiva è -supponiamo- 300: tre volte la spesa iniziale. Possiamo quindi dire che un investimento di 100 ha fatto crescere il PIL di 300. Il moltiplicatore è 3 pari al rapporto tra l'incremento del PIL (300) e l'investimento iniziale (100).
Per questo si parla di moltiplicatore: un euro di spesa si moltiplica per 3 (in questo caso).
Attenzione: il meccanismo funziona in entrambe le direzioni. Se diminuiscono gli investimenti, diminuisce anche il PIL. Di 3 volte se il moltiplicatore è 3.
Capite allora l'importanza di calcolare il vero moltiplicatore. Serve a capire qual è l'effetto di una politica di austerità: effetto tanto più alto quanto più elevato è il moltiplicatore.
Nel World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard, capo economista, scrive (a pagina 41) un paio di frasi assai interessanti.
"Informal evidence suggests that the multipliers implicitly used to generate these forecasts are about 0,5", ma i dati dimostrano che si tratta di una stima sbagliata: il vero moltiplicatore varia, nei diversi paesi, da 0,9 a 1,7.
Tradotto in linguaggio comune significa che gli economisti che prevedono gli effetti delle politiche di austerità sono molto ottimisti e suppongono che una politica di austerità che imponga sacrifici pari a 100 euro, produca un calo del PIL di 50 euro. Questo avverrebbe perché, come spiegava Krugman (ne avevo parlato qui), le politiche di austerità aumentano la fiducia di imprense e consumatori e l'aumento della fiducia compensa almeno in parte, secondo i teorici dell'austerità espansiva, gli effetti negativi sul PIL dell'austerità.
In realtà però, come spiegano Blanchard e Leigh, accade che se una politica di austerità impone un sacrificio pari a 100 euro, il PIL scende di 90 euro, nella migliore delle ipotesi e di 170 nella peggiore.
L'ottimismo degli economisti che suppongono un moltiplicatore pari a 0,5 è dunque un errore clamoroso, che ricorda quello del professor Giavazzi il giorno dopo il fallimento di Lehman Brothers (vedi qui).
Salve,
RispondiEliminainnanzi tutto Blanchard usa un approccio DSGE, che come dice la stessa parola, è di tipo dinamico.
Il modello economico non è quindi costante ma varia nel tempo. Del resto, questo presupposto, si basa sull'evidenza empirica che la società non ha obiettivi costanti come non possiede sempre le stesse conoscenze e la stessa tecnologia.
Questo approccio è quindi di breve periodo e necessariamente deve essere adattato (non corretto) ad ogni cambiamento del ciclo economico.
Questa premessa serve per dire che :
1) i moltiplicatori in un modello DSGE non sono costanti nel tempo
2) l'equazione scaturita dal modello cambia e si adatta nel tempo introducendo o eliminando delle varibiabili e delle costanti.
Per questo dire "Attenzione: il meccanismo funziona in entrambe le direzioni. Se diminuiscono gli investimenti, diminuisce anche il PIL. Di 3 volte se il moltiplicatore è 3." non è propriamente corretto.
Blanchard nel Woprking Paper 1301 (http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2013/wp1301.pdf)specifica meglio quanto indicato nel precedente box a sua firma del World Economico Outlook ( International Monetary Fund, World Economic Outlook: Coping with High Debt and
Sluggish Growth http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2012/02/pdf/text.pdf).
Ritengo invece opportuno evidenziare il fatto che il moltiplicatore è diverso a seconda se il consolidamento fiscale avvenga per aumento di tasse o taglio di spesa pubblica.
Come pure evidente è il fatto che il modello cambia enormemente tra una fase recessiva ed una espansiva.
Il WP1301 è uno dei più lavori degli ultimi tempi che deve essere analizzato in tutte le sue parti.
Consiglio anche la lettura del WP1322 sull'impatto delle riforme strutturali in Italia.
grazie per le aggiunte.. che ho evitato per non allungare troppo il post
Eliminami pare che la questione sollevata da blanchard sia che le previsioni sono fatte con un moltiplicatore irrealisticamente troppo basso.. questoè ciò che conta, mi pare
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaSecondo me il WP 1301 è stato preso un po' troppo alla lettera (ed usato per fini politici purtroppo).
EliminaBasterebbe capire che il numero dei paesi coinvolti nello studio non sono un universo omogeneo (Germania - Italia- Slovenia - Portogallo - Estonia ecc. mele e pere insomma)
Poi si ha un intervallo di variabilità del moltiplicatore molto molto alto (0.9-1.7) che vuol dire tutto e niente.
A chi applicare 0.9 a chi 1.7?
Fate attenzione poi alla tabella del modello (R2 = 0.5 circa...)
Blanchard chiude il box 1.1 dell WEO dicendo:
"In line with these assumptions, earlier analysis by the IMF staff suggests that, ++on average++, fiscal multipliers were near 0.5 in advanced economies +++during the three decades leading up to 2009+++."
Ovvero: non abbiamo sbagliato. Il dato è corretto per le assunzioni fatte dal 1979 al 2009.
Poi continua:
"If the multipliers underlying the growth forecasts were about 0.5, as this informal evidence suggests, our results indicate that multipliers have actually been in the 0.9 to 1.7 range since the Great Recession "
Ovvero con i dati che abbiamo a partire dalla grande recessione allo stato attuale possiamo avere un moltiplicatore fiscale tra 0.9 e 1.7.
Non dice però:
Il consolidamente fiscale si può raggiungere in due modi: incremento tasse e taglio spesa. Entrambi hanno lo stesso moltiplicatore? Secondo me no.
Poi si suppone che il moltiplicatore sia sotto forma classica (1/(1+m)) ma siamo sicuri che sia esattamente di grado 1???
Perché si è fatta una regressione lineare e non quadratica, cubica, logaritmica ecc?
Questo Blanchard non lo dice.
Conclude dicendo:
"This finding is consistent with research suggesting that in today’s environment of substantial economic slack, monetary policy constrained by the +++zero lower bound+++, and +++synchronized fiscal adjustment across numerous economies+++, multipliers may
be well above 1.
More work on how fiscal multipliers depend on time and economic conditions is warranted."
Cioè se tutti andiamo ad adottare degli aggiustamenti di bilancio in economie sincronizzate (collegate in maniera evidente e reciproca) si possono avere effetti del moltiplicatore molto al di sotto dell'unità creando di fatto un deficit di domanda.
Ora mi chiedo: il consolidamento fiscale ottenuto mediante interventi razionali di tagli alle spese volte a ridurre la spesa pubblica che presenta moltiplicatori al di sotto di uno di fatto fa aumentare il moltiplicatore fiscale nella fase successiva espansiva creando anche il presupposto per delle aspettative positive che possono spostare la curva AS verso destra e quindi far aumentare Y (aspettative di incremento di markup e di aumento di w per aspettativa di diminuzione delle tasse al t1 generata dal taglio della spesa al tempo t0).
Conclusioni WP1301:
Elimina"We believe, however, that a reasonable case can be made that the multipliers used at the start of the crisis averaged about 0.5.
A number of studies based on precrisis data for advanced
economies indicate actual multipliers of roughly 0.5, and it is plausible that forecasters, on average, made assumptions consistent with this evidence."
Poi:
"Similarly, the October 2010 WEO chapter on fiscal consolidation presents multiplier estimates for 15 advanced economies during 1979–2009 averaging 0.5 percent within two years.
This evidence, and our finding of no gap, on average, between assumed and actual fiscal multipliers before the
crisis, would imply that multipliers assumed prior to the crisis were around 0.5."