29 novembre 2020

Cancellazione del debito?

Perchè l''idea di cancellare il debito pubblico causato dall'emergenza COVID è stata sonoramente bocciata dalla BCE?

Se si deve cancellare un debito, la prima domanda che viene in mente è: "Chi lo deve cancellare e con quali risorse?". Si può pensare che la risposta sia il creditore. E sappiamo che una parte non piccola del debito pubblico di molti paesi dell'area UE è nelle mani della BCE. Quindi potrebbe essere la BCE, che -suggerisce qualcuno- crea moneta dal nulla a cancellare il credito che ha verso gli stati ovvero una parte del debito pubblico?

La moneta creata dalla BCE come quella di tutte le banche centrali non è una ricchezza creata dal nulla. Altrimenti perchè non condonare tutto il debito pubblico e magari anche quello privato? 

Già, c'è il debito privato. Le banche centrali preferiscono acquistare titoli del debito pubblico. Sarebbe meglio, invece, se acquistassero titoli del debito privato, per esempio obbligazioni emesse da grandi aziende perchè queste spendono subito i soldi a disposizione e se gli si cancellasse il debito avrebbero indubbi benefici che trasferirebbero ai dipendenti, ai fornitori, ecc. L'economia funzionerebbe meglio, le crisi si risolverebbero prima. 

Ma questo non succede perchè i titoli del debito privato sono meno sicuri (e quindi le banche centrali non li comprano) e perchè, come detto, la BCE non crea ricchezza dal nulla, quando crea moneta.

Quando compra titoli di stato, accredita l'importo dell'acquisto sui conti delle banche che li vendono. Nel bilancio della banca centrale, la moneta finisce nel passivo dello stato patrimoniale della banca, mentre il titolo del debito pubblico finisce nell'attivo, proprio come succede nel bilancio di una impresa con un credito verso un cliente o un immobile.

Se il cliente non paga, l'impresa subisce una perdita, e lo stesso vale per la BCE. Se lo Stato non paga perchè il debito pubblico è (in parte) cancellato, la BCE subisce una perdita. Che non può compensare con una creazione di ricchezza che non esiste. Il reddito della BCE sono gli interessi pagati dagli stati sui titoli. Soldi che finiscono agli stati, tramite le banche centrali nazionali.

Quindi la BCE potrebbe al massimo rinunciare ai propri profitti o usare le riserve, vale a dire soldi messi da parte per garantire la politica dei cambi. Come dire che metto da parte soldi per le emergenze. Se li uso e poi ne ho bisogno, cioè se c'è un'emergenza cosa succede? Son costretto a vendere casa andando a dormire sotto un ponte?

Usare i profitti per condonare un debito, vuol dire creare un buco nelle entrate degli stati. 100 miliardi in meno di debito - supponiamo- e 100 in meno di entrate... 

Usare le riserve significa rinunciare a uno dei motivi per cui esiste la BCE: garantire una moneta stabile. Obiettivo per raggiungere il quale servono riserve ingenti. L'euro sarebbe in balia della speculazione con effetti imprevedibili sui commerci, la ricchezza, i flussi di capitali.

Insomma la bacchetta magica contro il debito pubblico non esiste e quella di David Sassoli è stata un'uscita infelice. 

11 novembre 2020

Vaccino Pfizer e vaccino russo

 L'annuncio, lunedì, che il vaccino Pfizer funziona al 90% ha fatto impennare gli indici di borsa. E l'annuncio di un vaccino russo efficace al 92% ?

Ecco il grafico. A sinistra la reazione dell'indice della borsa di Milano e a destra... la borsa non ha reagito all'annuncio dei russi. 

Questioni di credibilità.




08 novembre 2020

La pessima idea di tagliare gli stipendi statali

 Nel bel mezzo di una pandemia che costringe a stare chiusi in casa e causa infinite incertezze personali e economiche, qualcuno ha lanciato l'idea di tagliare gli stipendi statali e magari le pensioni, per riequilibrare i conti o trovare le risorse per aiutare chi si trova a dover chiudere la propria azienda a causa del Covid19.

E' un'idea pessima e cerco di spiegarvi il perchè.

