Se non possiamo fare riferimento all'oro o ad altri metalli preziosi perché accettiamo di usare l'euro?
La moneta è, anzitutto, uno strumento di pagamento. Serve ad acquistare un litro di latte (bene) o un biglietto per l'autobus (servizio), a pagare gli stipendi o a comprare casa.
Perché l'accettiamo quando ci pagano? Perché sappiamo di poterli spendere in quanto siamo certi che altri li accetteranno.
Ciascuno di noi è “disposto ad accettare moneta solo se si aspetta che anche gli altri individui facciano altrettanto”. Occorre fiducia nell'uso della moneta e non importa com'è fatta la moneta: “La caratteristica dell'accettabilità non è determinata da proprietà fisiche della moneta, ma è una proprietà che la moneta acquisisce come risultato dell'interazione strategica degli individui e delle loro congetture” (1).
La fiducia richiede istituzioni e regole che garantiscano “fiducia nel suo potere d'acquisto futuro, nella persistenza della convenzione in virtù della quale il passaggio di mano di moneta esaurisce l'atto di pagamento” (2).
Una delle regole impone di accettare la moneta legale usata in uno stato: ieri la lira e oggi l'euro.
E' bene precisare che l'accettazione va intesa a senso unico: posso accettare una moneta, ma non posso rifiutarla. Se potessi rifiutare l'euro, anche chi mi paga lo rifiuterebbe: non vorrebbe una moneta che non può spendere. Il rifiuto di pochi potrebbe scatenare una serie di rifiuti a catena fino a rendere inutilizzabile una moneta.
La libertà di rifiutare una moneta rischierebbe di uccidere una moneta senza aprire la strada all'uso di un'altra moneta, che potrebbe essere rifiutata.
Un sistema con più monete sarebbe inefficiente: imprese e consumatori dovrebbero possedere le diverse monete, subendo perdite reali (mancati interessi) o potenziali (perdita di una moneta rispetto all'altra).
Inoltre in un sistema con più monete, una moneta potrebbe scomparire, lasciando chi la possiede con un mucchio di carta straccia in mano. Ciò accadrebbe se chi usa una moneta si convincesse che essa è destinata a svalutarsi rispetto all'altra (o alle altre). La conseguenza sarebbe il rifiuto di usare la moneta in questione, fino a trasformarla in carta straccia.
Per evitare confusione e costi evitabili, si preferisce, oggi, usare una sola moneta, e si obbligano i cittadini ad accettarla.
Se l'accettazione, come detto, va intesa a senso unico, sbaglia chi scrive che il valore di una moneta dipende dall'accettazione. Se non c'è unanimità, la moneta alternativa avrebbe valore solo tra chi decide di accettarla. Per gli altri il valore dipende dalla possibilità di convertile la moneta alternativa nella moneta preferita.
Il valore in euro di una moneta alternativa (MA) per chi non l'accettasse dipenderebbe dal numero di euro che si ricevono in cambio di una unità di MA.
Se si diffondesse il timore di una futura svaluazione della MA rispetto all'euro o di difficoltà nel convertire la MA in euro, chi, in un primo momento, ha deciso di accettare la MA la rifiuterebbe e chi continuasse ad accettare la MA rischierebbe di trovarsi con una moneta priva di alcun valore (espresso in euro).
Chi, in un primo momento, ha accettato una moneta avrebbe, in altri termini, interesse a rifiutarla, preferendo l'euro alla MA. Ma tale preferenza causerebbe il crollo del valore della moneta alternativa.
La moneta accettabile (o no) sarebbe solo una palla al piede per l'economia. Aumenterebbe i costi e le incertezze di imprese e consumatori.
Ma c'è l'oro! potrebbe esclamare qualcuno. Ma perché si accetta l'oro nei pagamenti? Perchè ha valore, potrebbe dire un sostenitore dell'oro.
Già, ma cosa significa che l'oro ha valore?
Nei secoli passati i grandi mercanti (e solo loro) usavano l'oro perché era accettato ovunque come mezzo di pagamento. Chi partiva per la Cina o l'India sapeva che avrebbe potuto usare l'oro. Era accettato praticamente ovunque, vale a dire funzionava come una moneta. Ma nessuno ci obbliga a accettare l'oro, se non lo vogliamo.
Dunque non c'è alcuna differenza tra l'oro e una moneta cartacea: se possiamo rifiutare una banconota da 10 euro perché non ho certezze sul fatto che altri l'accetteranno, possiamo rifiutare l'oro per lo stesso motivo.
Ancorare la moneta all'oro non la rende più accettabile e non garantisce alla moneta un maggior valore. In compenso rende più caro l'uso di uno strumento di pagamento, perchè richiede il possesso di un oggetto costoso, l'oro.
Chi non è convinto di ciò descrive l'euro come carta straccia, perché non ancorato all'oro. Se fosse vero, costui dovrebbe accettare un banale scambio: carta straccia (una banconota da 50 euro) in cambio di altra carta (un foglio bianco di peso e dimensioni maggiori).
Accetterà? Naturalmente no. L'euro non è carta straccia e chi lo afferma non è disposto a scambiare la sua carta (banconota) con la vostra carta (un foglio qualsiasi). Il valore non dipende dall'oro e la mancanza di una riserva d'oro non trasforma la banconota in carta straccia.
In conclusione c'è una sola ragione che ci spinge ad accettare una moneta: la certezza certezza che altri l'accetteranno. Certezza che dipende anche dalla legge che, impedendo che qualcuno dica "no, grazie, non voglio l'euro", ci rassicura sul fatto di poter usare una moneta e ci dice che una banconota non è carta straccia.
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(1) Bagliano, Marotta, Economia monetaria, Il Mulino, pag. 31
(2) Giannini C., L'età delle banche centrali, Il Mulino, pag. 31