24 maggio 2020

Addio, Alesina

Purtroppo un infarto ha stroncato Alberto Alesina, professore di Harvard, alle cui discutibili idee questo blog deve molto.

Chi volesse saperne di più, clicchi qui: http://www.econoliberal.it/search?q=Alesina.

20 maggio 2020

MES e BTP Italia

Mentre si continua a polemizzare sul MES, il meccanismo di stabilità europea che l'Italia potrebbe usare, non mancano le domande per i BTP, che rendono inutile (forse) il ricorso al MES.

Per capire cos'è davvero il MES, andiamo a leggere il sito  Banca d'Italia.

Il meccanismo -dice Bankitalia- ha la la funzione di concedere, "sotto precise condizioni", assistenza finanziaria a paesi membri con temporanee difficoltà a finanziarsi sul mercato.

Quali condizioni? Per i prestiti si prevede un "programma di aggiustamento macroeconomico specificato in apposito memorandum", mentre è "meno stringente" nel caso di linee di credito precauzionali" per paesi colpiti da shock avversi.

Chi decide le condizioni? 

Per partecipare al MES l'Italia ha versato oltre 14 miliardi di euro, ottenendo una quota di circa il 17%, sufficiente per porre veti, visto che le decisioni richiedono l'unanimità del consiglio del governatori ovvero i 19 ministri delle finanze dell'area euro, oppure la maggioranza qualificata dell'85%.

Dunque il MES pone condizioni, ma non impone nulla di pericoloso, specie a un paese come l'Italia che dispone di una quota sufficiente a bloccare qualunque decisione del consiglio dei governatori (ministri delle finanze).

Tuttavia al MES si dovrebbe fare ricorso solo quando i paesi membri "pur avendo un debito pubblico sostenibile trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato".

L'emissione di BTP avvenuta in questi giorni dice che non ci sono difficoltà a finanziarsi sul mercato. Ma a un tasso ben più elevato (oltre l',14%) dei soldi messi a disposizione dal MES.

Non si ricorre al MES solo per questioni politiche, ovvero per non subire la pressione dei paesi europei contrari a concedere soldi ai paesi poco virtuosi. Anche se questo significa pagare più interessi e quindi avere conti pubblici meno virtuosi.

08 maggio 2020

Perchè l'Italia non può fare a meno della BCE

Ieri sera per l'ennesima volta Gianluigi Paragone, senatore espulso dal Movimento 5 Stelle e da sempre vicino alla Lega, ha proposto una soluzione facile per tutti i mali economico-finanziari italiani: stampare moneta. Chi ha una propria Banca Centrale lo farebbe con indubbi vantaggi, secondo Paragone e secondo altri (mi è capitato di sentire la stessa idea proposta da un giornalista de La Verità).

E' una tesi sbagliata perchè ignora un dato: le monete non sono tutte uguali, alcune sono apprezzate altre meno. Ciò dipende dall'uso e dalla stabilità della moneta, che a sua volta deriva dalle caratteristiche dell'economia che la emette. Il dollaro è emesso da una grande economia, viene impiegato nelle transazioni internazionali. Il franco svizzero da una piccola economia però molto ricca e poco indebitata con fondamentali solidissimi. 

Chi usa una moneta non vuole che si svaluti o veda il valore modificarsi velocemente per colpa di qualche variabile fuori controllo. 

Se un paese è politicamente instabile, se non sa tenere sotto controllo i conti pubblici, non riesce a creare condizioni favorevoli all'impresa, è vittima dell'inefficienza burocratica, la sua moneta sarà trattata di conseguenza: non si utilizza. 

Per questo l'idea di ritornare ad una banca centrale nazionale è pessima. I titoli di stato in lire non sarebbero attraenti e verrebbero comprati solo in cambio di un interesse maggiore. Aumenterebbero quindi i costi per lo Stato che li emette e i conti pubblici diventerebbero insostenibili.

Inoltre la moneta sarebbe facilmente oggetto di speculazioni, come successo nei primi anni '90 quando molti fondi scommisero sull'uscita della lira dallo SME. Se qualcuno scommette enormi capitali sul calo di una moneta, il solo modo di impedirlo è fare una scommessa di segno opposto. Per farlo occorrono ingenti quantità di valuta estera, ovvero che una banca centrale invece di versare al proprio governo i frutti del proprio lavoro li usi per creare riserve da usare in caso di necessità. 

Quindi gli italiani pagherebbero (sotto forma di mancati incassi per lo Stato) decine di miliardi per creare una riserva che la Banca d'Italia dovrebbe sacrificare in caso di attacco speculativo. 

L'euro riduce invece il rischio di attacco speculativo ed è interesse di tutti mantenere la stabilità dell'euro impegnando le risorse comuni, vale a dire quelle della BCE, per difendere gli attacchi ai titoli di uno stato. 

Però quest'ultimo non può rendere instabile il sistema con scelte economiche sconsiderate.

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...