27 agosto 2020

Corso di Contabilità per principianti - 2 - il Conto

Iniziamo dal conto, termine che può spingerci a pensare al conto corrente bancario o postale, usati per fare e ricevere pagamenti, versamenti, prelievi. Se il conto corrente (c/c per brevità) è quello di una impresa, le somme che entrano e escono devono essere registrate. Come?

Anzitutto prendiamo un foglio e dividiamolo in due parti uguali con una linea verticale. Oppure prendiamo due colonne in un foglio di calcolo su un computer.

Chiamiamo dare la colonna di sinistra e avere la colonna di destra, e diamo un nome al conto.

Quindi stabiliamo delle regole. 

Una somma si registra nella colonna di sinistra (in dare) quando viene versata sul conto. 100 euro possono entrate sul conto attraverso un bonifico, un versamento in contanti, un assegno, eccetera. Non importa come: in ogni caso la somma si registra in dare. Naturalmente insieme al versamento si registreranno altri dati, come la data e la causale, ma quel che importa qui è che se una somma entra in un conto si registra a sinistra cioè in dare. 

Se invece una somma esce dal conto, si registra in avere cioè nella colonna di destra. Accade in caso di pagamento con bonifico bancario o assegno o prelievo.

Ecco due esempi: 

1) versamento di 100 euro in contanti sul conto corrente bancario


 2) pagamento di 120 euro tramite il conto corrente bancario


Siccome il conto è lo stesso, dopo una serie di utilizzi, il conto apparirà così:


La differenza tra il totale in dare e il totale in avere indica il saldo del conto.

Dunque abbiamo imparato che un conto è diviso in due parti e che alcune somme si registrano in dare  (nella colonna di sinistra) e altre in avere (nella colonna di destra). 

Per ognuna delle poche categorie di conti impareremo quando una somma va in dare e quando in avere. Alla prossima!

24 agosto 2020

Corso di Contabilità per principianti -1- Introduzione

Vorrei provare a mettere insieme un corso di contabilità di base, destinato a chi non sa nulla di contabilità e quindi di bilanci e vuole imparane i principi di base. 

La contabilità che ci interessa riguarda l'impresa, che è un'organizzazione più o meno complessa che produce e vende beni e servizi e per farlo usa, e quindi acquista, altri beni e servizi.

Il panettiere produce il pane (e altri prodotti) e per farlo ha bisogno di prodotti come la farina, di macchinari, di lavoro, energia elettrica, di locali di produzione e vendita, e così via.

La contabilità delle sua impresa registra i ricavi, ovvero le vendite espresse non in kg di pane ma nel loro valore economico, e i costi sopportati per l'acquisto e l'uso di farina, ingredienti vari, energia elettrica, macchinari, lavoro dei panettieri, affitti, eccetera.

Periodicamente la contabilità dirà al proprietario della panetteria se i ricavi sono superiori ai costi, ovvero se il valore di quel che vende supera il valore degli acquisti, ma anche il valore dei debiti e dei crediti e molto altro.

Il compito della contabilità è registrare tutto questo in modo puntuale e veritiero, come vedremo in seguito.

18 agosto 2020

Cesare Romiti

Chi era davvero Cesare Romiti, per 25 anni al vertice di Fiat?

Come molti grandi colossi industriali, nel corso della sua storia Fiat ha attraversato momenti difficili in cui sono stati necessari enormi capitali per coprire le perdite e investire in nuovi prodotti. In uno di questi momenti, Mediobanca a cui per decenni le grandi imprese in difficoltà hanno chiesto aiuto,  ha mandato a Torino Cesare Romiti, col compito di rimettere ordine in un'azienda in crisi e di trovare le risorse per evitare guai peggiori.

Romiti ha svolto bene quel compito, difficile, difficilissimo visto il contesto, la crisi petrolifera nell'Italia degli anni '70 con i suoi forti contrasti sociali, e un contesto internazionale che rischiava di mettere in dubbio l'impiego dei capitali di Gheddafi a favore di Fiat. 

La marcia dei 40 mila, la ristrutturazione della Fiat con migliaia di licenziamenti, lo scontro coi sindacati, i rapporti con la Libia, sono fatti che possono essere giudicati in tanti modi ma fanno parte del lavoro del Romiti risanatore di Fiat. Doveva rimettere in sesto i conti, trovare i soldi e dare un futuro economico-finanziario e, comunque la si pensi, l'ha fatto.

Poi c'è stato un Romiti chiamato a fare scelte strategiche di lungo periodo, a decidere il futuro di Fiat come delle imprese e delle partecipazioni azionarie che, insieme ai figli, ha controllato e gestito dopo essere uscito da Fiat.

Questo Romiti non ha saputo fare grandi scelte. Ha cambiato il dna della Fiat, scontrandosi con Ghidella e alleggerendo il peso nell'automobile senza tuttavia dare un'identità al gruppo perchè le scelte finanziarie si sono rivelate perdenti, come quelle che ha fatto dopo essere uscito dall'azienda torinese.

E' prevalso in altri termini un Romiti "ragioniere", capace di fare i conti e tagliare i costi e poco capace di capire i prodotti, i mercati, e il futuro dei diversi settori economici.

A Gianpaolo Pansa che lo intervistava, spiegò che uscire da SEAT, ceduta a Volkswagen, voleva dire ridurre i debiti di Fiat ottenendo un risparmio nella spesa per interessi superiore all'utile pagato da SEAT a Fiat. 

Una scelta prudente che però si rivelò perdente perchè Romiti non capì che la Spagna, da poco uscita da una lunga dittatura, stava per diventare uno dei paesi economicamente più dinamici d'Europa e quindi SEAT sarebbe crescita a ritmi elevati. 

Anni dopo, Romiti espresse riserve sull'acquisto di Chrysler da parte di Fiat, citando le preoccupazioni di qualche anno prima quando Chrysler poteva essere acquistata da Fiat. Forse non comprendeva i vantaggi industriali e commerciali di entrare, grazie a un marchio famoso (Jeep), nel mercato americano. 

Insomma ci sono stati due Romiti. Quello che ha salvato un'impresa in grande difficoltà e quello che non è riuscito a dargli un futuro florido. Che invece altri, a cominciare da Marchionne, hanno disegnato. 

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