28 giugno 2020

PIL a -12% ma....

Scuola e sanità. Sono questi i due settori pubblici che hanno bisogno di più risorse per i mesi (o gli anni) a venire, se la minaccia Covid 19 continuerà a influenzare la nostra vita, magari indirettamente attraverso la paura di un'altra emergenza sanitaria.
Quanti soldi servono  per avere una sanità in grado di affrontare eventuali future emergenze e per una scuola con i giusti spazi per gli studenti? 

Per quanto riguarda la sanità si parla di 35-37 miliardi, che in gran parte dovrebbero arrivare dall'Europa, mentre sulla scuola potremmo ricordarci dei tagli della ministra Gelmini, 8 miliardi. Tenuto conto del tempo trascorso e della necessità di nuove aule per distanziare gli studenti, possiamo immaginare che serva il doppio. 

In totale si tratterebbe di un altro cinquantina di miliardi, ovvero più del 3% del PIL (nel frattempo calato) solo per rendere più efficienti scuola e sanità. E se questo significa da un lato un aumento del PIL superiore al 3%, dall'altro vuol dire che per sistemare i conti in futuro serviranno più imposte a carico dei cittadini. Che negli ultimi anni si sono spesso sentiti dire che era opportuno "tagliare le tasse" e che forse usavano i tagli per andare più spesso al bar o in pizzeria. Oggi che il covid tiene lontano gli italiani dai locali, il risparmio sta crescendo. Segno che possiamo pagare più imposte per il bene nostro e dei nostri figli rinunciando all'apericena o alla pizzeria. Ricordandoci che ogni euro speso in più nella scuola e nella sanità ci fa vivere meglio e fa salire un PIL oggi più che mai in difficoltà.

16 giugno 2020

Piano Colao e soldi dall'Europa

Il piano Colao mi ricorda il salmone che risale la corrente: un grande sforzo per deporre le uova (poche diventeranno salmoni adulti) e morire, ovvero un insuccesso annunciato.

Perchè si tratta di un insuccesso annunciato? La risposta è nella storia del ponte Morandi. Crollato a metà agosto 2018, quando tra qualche settimana verrà inaugurato il nuovo ponte molti lo indicheranno come un buon esempio del modo di usare i soldi che potrebbero arrivare nei prossimi anni dall'Unione Europea. Ci diranno che tutto è filato liscio, non ci sono stati ricorsi al TAR a frenare l'opera, le voci dissenzienti sono rimaste inascoltate di fronte all'urgenza dei lavori.

Si dimenticherà però che sul ponte, che già diversi anni fa la Confindustria ligure indicava come a rischio crollo, come su tante possibili opere pubbliche, è sempre mancato un accordo tra le forze politiche e che solo l'urgenza ha impedito che chi dissentiva desse battaglia contro l'opera.

Chiedere a Colao, un manager che ha guidato un colosso delle telecomunicazioni come Vodafone, di fare un piano per il futuro dell'Italia senza un accordo degli italiani su cosa fare, è come chiedere a uno chef di suggerire il menù a un gruppo di persone con gusti culinari diversissimi tra loro: ognuno dirà di no a quello che non gradisce e alla fine la cena salta.

I soldi che l'Europa dovrebbe darci per affrontare la crisi rischiano quindi di non essere spesi o di fare una brutta fine. Da una parte ci sono partiti, cioè italiani, che vorrebbero venissero usati a fondo perduto cioè regalati agli italiani senza condizioni. Dall'altro ci sono altri partiti e l'Europa che vorrebbero spenderli per cambiare l'Italia, ma non sono d'accordo sul come. E questo ha reso inutile il piano Colao.

06 giugno 2020

Reddito di Cittadinanza vs Ingreso Mínimo Vital

In Spagna il Governo di Pedro Sánchez ha presentato un nuovo ammortizzatore social, chiamato Ingreso Mínimo Vital, (IMV).  Quest'articolo, comparso sul giornale online La Voce d'Italia, un confronto approfondito col Reddito di Cittadinanza italiano, mettendo in risalto 3 punti:

1- Requisiti di residenza.

Solo un anno di residenza richiesto per accedere al IMV spagnolo contro i 10 dei quali gli ultimi 2 ininterrotti e immediatamente anteriori alla presentazione della domanda nel RDC italiano. Ciò rende il sussidio spagnolo molto più equo ed inclusivo, evitando di tagliare fuori molti cittadini stranieri o spagnoli di rientro dall'estero in condizioni di indigenza.

2- Effetti di politica sociale.

Nel sussidio spagnolo è previsto un canale preferenziale con una maggiore flessibilità dei requisiti, (compreso quello già citato della residenza), per persone sottoposte a particolari  condizioni di oppressione quali sfruttamento sessuale, traffico di esseri umani, o violenza di genere. Inoltre nell'articolo vi è un avvertimento sui possibili effetti dannosi del sistema italiano  sui disoccupati di lunga durata, (che risultano solitamente anche i casi più problematici e con maggior bisogno di politiche di integrazione), dell'incentivo dato alle imprese in Italia di incassare loro, in caso di assunzione di un beneficiario, di tutta la sua quota restante del RDC. Chi è disoccupato da più tempo infatti sarà così ancora  meno appetibile per le imprese in Italia, avendo consumato gran parte del suo RDC. Infine il sistema dell'ammortizzatore sociale spagnolo si concentra maggiormente sul sostegno alle famiglie con figli rispetto a quello italiano.

3- Accompagnamento al lavoro.

In Spagna non è stata inserita tutta la parte più controversa del RDC su navigators e piattaforma digitale di incrocio offerta-domanda di lavoro i cui risultati in Italia  non sembrano, per ora, affatto confortanti.
Al loro posto l'IMV spagnolo prevede alcuni tipi di incentivo alle imprese più virtuose che assumono o formano più beneficiari del sussidio, si parla per esempio di un riconoscimento specifico tramite un "timbro sociale", anche se ancora il governo non ha specificato quali vantaggi comporterà oltre al fattore pubblicitario, rimandando la decisione ad un accordo specifico con le imprese. Inoltre viene concessa la possibilità a chi riceve questo ammortizzatore sociale di sommare parte del sussidio al nuovo salario in caso di assunzione, ciò dovrebbe fare sì che i beneficiari della prestazione siano sempre incentivati a cercare e accettare un'occupazione perché ciò comporterà sempre un forte aumento delle proprie entrate e la sicurezza di mantenere il sussidio anche successivamente nel caso che la durata del nuovo lavoro sia breve.

A chi interessa questo paragone fra ammortizzatori sociali può approfondire qui


Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...