29 agosto 2015

Laffer - Nethanyahu

C'è ancora chi crede alla vecchia e mai provata curva di Laffer: è Benjamin Nethanyahu, primo
ministro israeliano. Ad una cena con il commissario all'Expo, Sala, Nethanyahu dopo aver saputo che Matteo Renzi vuol ridurre le imposte, ha spiegato come agire, rispolverando la vecchia teoria di Laffer che illustrò le sue idee a Ronald Reagan durante la campagna elettorale del 1980.

Non è il primo e non sarà l'ultimo a usare la tesi di Laffer (ne avevo parlato qui: http://www.econoliberal.it/2010/06/piu-tasse-per-tutti-ma-in-europa.html), ignorando che è una tesi che nessuno ha mai dimostrato, a conferma della natura propagandistica, in materia economica, dei leader conservatori, incapaci di liberarsi di tesi discutibili e mai provate.

Ma è la prova che le frottole si diffondono all'infinito o quasi. Basta solo trovare qualcuno che le racconta.


19 agosto 2015

Il mistero del Milan

Come può Silvio Berlusconi (tramite Fininvest) vendere per quasi 500 il 48% del Milan quando l'Inter è stata di fatto regalata all'indonesiano Thohir, che in pratica ha solo rilevato i debiti garantiti personalmente da Massimo Moratti e sborsato poco o nulla?

Se lo chiedono in tanti a cominciare dal settimanale l'Espresso che ha indagato sulla vicenda scoprendo alcuni fatti strani legati alla vendita di quasi metà delle azioni del Milan.

Dietro Bee non paiono esserci banche capaci di garantire il versamento dei soldi promessi o il pagamento della penale da versare in caso di mancato acquisto delle quote. D'altronde le banche non potrebbero che avere molti dubbi sulla valutazione (oltre 1 miliardo di euro) di una società che non registra utili e che si pone l'improbabile obiettivo di far salire a quasi 400 milioni di euro i ricavi da sponsorizzazioni in Asia a fronte, oggi, di incassi complessivi per 80 milioni.

Dietro a Bee non paiono esserci neanche investitori. O, se ci sono, nessuno li ha ancora visti. Bee infatti è un broker, un mediatore che dovrebbe comprare per conto di altri: ma chi investirebbe in una squadra di calcio sopravvalutata e incapace di distribuire urili?

Bee invece è circondato da consulenti che gravitano attorno a Arcore, tra cui Licia Renzulli, ex infermiera e oggi eurodeputata nel partito di Berlusconi.

Il sospetto dell'Espresso è che dietro a Bee ci sia Berlusconi, che avrebbe inventato un metodo complesso per far rientrare i capitali esteri mai dichiarati: i soldi finiscono in un fondo gestito ufficialmente da un prestanome che li spende acquistando un bene del reale proprietario, che in questo modo rientra in possesso, in Italia, di capitali occultati all'estero.

Capitali che Berlusconi, nonostante la smentita, possiede. Nel 2013 è stato infatti condannato in via definitiva perchè usava società estere per intermediare i diritti tv, lasciando all'estero soldi che sfuggivano al fisco italiano.

13 agosto 2015

Grecia: a sorpresa il PIL cresce?

La Grecia nel secondo trimestre di quest'anno ha fatto registrare una crescita del PIL dello 0,8%.

Per molti sarebbe una sorpresa. Ma basta pensarci un pò: a fine giugno Tsipras ha deciso di chiedere ai greci come la pensassero sul possibile accordo con l'UE per finanziare il debito greco. Il 30 giugno la Grecia non paga la rata al Fondo Monetario Internazionale, per 3 settimane a partire dall'ultima settimana di giugno le banche restano chiuse, per riaprire solo dopo uno scontro durissimo in cui il governo greco deve piegarsi alle richieste europee.

Perchè dunque dovrebbe essere una sorpresa un aumento del PIL dello 0,8% in un trimestre?

Le previsioni parlavano di una crescita del 2,5% nel 2015. Una previsione esagerata: lo 0,8% del secondo trimestre lascia pensare a una crescita dell'1,5% nel 2015.

Ma poi è arrivata la durissima trattativa con l'Unione Europea, la chiusura delle banche e previsioni di un calo nel 2015 del 2,5%.

Vedremo cosa succederà, ma intanto non stupiamoci se a metà agosto arriva un dato che conferma che una crescita c'era, prima di essere soffocata da pessime scelte politiche.

11 agosto 2015

Milan, Inter e altri

A 10 giorni dall'inizio del campionato e a 20 circa dalla fine del calcio mercato, la Gazzetta dello Sport dedica oggi una buona analisi alle strategie economiche delle società di calcio.

La domanda di partenza è: le squadre italiane si possono permettere gli acquisti che i tifosi sognano e che -almeno in parte- stanno realizzando?

Ovviamente la risposta è articolata, anche se l'inchiesta tocca solo le principali società di calcio italiane, perchè ognuno ha la sua strategia.

La Juventus è, tra le grandi, la migliore sul campo e anche nei conti: il fatturato è più che raddoppiato in pochi anni, dando la possibilità ai dirigenti di acquistare giocatori anche molto costosi ma senza fare follie che possano mettere in pericolo i conti.