La crisi ha causato un crollo del PIL perchè molte attività economiche sono state costrette a sospendere o a ridurre fortemente la produzione e la vendita di beni e servizi. L'economia in questi casi tende a avvitarsi su se stessa, ovvero la crisi di un settore si estende a un altro settore con un pericoloso effetto moltiplicativo: se i bar e i ristoranti sono costretti a chiudere, per esempio, i loro fornitori (di cibi e bevande, per esempio) sono costretti a diminuire la produzione e così succede ai loro fornitori. 

Per questo motivo si fa ricorso alla cassa integrazione e ad altri aiuti, che servono a compensare le imprese dei danni subiti a causa del lockdown. Non è solo un sostegno a persone e imprese colpite dagli effetti del lockdown ma un sostegno alla domanda.

Tuttavia l'economia con gli aiuti è uguale a quella di prima. 

Intanto perchè gli aiuti non compensano per intero i mancati guadagni, vale a dire la cassa integrazione non mette nelle tasche di chi la riceve gli stessi soldi che aveva prima del Covid19. 

Poi perchè non si può spendere come prima, viste le limitazioni causate dalla pandemia. Finchè la situazione non sarà risolta non potremo viaggiare in aerei affollati, non andremo in discoteca o al bar come facevamo prima.

Infine -ed è la ragione più importante- perchè la crisi economica causata dal Covid19 ha ridotto molte certezze, economiche e non. Chi riceve aiuti sa che il suo posto di lavoro o la sua impresa è a rischio. Spende quei soldi, certo, ma taglierà il superfluo, ridurrà i progetti di investimento o alcuni consumi. E lo farà anche quando la pandemia sarà superata e le principali incertezze spariranno. 

In questo contesto l'idea di ridurre stipendi pubblici e pensioni non può che essere una pessima. 

Come tutti, ma forse meno di altri, questi percettori di reddito consumano meno di prima, perchè sono meno le occasioni per spendere e perchè risparmiano in vista di future necessità (per esempio l'aiuto a un parente o spese mediche impreviste). Dire loro che i loro redditi potrebbero diminuire è un ulteriore invito a non consumare, proprio in un momento in cui l'economia avrebbe bisogno di certezze e di maggiori consumi.

I risparmi per i conti pubblici si tradurrebbero in altri termini in un calo generalizzato dei consumi e si farebbe ancora più fatica in seguito a tornare al livello precedente, con un maggior numero di imprese costrette a chiudere o fallite.

06 novembre 2020

Corso di Contabilità per principianti - 4 - i conti economici

Passiamo ora ai conti economici, che sono quelli comportano la registrazione di costi e ricavi.

L'impresa compra beni e servizi, sopportando dei costi

Poi li trasforma e vende altri beni e servizi, ottenendo dei ricavi.

Anche se in modo approssimativo, possiamo dire che il costo si verifica e va registrato nella contabilità quando l'impresa, acquistando un bene, riceve la fattura (o emette un altro documento, come la busta paga del lavoratore) e il ricavo si verifica e dev'essere registrato quando l'impresa, vendendo un bene, emette una fattura.

I costi si registrano in dare di un conto che indica la tipologia del costo. 

I ricavi invece si registrano in avere di un conto che può indicare la tipologia del ricavo.


Qualche nota.

La fattura è un documento emesso dall'impresa che vende un bene/servizio e destinato a quella che lo acquista, nel quale si specifica solitamente la tipologia dei beni/servizi venduti, il prezzo unitario, la quantità venduta. Per esempio 5 tonnellate di acciaio al prezzo di n euro la tonnellata, per un totale di N euro. 

Questa somma dev'essere registrata nella contabilità di chi vende (e quindi emette la fattura) e di chi compra (e quindi riceve la fattura). 

L'IVA invece non fa parte di costi e ricavi.

Periodicamente, per esempio una volta l'anno, l'impresa somma tutti i costi e tutti i ricavi e quindi l'utile, se i ricavi superano i costi o la perdita, nel caso in cui i costi superino i ricavi.

Infine ho specificato che i costi e i ricavi si registrano quando l'impresa riceve la fattura (costi) o la emette (ricavi) perchè sovente le imprese pagano le fatture in ritardo rispetto alla data di emissione.

Emissione e pagamento (quasi sempre) non avvengono in contemporanea e quindi registrazione della fattura e pagamento sono fatti diversi da non confondersi ai fini della registrazione contabile.

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