13 ottobre 2016

Effetti (pesanti) della Brexit

Come se la cavano gli inglesi a quasi 4 mesi dal voto che sancì l'uscita dall'Unione Europea?

Gli effetti evidenti finora della Brexit sono pochi. Il turismo ne ha tratto beneficio. Grazie alla sterlina debole in estate sono aumentati i turisti stranieri che hanno deciso di visitare il Regno Unito e di acquistare prodotti meno cari grazie alla svalutazione.

Sembra esserci invece un rallentamento della produzione industriale, anche se è presto per dirlo. La maggiore minaccia invece arriva dai prezzi che rischiano di impennarsi.

Tesco, la prima catena di supermercati del paese ha annunciato che Unilever ha intenzione di aumentare, a causa della svalutazione della sterlina, molti prodotti importati in GB. L'inflazione potrebbe dunque subire una vera e propria impennata, visto che la sterlina ha perso oltre il 15% del proprio valore.

Ma l'aspetto forse peggiore è il timore che la Brexit provochi un calo del PIL quasi del 10%. La Gran Bretagna, Londra in particolare, ospita il più grande mercato finanziario europeo. Londra raccoglie capitali da tutto il mondo e li presta al mondo, a cominciare dall'Europa.

Se l'UE vietasse alle banche e alle altre istituzioni finanziarie britanniche di operare nell'Unione come se fossero comunitarie, queste dovrebbero aprire filiali nell'Unione, costringendo migliaia di persone con ottimi stipendi e benefits a trasferirsi nell'Unione. La perdita di redditi e imposte soprattutto per Londra sarebbe notevole. Di qui l'ipotesi di una perdita considerarevole di prodotto interno lordo.

Un perdita che insieme alla probabile inflazione e alla svalutazione della sterlina sarebbe sufficiente a convincere chiunque abbia un pò di buon senso a respingere qualunque progetto di uscita dall'UE o dall'euro.





07 ottobre 2016

Pavia calcio

Fallisce il Pavia calcio, lasciando un buco di alcuni milioni di euro. La notizia non sarebbe interessante se non fosse per il fatto che per un paio d'anni la squadra è stata comprata da un fondo cinese interessato a compiere alcuni investimenti immobiliari nella zona di Milano.

I cinesi sono arrivati, hanno investito nel calcio, si sono mostrati generosi, hanno promesso uno stadio nuovo, aperto un negozio per vendere magliette della squadra salvo poi non fare nulla, oltre agli investimenti extra calcistici che possono generare un utile.

Probabile che volessero farsi pubblicità, che desiderassero qualche aiutino per affrontare la burocrazia, insomma per entrare in qualche business redditizio in Lombardia. Ottenuto questo risultato, hanno abbandonato il calcio, lasciando una scia di debiti.

Il calcio difficilmente è redditizio e chi butta i suoi soldi per pagare giocatori e allenatori, spesso ha un secondo fine. È un imprenditore che usa il calcio per fare buoni affari (Ferlaino ha usato il Napoli per ottenere lavori per la sua società di costruzioni) o vuol passare alla storia come un benefattore capace di far felici milioni di tifosi.

Ai cinesi ma anche a altri stranieri che arrivano nei campionati italiani interessa guadagnarci. E quando una squadra non gli serve più la scaricano: perder soldi non piace a nessuno, neppure a chi è molto ricco.

02 ottobre 2016

Deutsche Bank

Cosa succede a Deutsche Bank?

E' chiaro da tempo che Deutsche s'è specializzata in derivati che alzano alle stelle il rischio di subire perdite anche rilevanti.

A questo rischio si aggiunge l'incertezza sulla multa (14 miliardi che saranno oggetto di trattativa, con la possibilità che si scenda a 5 miliardi) che le autorità americane hanno inflitto per i mutui subprime. 14 miliardi sono davvero tanti, per una società che in borsa vale 16 miliardi.

C'è quindi la possibilità che Deutsche Bank abbia bisogno di un aumento di capitale che potrebbe essere solo il primo di una lunga serie perchè siamo in presenza di conti "opachi", ovvero di perdite potenziali difficili da valutare che potrebbero manifestarsi nel corso di anni.

Tutto ciò è sufficiente a spiegare il calo del titolo in borsa:: Deutsche Bank ha perso oltre il 50% dall'inizio dell'anno. Non spiega però quello che è successo nei giorni scorsi.

Alla paura degli azionisti di subire perdite, s'è aggiunto il timore di alcuni fondi che operano attraverso Deutsche Bank. I fondi hanno depositato presso la banca somme enormi e usano i servizi della banca per comprare e vendere azioni, obbligazioni, derivati.

Se la banca va male, aumenta il rischio di perdite anche per i clienti della banca. In caso di fallimento i fondi potrebbero recuperare solo in parte i soldi depositati sui loro conti presso Deutsche Bank oppure potrebbero recuperarli ma dopo molto tempo.

Entrambi gli scenari, molto negativi per chi compra e vende quotidianamente titoli per somme enormi, hanno suggerito ai fondi di ritirare un pò di soldi dai loro conti presso la banca tedesca.

S'è  così delineato lo scenario peggiore: clienti che ritirano i soldi dalla banca, inducendo altri a fare altrettanto. Successe nel 2008 con Lehman, la banca centrale di New York e il governo americano rimasero a guardare e fu il disastro che ben conosciamo.

Imparata la lezione, la BCE non dovrebbe commettere l'errore di lasciare Deutsche Bank senza liquidità, per cui c'è da aspettarsi che Draghi offra, se necessario, tutta la liquidità di cui ha bisogno.

Resta aperta la questione di un probabile aumento di capitali: chi lo sottoscriverà? Si pensa al goveno tedesco che però deve fare i conti con un'opinione pubblica ostile ai salvataggi.

E salvare Deutsche Bank è importantissimo per l'economia europea oltre che per quella tedesca. Deutsche è una banca così grande e intrecciata con altre banche europee che un eventuale fallimento avrebbe conseguenze gravissime per tutto il sistema bancario europeo. I danni di un eventuale improbabile fallimento si diffonderebbero in tutta Europa con effetti gravi per tutta l'economia continentale.

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