08 dicembre 2010

I compromessi (con ricatto) di Obama


La vittoria repubblicana nelle elezioni di novembre costa cara alla sinistra e ai conti pubblici americani.

I repubblicani hanno messo sotto ricatto Obama. La disoccupazione negli USA è vicina al 10% della forza lavoro e per non lasciare milioni di persone senza un dollaro, Obama ha douto accettare i diktat repubblicani. Per mantenere i sussidi di disoccupazione per altri 13 mesi ha dovuto accettare il rinnovo dei tagli alle imposte ai ricchi.

La misura, introdotta da Bush, pesa per oltre 100 miliardi di dollari sul bilancio statale. Più di 100 miliardi a favore di chi ha un reddito dai 250.000 dollari in su. La misura, in scadenza a fine anno, sarà rinnovata. Tagli confermati anche per chi guadagna qualche milione di dollari l'anno.

In compenso chi guadagna 50.000 dollari potrà godersi 1000 dollari in più in busta paga, grazie alla riduzione dei contributi sociali a carico del lavoratore. Un atto che sa tanto di populismo, col fine ben preciso di accontentare il lavoratore "medio" e conquistarne il consenso, evitando che si scandalizzi dei regali ai milionari, e per indebolire Obama che fa tremare i liberisti repubblicani, capaci solo di desiderare tagli alle imposte.

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