28 novembre 2021

Plusvalenze

Come funzionano e perchè si fanno le plusvalenze nel calcio?

Supponiamo che una squadra di calcio abbia sotto contratto un calciatore arrivato da bambino. Il suo costo è di zero euro. Ma perchè un calciatore ha un costo?

Un contratto obbliga il calciatore a giocare solo per una squadra fino alla scadenza del contratto. Può risolvere il contratto e firmarne un altro con un'altra squadra, solo se la prima è d'accordo, ovvero in cambio di una somma di denaro pagata dalla futura squadra (oppure se c'è interesse a risolvere il contratto, troppo oneroso).

Quindi se una squadra ha sotto controllo un giocatore e decide di cederlo a un'altra squadra, incasserà 100. Non ha speso alcuna somma per metterlo sotto contratto e guadagna 100, somma che nella contabilità aziendale viene classificata come pluvalenza. Non è un ricavo ordinario, rappresentato invece dai biglietti venduti agli spettatori, ai diritti tv, ai premi sportivi, ecc. ma qualcosa di straordinario.

Se invece una società vende un calciatore acquistato in passato, c'è una plusvalenza e come si calcola?

La risposta è sì. La plusvalenza è pari al prezzo di vendita meno il valore contabile del calciatore che si calcola prendendo il valore di acquisto e sottraendo la parte già ammortizzata (quota di ammortamento). Se un calciatore è stato acquistato a 100 ed ammortizzato per 60, il suo valore è 40. Se viene venduto a 80, la plusvalenza è pari a 40.

Cos'è la quota di ammortamento? 

Quando una società compra un calciatore, distribuisce il costo su tanti anni quanti sono gli anni del  contratto. 1/5 ovvero 20 (se costato 100) se il contratto dura 5 anni, 1/4 ovvero 25 se dura 4 anni e così via. Questa somma è un costo e al tempo stesso viene accumulata in un conto che si chiama quota di ammortamento. Dopo 1 anno si sarà accumulato 1/5, dopo 2 anni 2/5, eccetera, cioè 20, 40, 60 ecc (sempre nell'ipotesi che l'abbia pagato 100). 

Quindi un calciatore pagato 100 e con contratto di 5 anni dopo 3 anni è ammortizzato per 3/5 di 100. Il suo valore è dunque 40. Se lo vendono per 80, il venditore ottiene una  plusvalenza di 40 (80-40). Se si compra un giocatore per la stessa somma, 80, con un contratto di 5 anni l'ammortamento è 16. Si fa una plusvalenza di 40, mentre il giocatore costa 16 nello stesso anno.

Ecco dunque il meccanismo delle plusvalenze: la società vende un giocatore e si ottiene subito una plusvalenza che migliora il bilancio in corso e, se anche spende la stessa somma per comprare un altro giocatore, il costo incide nel bilancio in corso per 1/5 (se 5 sono gli anni del contratto) mentre i restanti 4/5 finiscono negli altri anni del contratto. 

In pratica con queste operazioni si migliora il bilancio dell'anno in corso ma in cambio si appesantiscono i bilanci successivi. 

16 novembre 2021

Lagarde sui tassi 2022 e l'inflazione

 La presidente della BCE Christine Lagarde dice che per una variazione verso l'alto dei tassi se ne parla non prima del 2023, forse. Eppure l'inflazione sale, cosa che irrita soprattutto i banchieri centrali tedeschi, da sempre spaventati dall'inflazione. 

Come si spiega? Chi ha ragione?

La pandemia ha causato un improvviso e imprevisto crollo economico, che ha spinto molte imprese a chiudere alcuni impianti produttivi, a volte a causa del fallimento dell'attività, altre volte come disperato tentativo di tagliare i costi adeguandoli ai ricavi, crollati senza preavviso.

La ripresa nel 2021, grazie ai vaccini, alle riaperture e ai programmi di sostegno dell'economia nei paesi più ricchi, è robusta. Il PIL italiano, ad esempio, salirà a fine 2021 di oltre il 6%. 

Quindi la domanda aumenta e non di poco mentre l'offerta è stata ridimensionata e non è facile farla risalire in tempi brevi. Quando la domanda di un bene sale, chi produce quel bene aumenta il prezzo. Cerca di guadagnare di più, o semplicemente vede i suoi fattori produttivi crescere di prezzo oppure ancora aumenta il prezzo per cercare di recuperare le perdite dovute alla pandemia.

E' una domanda da "ritorno alla (quasi) normalità" e non dovuta alle scelte della BCE e delle altre banche centrali a provocare l'aumento dei prezzi. Per questo Christine Lagarde non pensa che i tassi aumenteranno almeno fino al 2023 (e probabilmente anche dopo).

Inoltre le incertezze legate alla pandemia restano attuali, cosa che suggerisce alla BCE prudenza su un eventuale aumento dei tassi.

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