15 giugno 2022

La BCE ci ripensa?


Riunione straordinaria della BCE, oggi, dopo che l'annuncio della scorsa settimana di un aumento dei tassi e della riduzione degli acquisti di titoli pubblici ha sconvolto i mercati finanziari, provocando un forte calo dei valori azionari e un preoccupante aumento dello spread dei paesi "deboli" come l'Italia.

Secondo Repubblica la BCE vuole capire il motivo. Avevo segnalato nel 2010 che i mercati stavano diventando sempre più veloci e che la speculazione era più aggressiva. Basterebbe guardare le criptovalute: il loro valore in euro oscilla in modo impressionante, per effetto soprattutto della speculazione. Se il valore sale, molti comprano sperando di guadagnarci. Se scende, si vende prima che scenda ancora. La mancanza di un legame con qualcosa di reale accentua il fenomeno. 

Le decisioni della scorsa settimana hanno fatto aumentare lo spread perchè, con un rendimento finalmente positivo dei titoli di stato più solidi, si abbandonano quelli dei paesi "deboli" che hanno troppo debito. Si vendono i titoli dei paesi troppo indebitati, si comprano quelli meno rischiosi e lo spread sale.

La BCE non è riuscita a immaginare che sarebbe finita così? 

Lo strumento dei tassi è uno strumento grossolano. C'è chi beneficia se i tassi diminuiscono, perchè deve pagare il mutuo sulla casa, le rate dell'auto o i debiti dell'impresa, ma c'è anche la speculazione che prende in prestito soldi, guadagna anche poco, restituisce il capitale pagando poco sotto forma di interessi. 

E la speculazione può avere effetti negativi. Può far salire il prezzo delle materie prime o dei generi alimentari, mettendo in difficoltà le imprese e i consumatori che alla fine possono trovarsi a pagare più di quanto ottengono dalla diminuzione dei tassi.

Occorre dunque usare altri strumenti e in modo diverso gli strumenti esistenti, guardando alle esigenze delle economie che risentono delle decisioni della BCE. Continuando a acquistare i titoli dei paesi "deboli" chiedendo loro di non diventare ancora più deboli, ovvero imponendo un tetto alla crescita del debito, mentre non si devono acquistare i titoli dei paesi più forti, come la Germania, che richiedono tassi più alti per remunerare il risparmio. 

10 giugno 2022

Crollo delle banche

Perchè l'annuncio di un aumento dei tassi fa crollare il valore in borsa delle banche? 

In piccola parte perché c'è uno spostamento dei capitali verso titoli più sicuri come i titoli di Stato e in gran parte perché le banche italiane sono piene di titoli di Stato con un rendimento molto basso. Il loro valore diminuisce quando vengono emessi altri titoli di Stato dal rendimento più alto e quindi anche il valore delle banche tende a diminuire.

A questo si aggiunge la prospettiva di un peggioramento dell'economia causato dall'aumento dei tassi, sia perchè i cittadini e le imprese spenderanno e investiranno di meno, dovendo pagare più interessi, sia perchè lo Stato si troverà a fare i conti con una maggior spesa per interessi e quindi dovrà intervenire sul bilancio pubblico rinunciando a qualche spesa o aumentando le entrate fiscali.

09 giugno 2022

Leonardo il guerriero

Quanto vale una guerra? 

Tanto, se si guarda il titolo Leonardo, azienda italiana molto attiva nella produzione di armamenti. 

L'azione Leonardo, ex Finmeccanica, il 30% delle quali appartiene allo Stato, 5 anni fa valeva oltre 15 euro. A fine 2017 però le cose non vanno tanto bene e un annuncio molto negativo su alcuni prodotti e sui conti, fa crollare il titolo di oltre il 20% in una sola seduta di borsa.  

"Nel 2017 Leonardo toccherà il fondo, dal 2018 comincerà la risalita", disse l'amministratore delegato Alessandro Profumo. E in effetti il titolo risale, anche se di poco, negli anni successivi, sfiorando il 12 euro prima della pandemia, per poi crollare a meno di 5 euro quando il virus costringe mezzo mondo a stare chiuso in casa.

La ripresa è lenta. L'azione vale poco più di 6 euro quando appare chiaro che la Russia potrebbe invadere l'Ucraina, evento che fa schizzare in alto il valore della controllata dello Stato, che oggi vale quasi il doppio di 100 giorni fa.
Insomma la guerra rende bene, specie se non è solo un pericolo lontano e improbabile.


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