Sapevate che Paolo Rossi è stato, per qualche tempo, il giocatore più valutato in Italia?
Nella storia del calciatore che dopo due anni di squalifica fece 6 gol al Mondiale, regalando la vittoria all'Italia, ci sono anche episodi che raccontano che il calcio non è poi cambiato molto negli ultimi 40 anni e oltre.
Per tre anni, dal 1976 al 1979 Rossi è legato al Vicenza che allora si chiamava Lanerossi Vicenza. Aggirando le regole sulle sponsorizzazioni, la società veneta aveva messo il nome nello sponsor nella denominazione sociale.
Rossi arrivava dalla Juventus che, dopo averlo scoperto e dopo tre infortuni che lo tengono fermo a lungo, lo cede al Vicenza in comproprietà, dopo un prestito al Como. Al momento di risolvere la comproprietà, il Vicenza offre 2,6 miliardi di lire contro meno di 1 della Juventus.
Fino a quel momento il giocatore più pagato nella storia del calcio italiano era stato Savoldi. Un paio di miliardi pagati dal Napoli. Meno di quel che paga il presidente del Vicenza, Farina, per metà del cartellino di Rossi, che quindi vale oltre 5 miliardi di lire.
Un'esagerazione alla fine degli anni '70, nel bel mezzo di una crisi petrolifera e del terrorismo. Anche per questo la Juventus, di proprietà Fiat, offrì poco.
Il Vicenza si trovò nei guai, come succede anche oggi alle società di calcio che spendono troppo. Il presidente Farina le provò tutte, arrivando anche a vendere abbonamenti biennali per raddoppiare le entrate, ma alla fine fu costretto a liberarsi di Rossi (e di altri calciatori) che finì in prestito a Perugia per 700 milioni l'anno.
La Juventus, più prudente, nel 1981 si riprese Rossi, squalificato, per "soli" tre miliardi di lire per poi rinvenderlo a un prezzo maggiore qualche anno più tardi.
Acquirente lo stesso Farina, che nel frattempo aveva acquistato il Milan senza perdere il vizio di esagerare. Il Milan finisce al Tribunale Fallimentare, che lo vende a Berlusconi, e Farina fugge all'estero per sottrarsi a un mandato di cattura.
Insomma il calcio non è poi tanto cambiato. Allora come oggi ci sono società che esagerano con le spese, giocatori sopravvalutati, bilanci in rosso, furbate, piccole disonestà.