22 settembre 2021

(Ali) ITA (lia)

Quattro anni fa avevo spiegato (qui) i limiti di Alitalia con un pizzico di ottimismo sul futuro della compagnia aerea che tra 3 settimane chiuderà definitivamente. Nel frattempo è nata ITA, con mille problemi. Ma andiamo con calma e cerchiamo di spiegare il problema di Alitalia prima di parlare di ITA.

Le compagnie aeree si potrebbero dividere in due grandi categorie. Le compagnie aeree di bandiera e quelle alla Ryanair. 

Le prime di portano dall'aeroporto vicino a casa ovunque nel mondo, attraverso accordi con altre compagnie aeree. Ryanair e altre compagnie aeree invece consentono voli di media distanza da aeroporto a aeroporto. Arrivato a destinazione difficilmente il cliente sale su un altro volo, anche perchè l'aeroporto usato è spesso un aeroporto secondario con pochi voli, che costa meno e quindi aiuta a tenere bassi i prezzi dei biglietti. 

Andare ovunque con una compagnia di bandiera e altri vettori collegati richiede efficienza. Se devo fare scalo in un aeroporto per prendere un altro volo, il primo aereo deve essere in orario e deve essere efficiente l'aeroporto che trasferisce il bagaglio da un volo a un altro. 

Le inefficienze spingono i clienti a scegliere una compagnia aerea diversa. Integrare bene le compagnie aeree significa non solo attrarre clienti ma anche tenere sotto controllo i costi. Se un aereo Milano-New York ha, supponiamo, 300 posti a disposizione e ci sono 400 potenziali clienti, una compagnia aerea ben integrata con altre compagnie sposta i clienti su altri vettori portandoli in un altro aeroporto da cui si imbarcheranno su un altro volo per NY. La scelta inefficiente prevede che si usino 2 aerei semivuoti, con conseguenti perdite oppure ancora che si perda il cliente non soddisfatto che sceglierà altre compagnie anche per altri voli.

Alitalia è vittima di tutte queste inefficienze, di scelte sbagliate per difendere posti di lavoro a Roma (si voleva spostare la sede operativa a Malpensa ma la politica ha scelto Roma), di costi esagerati mentre le compagnie aeree low cost imponevano una riorganizzazione e il taglio dei costi.

ITA nasce sulle ceneri di Alitalia con un progetto realistico: provare (sottolineo: provare) a creare una compagnia aerea che non produca perdite o almeno non produca perdite esagerate all'inizio. Per questo serve un taglio dei costi e rotte che garantiscano aerei pieni. Se il modello funziona, si aggiungeranno altre rotte e quindi altro personale.

E' quindi irrealistico pensare che possa assumere gli oltre 10 mila lavoratori di Alitalia, che possa pagare i 290 milioni chiesti per il marchio Alitalia, che possa garantire gli stipendi del passato, che si voli ovunque senza la certezza di riempire gli aerei, che la pandemia ha svuotato. I concorrenti abbasseranno i prezzi per riconquistare i clienti tenuti a terra dal Covid e ITA, per sopravvivere, dovrà fare i conti con margini di guadagno modesti. 

Per questo è essenziale tenere bassi i costi. Il passato di Alitalia è ormai morto e sepolto. ITA al massimo riuscirà a salvare il salvabile, se ci riuscirà.


05 settembre 2021

Il reddito di cittadinanza a Cernobbio

Politici e imprenditori Cernobbio hanno dedicato un pò di attenzione al tema del reddito di cittadinanza (RdC), contro il quale i politici di destra si stanno scagliando da tempo.

In un paese con pochi controlli, poca serietà, pochissima capacità di organizzare e programmare, ci voleva poco a capire che il RdC avrebbe suscitato critiche e non avrebbe prodotto i risultati sperati.

Tuttavia un risultato il RdC pare averlo prodotto: un cambiamento nel mercato del lavoro, da decenni vittima (si fa per dire) di una logica che spinge gli imprenditori a cercare di pagare sempre meno i lavoratori, offrendo loro condizioni lavorative sempre peggiori. 

Il RdC sta (forse) modificando il trend. Si sentono sempre più imprenditori lamentarsi perchè non riescono a trovare lavoratori disposti a grandi sacrifici per pochi soldi. Perchè lavorare male per incassare somme simili a quelle che lo Stato offre senza chiedere in cambio nulla?

Se questo è il problema, la soluzione semplice è pagare meglio i lavoratori e offrire condizioni di lavoro più dignitose. Con il vantaggio di garantire all'Italia anche una crescita maggiore, cosa che tra l'altro attira gli investimenti. Lo spiega un rapporto  presentato proprio a Cernobbio dagli organizzatori dell'incontro, lo studio Ambrosetti. L'Italia cresce poco e crescono poco i soldi che finiscono nelle tasche dei lavoratori.

Se paghi poco la gente, questa non spenderà e l'economia soffrirà. Lo sanno bene gli economisti ma non i politici di destra e nemmeno gli imprenditori a essi legati (e che forse li finanziano), che invocano la fine del RdC per continuare a pagare poco la manodopera.

Chissà se i partecipanti al celebre simposio sul lago di Como si sono accorti che mentre ascoltavano alcuni politici scagliarsi contro il RdC, veniva suggerito loro di aumentare stipendi e salari per il bene dell'economia, che è anche il bene delle loro imprese.


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