Nelle ultime settimane le borse hanno fatto registrare ottimi risultati, frutto di buone notizie sui profitti delle imprese oltre che sulla guerra e sui prezzi dell'energia.
Tra le preoccupazioni ci sono i tassi di interesse che le banche centrali aumentano, e che probabilmente aumenteranno nei prossimi mesi, per contrastare l'inflazione.
Sorge spontanea una domanda: non converrebbe alle imprese rinunciare a un pò dei profitti abbassando i prezzi o rinunciando a alzarli in modo da non rischiare che l'economia entri in recessione per colpa dei tassi di interesse in aumento?
La risposta è no, e provo a spiegarvi il perchè.
Covid e crisi ucraina hanno peggiorato i conti delle imprese. E' naturale che, se possono, queste cerchino di migliorirli, di recuperare i profitti persi e di diminuire i debiti accumulati a causa di eventi imprevisti.
E i debiti si possono diminuire sia vendendo imprese il cui valore dipende dagli utili che realizzano, sia ... con l'inflazione.
L'inflazione fa salire i prezzi e quindi il fatturato delle imprese. Che continuano a vendere la stessa quantità di beni e servizi o magari di meno ma incassano di più, mentre i debiti restano gli stessi e quindi diminuiscono in percentuale del fatturato.
Le imprese hanno, in questo momento, ottimi motivi per non diminuire i prezzi e anzi farli aumentare, facendo attenzione a non perdere clienti, anche se questo significa rischiare un calo della domanda.
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