14 dicembre 2010
I segreti dell'INPS
Come avevo anticipato in un lungo articolo sulle pensioni i nodi dell'INPS cominciano a venire al pettine, come ben stigmatizzato in un articolo del Corriere della Sera che riprende dei dati INPS sull'evoluzione della spesa pensionistica dei prossimi 40 anni.
Chi andrà in pensione con il sistema contributivo, cioé quasi tutti noi, godranno di un non invidiabile rapporto di sostituzione massimo di circa il 55%. In media circa il 46%.
Ciò significa che la pensione sarà il 46% dell'ultimo stipendio. Posto che si lavori sempre e si riesca ad accumulare un sufficiente numero di anni di contribuzione e un'età.
Poi quanti anni e che età rimane un mistero ancora da sciogliere, visto che si parla già di aumentare l'età di pensionamento fino 70 anni!
Ma d'altronde se il sistema si deve autosostenere non può essere che così. Se la vita media aumenta il rapporto tra anni lavorati e anni in pensione non può variare. Non si può pretendere di lavorare 20 anni e poi stare in pensione 30 anni con una pensione decente.
Quello che fa veramente pensare è che certe categorie che versano poco (vedi le gestioni separate) rischiano di avere una pensione inferiore alla pensione minima dell'INPS. E allora che vantaggi avrebbero a versare l'INPS?
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