01 novembre 2009

FAQ sul signoraggio bancario (2)

Se la Banca Centrale stampasse banconote da cento euro al costo di pochi centesimi e le immettesse in maniera diretta in circolazione nell'economica senza nessuna esigenza o necessità, che cosa succederebbe?

La Banca Centrale crea moneta con una accredito su un conto. Poi una certa quota viene usata sotto forma di contanti anzichè sotto forma di bonifico bancario, assegni ecc. e allora stampa una certa quantità di banconote per soddisfare questa esigenza di contanti.

Le banconote costano in effetti poco. Ma non sono "vendute" e non sono prestate. Sono immesse in circolo come l'acqua viene immessa, in un'auto, in un circuito di raffreddamento e lì circola per raffreddare il motore.

Se la produzione di moneta è troppa c'è il rischio che l'economia funzioni peggio del previsto (un pò come succede se l'acqua è poca nel radiatore): creando troppa moneta c'è troppo credito. I soldi prestati servono ad acquistare più beni e servizi e l'eccesso di domanda fa salire i prezzi.

Non esiste però un legame stretto e necessario tra più moneta e prezzi più alti. Dipende dal contesto, dalle situazioni concrete.

Perchè si dà tanta importanza alle questioni monetarie mentre il successo o l'insuccesso di alcune aziende (da Fiat a Parmalat) dimostra che le faccende monetarie hanno poco o nessun peso?

Per decenni le scelte dei governi e delle autorità monetarie a proposito di tassi di interesse o tassi di cambio, hanno occupato le pagine dei giornali, togliendo spazio ad altre questioni di politica economica.
In Italia la struttura industriale è sempre stata debole, e lo stesso dicasi per lo stato. Così ogni qual volta la domanda cresceva, spesso per effetto di una maggiore dose di spesa pubblica, aumentavano prezzi e importazioni, creando tensioni sui cambi. La lira tendeva a svalutarsi, la Banca d'Italia interveniva rialzando i tassi di interesse sia per raffreddare la domanda che per attirare capitali.

Sui giornali si innescavano infinite polemiche sulle scelte relative a cambi e tassi di interesse, circa l'opportunità delle svalutazioni e le relative conseguenze, con favorevoli e contrari e interessi diversi.

Invece erano meno popolari e spinosi per qualcuno, gli altri argomenti, come la politica industriale o la politica fiscale. Si preferiva dare le colpe alle banche centrali piuttosto che fare i conti con l'imprenditore miope e magari evasore.

Così succede che qualcuno, semplificando un po' troppo, considera le banche centrali e le banche in genere le sole responsabili di ogni problema economico, dimenticando tutto il resto. Uno di costoro è arrivato a scrivere, qualche anno fa, che i problemi della Fiat consistevano solo in una mancanza di soldi.

Oggi che la crisi Fiat è terminata, possiamo dire che le politiche monetarie sono rimaste le stesse e le banche centrali pure, mentre Marchionne ha smentito, occupandosi di auto e non di soldi, le bizzarre teorie di quello strano personaggio.

2 commenti:

  1. ma hai mai affrontato studi economici??? perchè dalle tesi portate avanti, in questo sito, sembra proprio che non abbiate mai aperto un libro di economia...

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  2. Anonimo 2, illuminaci sugli errori. Sempre se ne hai le capacità.

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