Una leggenda internettiana racconta che dei
partecipanti al capitale della Banca d'Italia si sapeva poco o nulla prima che, nel 2003, Mediobanca pubblicasse l'elenco di quasi tutti i partecipanti al capitale (
vedi qui).
La questione mi ha incuriosito. Ho notato che in molti dicono l'elenco dei partecipanti era "
riservato". Vuol dire che i dati non sono segreti, ma neppure resi pubblici. Chi li ha, li tiene in un cassetto mostrandoli solo a chi ha diritto di conoscere tali dati.
A dire che l'
elenco era riservato è stato il settimanale religioso Famiglia Cristiana in un trafiletto nel primo numero del 2004 (
vedi qui). Gli altri hanno preso per buono il trafiletto e hanno diffuso il concetto.
E qui mi viene in mente la bufala secondo cui Kennedy è stato ucciso per questioni legate al signoraggio.
Se si cerca la fonte si scopre che si tratta di un altro periodico religioso, citato nel libro di Auriti intitolato Il paese dell'utopia, ed edito da una diocesi veneta.
Insomma, che si tratti dell'
uccisione di Kennedy o dei partecipanti al capitale della Banca d'Italia, la fonte è sempre un periodico religioso.
La tesi dell'elenco riservato appare allora debole. Ma è vero che prima dei dati di Mediobanca non si sapeva nulla dei partecipanti al capitale della Banca d'Italia?
La dottoressa Scatamacchia che ha scritto Azioni e azionisti. Il lungo Ottocento della Banca d’Italia, mi ha fatto notare che la Banca è diventata
istituto di diritto pubblico nel 1936. La legge del 1936 (articoli 20 e 21) dice che le quote della Banca sono riservate a banche, assicurazioni e istituti di previdenza.
Perciò sono andato a cercare le quote del capitale di Bankitalia
nei bilanci disponibili on line delle banche relativi ad anni precedenti lo studio di Mediobanca. Con un pò di pazienza si trovano bilanci degli anni attorno al 2000 e le quote possedute dalle singole banche.
Mediobanca ha letto i bilanci prendendo nota delle quote del capitale di Bankitalia possedute da banche e assicurazioni. Chiunque avrebbe potuto fare lo stesso. Bastava disporre dei bilanci delle banche e di pazienza.
Se le quote erano indicate nei bilanci bancari prima dello studio di Mediobanca si può escludere che i dati prima dello studio fossero riservati: erano disponibili e
chiunque avrebbe potuto ricostruire l'elenco dei partecipanti, se solo avesse voluto.
A questo punto mi sono chiesto se qualcuno si fosse mai chiesto chi fossero i partecipanti al capitale della Banca.
Alla ricerca di qualche fonte, ho chiesto aiuto al professor
Gianni Toniolo, che mi ha consigliato di cercare i libri di
Renato De Mattia, scoprendo che nel
1977 ha scritto Storia del capitale della Banca d'Italia e degli istituti predecessori, edito dalla Banca d'Italia.
E' curioso che la Banca, che secondo Famiglia Cristiana avrebbe nascosto per anni i dati, abbia invece pubblicato oltre 30 anni fa un libro, disponibile in decine di biblioteche pubbliche in tutta Italia, in cui si affronta l'argomento.
E ancora più curioso è ciò che si può leggere nella prefazione: il primo ad essersi occupato -con l'assenso del governatore Azzolini- del tema del capitale della Banca è stato, nel 1938, Paolo Baffi, che diventerà a sua volta governatore.
Lo studio di Baffi, interrotto a causa della guerra, è stato poi ripreso, idealmente, da De Mattia a metà degli anni '70 e sfociato in un volumino libro edito dalla Banca d'Italia.
Possiamo quindi
escludere che Banca d'Italia o i suoi massimi dirigenti abbiano mai voluto
nascondere notizie relative al capitale.
Fine prima parte