22 febbraio 2023

Inflazione in calo

Comunica l'ISTAT che a i prezzi sono salito dello 0,1% rispetto al mese precedente, ma del 10% rispetto a un anno prima. A dicembre l'aumento rispetto al dicembre di un anno prima era dell'11,6%. Merito del calo dei prodotti energetici, senza i quali (e senza gli alimentari freschi) inflazione sale tuttavia dal 5,8% al +6%.

Come leggere questi dati?  

La buona notizia è la frenata dell'inflazione. Grazie al calo dell'energia, che sarebbe stata maggiore se il governo avesse scelto di mantenere almeno in parte il taglio delle accise sui carburanti. 

La notizia meno buona è che al netto di energia e alimentari freschi, l'inflazione è in aumento. Probabilmente questo aumento dipende in buona parte dalle aspettative. Anche per questo un calo dei prezzi dei carburanti sarebbe stato utile. Avrebbe tagliato le aspettative di inflazione che spingono le imprese a aumentare i prezzi temendo che i costi continuino a aumentare.

15 febbraio 2023

Inflazione e profitti


Nelle ultime settimane le borse hanno fatto registrare ottimi risultati, frutto di buone notizie sui profitti delle imprese oltre che sulla guerra e sui prezzi dell'energia. 

Tra le preoccupazioni ci sono i tassi di interesse che le banche centrali aumentano, e che probabilmente aumenteranno nei prossimi mesi, per contrastare l'inflazione.

Sorge spontanea una domanda: non converrebbe alle imprese rinunciare a un pò dei profitti abbassando i prezzi o rinunciando a alzarli in modo da non rischiare che l'economia entri in recessione per colpa dei tassi di interesse in aumento?

La risposta è no, e provo a spiegarvi il perchè.

Covid e crisi ucraina hanno peggiorato i conti delle imprese. E' naturale che, se possono, queste cerchino di migliorirli, di recuperare i profitti persi e di diminuire i debiti accumulati a causa di eventi imprevisti. 

E i debiti si possono diminuire sia vendendo imprese il cui valore dipende dagli utili che realizzano, sia ... con l'inflazione. 

L'inflazione fa salire i prezzi e quindi il fatturato delle imprese. Che continuano a vendere la stessa quantità di beni e servizi o magari di meno ma incassano di più, mentre i debiti restano gli stessi e quindi diminuiscono in percentuale del fatturato. 

Le imprese hanno, in questo momento, ottimi motivi per non diminuire i prezzi e anzi farli aumentare, facendo attenzione a non perdere clienti, anche se questo significa rischiare un calo della domanda.

04 febbraio 2023

Prezzo energia

Fa scalpore il -34% del prezzo dell'energia elettrica annunciato qualche giorno fa dall'autorità che fissa il prezzo per il mercato tutelato. Ma nonostante il forte calo, il prezzo resta superiore, quasi doppio, rispetto agli utenti del mercato libero. A gennaio infatti il PUN, il prezzo unico su cui si basa la componente energia dei consumatori del mercato libero, è stato inferiore a 0,175 euro a kilowattora, contro gli 0,361 euro previsti per il mercato tutelato.

0,175 che a loro volta sono quasi la metà del PUN di dicembre, di poco superiore a 0,29. Nello stesso mese il prezzo del mercato tutelato superava di poco i 50 centesimi a kW. 

Perchè mai un consumatore dovrebbe preferire il mercato tutelato? La sola risposta logica è: perchè consuma poco. I costi fissi sono più alti nel mercato libero e quindi se si consuma poca energia la bolletta è inferiore. In caso contrario, se si consuma molto, il mercato libero è più conveniente.


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