C'è da chiederselo quando si legge Maurizio Pallante, un ex professore di lettere esperto in questioni ambientali, che spesso tira in ballo il PIL affermando che consumi ecologicamente più responsabili fanno ridurre il PIL. L'esempio offerto è quello dell'autoproduzione di yogurt (1): chi si produce in casa lo yogurt genera meno imballi, meno trasporti, meno inquinanti ... e quindi meno PIL.
Ma è tutto vero?
Cos'è il PIL
Il PIL è una misura del valore dei beni e dei servizi prodotti e venduti in un certo periodo. Una lavatrice, ad esempio, è il risultato della trasformazione di alcune materie prime, pagate pochi euro, in un prodotto pagato alcune centinaia di euro. Il produttore crea perciò valore, con il quale paga il lavoro e il capitale impiegati.
L'insieme dei valori creati dalle imprese costituisce il PIL. Maggiore è il PIL, maggiore è la somma che finisce per pagare salari e stipendi e dunque maggiore è il numero di persone con un lavoro. Ma anche profitti, interessi e entrate fiscali sono legati al PIL. Tutti buoni motivi per preferire la crescita del PIL che, come ha scritto Samuelson, è “un preliminare indispensabile per affrontare i grandi problemi della disoccupazione, dell'inflazione e dello sviluppo”.
Non è auspicabile invece la diminuzione del PIL, anche perchè se il valore complessivo di salari e stipendi scende, la diminuzione non è uguale per tutti: qualcuno perde il lavoro e il suo reddito si azzera, mentre altri lo mantengono.
Cosa non misura il PIL
Il PIL non misura la ricchezza, la distribuzione del reddito, il benessere, il contenuto etico o ecologico delle produzioni o quel che produciamo per noi stessi.
Così si creano apparenti paradossi. Una torta cucinata in casa aumenta il PIL molto meno di una torta comprata dal pasticcere. Paradossale? No, se si conosce il vero significato del PIL: quando compriamo la torta dal pasticcere paghiamo qualcuno che la cucina al posto nostro, mentre quando ce la cucina la nonna la ringraziamo e la riempiamo d'affetto ma non le paghiamo il lavoro svolto.
La ricchezza comprende il valore di case, terreni, quote azionarie, gli importi dei conti correnti, il valore di barche, auto, gioielli, ecc.: se un terremoto distrugge un edificio, la ricchezza diminuisce, mentre il PIL resta immutato. Se ricostruiamo la casa il PIL cresce. Chi crede che il PIL misuri la ricchezza dice che il terremoto fa aumentare il PIL, anche se si distrugge ricchezza, e sottolinea che questo risultato è paradossale.
Il PIL però non misura la ricchezza, e il paradosso è figlio di un errore.
Il PIL poi non misura la distribuzione del reddito o le caratteristiche della produzione: un euro di PIL prodotto dal panettiere vale come un euro frutto del lavoro di uno spacciatore. Un euro derivante da una produzione biologica vale come un euro generato dalla produzione di un bene inquinante.
Appare dunque un pò strano l'uso che Pallante fa del concetto di PIL. Ancora meno comprensibili le distinzioni che Pallante fa tra bene e merce o le parole sul PIL (2).
Prodotti ecologici e PIL
La scelta di produrre lo yogurt da sè ha un effetto certo sulle nostre tasche: si risparmia denaro, in cambio di tempo e impegno. Ma non è detto che gli effetti sul PIL o sull'ambiente siano a senso unico.
E' vero che si consumano meno risorse, impiegate per produrre e trasportare i prodotti dalla fabbrica al supermercato, ma questo è vero solo nell'ipotesi che i soldi risparmiati non siano usati in altro modo.
I risparmi possono essere impiegati direttamente, acquistando altri prodotti, magari più inquinanti. Oppure finiscono in banca, per essere prestati a soggetti che li impiegano per aumentare i loro investimenti, i consumi, la produzione di beni e servizi.
Il PIL non diminuisce, anche se produrre da sè una torta o uno yogurt offre molte soddisfazioni.
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(1) ttp://www.riflessioni.it/ecoriflessioni/manifesto_decrescita_felice.htm
(2) vedi http://www.decrescitafelice.it/?p=95 La distinzione tra bene e merce è estranea all'economia: il bene è per Pallante qualcosa che ha certe caratteristiche che non tutte le merci possiedono, mentre la misura del PIL non distingue affatto in base ai contenuti ecologici o etici