16 marzo 2020

550 miliardi tedeschi e zero contagi turchi

Il coronavirus sta minacciando tante vite umane e l'economia che potrebbe finire in una forte recessione.

Ma forse cambierà anche le abitudini di vita di tanti in tutto il mondo. E quando cambiano le abitudini cambiano anche le imprese, capaci di cogliere le nuove opportunità e di pensare nuovi bisogni. Pensiamo ad esempio a Facebook o a Apple. In pochi anni offrendo nuovi prodotti e servizi hanno cambiato il nostro modo di vivere. Ci sono persone incapaci di separarsi dall'iphone e dal social preferito anche quando attraversano la strada.

Non mi stupirei se la crisi attuale venisse usata dalle imprese per proporci qualche prodotto che fino a qualche settimana fa non avrebbe avuto acquirenti e se ciò accadesse in modi nuovi o se semplicemente ne approfittasse per sottrarre clienti alla concorrenza.

Come spiegare altrimenti alcune notizie particolari di questi convulsi giorni?

Ci sono contagi in Turchia? Ufficialmente no. Viene il sospetto che non ci sia solo una strategia politica di Erdogan, che ha tanti problemi interni e tante partite da giocare sul piano internazionale. Potrebbe anche rispondere a una strategia economica ben precisa: offrire prodotti turchi al posto di quelli di paesi che, denunciando la reale situazione sanitaria, vietano viaggi, chiudono frontiere e fabbriche.

Il produttore turco spiega ai clienti che loro non hanno problemi, a differenza degli europei, e vende i prodotti turchi in giro per il mondo.

E come spiegare i 550 miliardi annunciati dal primo ministro tedesco? Ci sono a dire il vero diverse possibilità. Lo Stato può garantire che le imprese sono liquide, cioè possono pagare i fornitori, restituire i soldi a banche e obbligazionisti, allo scopo di evitare vendite di azioni, obbligazioni o per spingere le banche a concedere credito alle imprese anche di fronte a prospettive molto negative. La banca presta soldi all'impresa, se garantisce lo Stato.

Ma c'è anche la possibilità di veri finanziamenti da parte di una società che equivale alla nostra Cassa Depositi e Prestiti, sia per affrontare la recessione sia per cambiare le imprese, lanciandole in nuovi mercati, di cui le imprese tedesche da tempo puntano a diventare leader.

I pochi debiti tedeschi, frutto del dominio economico tedesco degli ultimi anni oltre che di una maggiore fedeltà fiscale, permettendo al governo di intervenire pesantemente nell'economia, potrebbe quindi alimentare il dominio economico tedesco per i prossimi anni.

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