Le follie vorrebbe farle invece la Roma, che spende un pò più di quel che dovrebbe e l'anno scorso ha obbligato gli azionisti a sottoscrivere un autmento di capitale, ma quest'anno agisce con il freno a mano tirato: acquisti sì ma senza esagerare e cessioni di giovani promesse per ottenere plusvalenze (i giovani sono costati poco e sono venduti a cifre molto più elevate) utili al bilancio.

A comprare i giovani della Roma è invece il Milan, che torna a spendere: Fininvest, vale a dire Berlusconi, pare essersi convinta che solo spendendo ci si può qualificare alla Champions League. Raggiungerla sarebbe un obiettivo importante per il Milan ma anche per Mediaset che ha sborsato molti milioni per ottenere i diritti televisivi della Champions League.

E poi c'è il discorso mr. Bee: Fininvest ha ceduto il 48% del Milan a mr. Bee, un broker, intermediario, indonesiano, il quale spera di rivendere le quote guadagnandoci. Per questo c'è bisogno di un Milan competitivo.

Diversa è la situazione dell'Inter. Il 70% della società è passata da Moratti a Thohir in cambio dell'assunzione da parte di quest'ultimo di circa 250 milioni di debiti in precedenza garantiti da Moratti.

Anche l'Inter, come il Milan, aspira alla Champions, ma dispone di molte meno risorse. Molti giocatori sono stati comprati con contratti che prevedono il pagamento nei prossimi anni e qualche episodio dovrebbe preoccupare i tifosi: l'Inter ha pagato con qualche settimana di ritardo il passaggio di Miranda dall'Atletico Madrid e oggi il Wolfsburg fa sapere che l'Inter non si può permettere l'acquisto di Perisic. Forse temono che le promesse future di pagamento siano troppo rischiose per una società che pare avere problemi di liquidità e che ha subito perdite per 200 milioni in due anni?


06 agosto 2015

Saviano s'è fermato a Pescara

Qualche giorno fa lo Svimez ha lanciato l'allarme: al Sud la crisi non è mai finita, il PIL non ha ripreso a salire, si fanno meno figli, la disoccupazione, specie quella giovanile, è alle stelle e chi può fugge.

Saviano ha colto l'occasione per polemizzare con Renzi, chiedendo interventi importanti per modificare questa triste situazione economica.

Oggi il ministro Galletti ha presentato una serie di interventi per affrontare il dissestro idro-geologico in Italia, mostrando su una cartina i luoghi di intervento, per i quali il governo ha stanziato un paio di miliardi.

Nessuna località toccate dagli interventi del governo si trova a sud di Pescara. In sostanza non viene finanziato alcun intervento importante nel sud. Niente in Campania, Sicilia, Calabria, tanto per citare regioni grandi, le prime due, o una regione come la Calabria dove le occasioni di intervento non mancherebbero.

Perchè niente a sud di Pescara?

Perchè gli interventi che il governo ha deciso di finanziare sono quelli "cantierabili". Vuol dire che gli enti locali hanno deciso quali interventi sono necessari e hanno preparato dei progetti che, superati gli ostacoli burocratici, richiedono solo un finanziamento e l'apertura dei cantieri.

Saviano chiede che si faccia qualcosa per il sud. Ma stanziare soldi non basta. Si devono mettere in piedi i progetti e in questo campo, come dimostrano tanti casi, spesso le regioni del sud (i politici e i funzionari che dirigono le amministrazioni locali) sono inefficienti.

Il ritardo del sud si spiega anche così.

04 agosto 2015

Grecia e il QE impossibile

Da qualche anno abbiamo imparato cos'è il quantitative easing (QE): un acquisto di grandi quantità di titoli di stato (ma anche di altri titoli, volendo) allo scopo di abbassare i tassi di interesse pagati dagli Stati (oltre che da imprese e consumatori) e per offrire alle banche liquidità da impiegare nell'economia. La speranza è che le banche, cedendo titoli di stato in cambio di liquidità, possano prestarla a famiglie e imprese così da stimolare consumi e investimenti, anche allentando la stretta del credito che di solito accompagna ogni crisi economico-finanziaria.

Se il QE ha questi effetti positivi -si chiederà qualcuno- perchè non utilizzarlo per far uscire finalmente la Grecia da una crisi drammatica? In fin dei conti molti Stati, a cominciare dagli USA, hanno beneficiato delle politiche di QE della propria banca centrale. Il calo dei tassi ha allontanato il timore che il debito di tali paesi potesse diventare insostenibile per un eccesso di spesa per interessi. Così è lecito chiedersi: perchè quel che ha funzionato altrove non si può applicare in Grecia?

La ragione è assai semplice: una banca centrale indipendente ha nel proprio statuto regole che impediscono l'acquisto di titoli troppo rischiosi. La banca centrale acquista preferibilmente titoli di stato perchè il rischio che lo Stato che li ha emessi non paghi è minimo ed è in ogni caso inferiore al rischio di insolvenza di una impresa.

Nel caso della Grecia però il rischio di default è elevato e questo perchè le entrate fiscali non sono certe, la spesa è eccessiva, la credibilità dei governi dopo l'annuncio dei conti falsificati è ai minimi termini, il PIL scende da anni, le banche sono sull'orlo del fallimento.

Per questi motivi la BCE non può acquistare grandi quantitativi di titoli di stato greci e partecipa con gli altri paesi europei alle trattative per convincere la Grecia a rendersi credibile.

Solo quando la credibilità sarà ripristinata, la BCE potrà acquistare i titoli greci come fa con gli altri stati.

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