31 marzo 2019

Bollette luce e gas

La sola buona notizia economica delle ultime settimane è il calo delle bollette energetiche. Quasi il 10% in meno per luce e gas.

Colpa o merito di un inverno poco piovoso e con temperature miti, che ha fatto calare la domanda e, mi sa, pure di una produzione industriale che non cresce e magari decresce.

Gli effetti possibili saranno due e non proprio piacevoli: il calo dei prezzi farà scendere l'inflazione, che arriva con fatica all'1% e probabilmente anche il PIL del secondo trimestre, che si sperava potesse crescere un pò.

Tutto ciò influenzerà negativamente il rapporto debito/PIL perchè influenza in negativo il denominatore del rapporto, vale a dire il PIL e peserà sulle finanze pubbliche, riducendo le entrate fiscali.

Ma i conti li faremo a partire da giugno, dopo le elezioni per il Parlamento europeo.


27 marzo 2019

Pericolo Santander?

Contingent convertible bond o CoCo Bond.

E' il nome dell'ultimo allarme lanciato su una possibile nuova crisi bancaria e riguarda la quinta banca europea, Santander,

Si tratta di un tipo di obbligazione emessa dalle banche e destinate solitamente a clienti istituzionali che prevedono due clausole interessanti.

Una prevede la possibilità che la banca rimborsi in anticipo rispetto alla data di scadenza dell'obbligazione, il valore della stessa. Ovvero una clausola che dice che a partire da una certa data e fino alla scadenza oppure in certi momenti prestabiliti, l'emittente cioè la banca può rimborsare l'obbligazione.

L'altra dice che alla scadenza la banca può convertire i titoli in azioni.

Che senso hanno queste obbligazioni?

In epoca di forti perdite per le banca, a causa della svalutazione dei crediti, tale obbligazione garantisce che la banca vedrà sottoscritto almeno in parte un eventuale aumento di capitale reso necessario dalla svalutazione del credito (e conseguente riduzione del capitale, usato per coprire le perdite). Quindi tranquillizza il sistema bancario che funziona sulla fiducia reciproca. E' un modo di dire: tranquilli, il capitale non scenderà sotto soglie pericolose.

Chi sottoscrive l'obbligazione (bond) riceve un premio sotto forma di interesse pagato, perchè corre il rischio di trovarsi in mano azioni invece di contanti, alla scadenza dell'obbligazione, ma sa anche che la banca ha interesse a mostrarsi a posto, e per questo rimborserà le obbligazioni appena possibile, applicando la prima clausola.

Ebbene, qualche giorno fa è scattato l'allarme per i CoCo Bond di Santander, il colosso spagnolo, quinta banca europea. Poteva rimborsare titoli emessi tempo fa ma non l'ha fatto.

Gli analisti si chiedono il perchè e temono difficoltà per la banca.

18 marzo 2019

Chi ha paura di Greta Thunberg?

Greta Thumberg ha 16 anni. Quando ne aveva 15 ha deciso di scioperare. S'è seduta davanti al parlamento svedese con un cartello su cui c'era scritto Skolstrejk for klimatet e ha chiesto che la Svezia riduca in fretta le emissioni di inquinanti, rispettando gli impegni presi a Parigi. La sua storia è stata raccontata ovunque e venerdì scorso si son tenute manifestazioni in oltre 2000 città in decine di paesi.

Chi alla sua età ha avuto ideali, magari ecologisti, sa che gli oppositori non mancano mai. C'è chi ti dice "che ne sai, sei giovane" oppure "è sempre stato così e non è mai morto nessuno". Che chi nega il problema e chi ti spiega che proponi una soluzione che produrrà effetti contrari a quelli desiderati.

I più radicali offrono in cambio altri valori. Di solito fanno riferimento a dio patria e famiglia. Che non sono solo valori (per qualcuno) ma anche modi per imporre gerarchie.

Per questo, ma non solo per questo, Greta Thunberg è stata attaccata in modi davvero sgradevoli. Molti si saranno chiesti come possano una sedicenne o un quattordicenne (che a detta di un giornalista del tg di Sky ha organizzato la manifestazione a Stoccolma) muovere milioni di persone, quando politici in tv tutti i giorni riescono a spostare al massimo qualche decimo di punto nei sondaggi?

Giovani ragazzi che mettono in dubbio certezze, che si dimostrano insensibili alla propaganda altrui, non rispettano le gerarchie e rischiano di creare problemi economici.

Dietro quelli come Trump che negano il riscaldamento globale perchè in inverno nevica, non c'è solo ignoranza e propaganda. Ci sono anche interessi economici, che la propaganda difende (un esempio lo trovate qui: http://www.econoliberal.it/2011/06/paghereste-3000-euro-lanno-per.html ) e continua a difendere, cercando di screditare ragazzi che fortunatamente sono insensibili al vecchio e per questo fanno paura. Più del clima impazzito


14 marzo 2019

I paradisi fiscali europei

L'Europa non piace a molti politici populisti che, in Italia, hanno individuato un avversario grosso e visibile: la Francia di Macron, colpevole forse di fare politiche sgradite o solo di essere un avversario di loro amici politici, come ad esempio il Front National di Marie Le Pen.

Eppure a ben vedere i veri avversari sono altri. I paesi dell'est per esempio. L'Ungheria che ha tassi di disoccupazione molto bassi, ha di recente deciso di far lavorare di più i propri cittadini, che ricevono salari modesti se paragonati a quelli dell'Europa occidentale.
Un esempio di concorrenza sleale di cui si parla poco perché a molte imprese tedesche (ma anche francesi e italiane) conviene acquistare componenti prodotti in Polonia, Romania, Ungheria piuttosto che produrli in patria.

Oppure i paesi più piccoli come Malta, Lussemburgo, Cipro ma anche Olanda e Irlanda. Che non si fanno problemi a concedere condizioni assai favorevoli a imprese estere alla ricerca di paradisi fiscali.

Ebbene l'Italia a causa dei paradisi fiscali in questi 5 paesi, perde ogni anno 6,5 miliardi di imposte. La Spagna 3,5, la Francia 10 e la Germania 15. Misura concreta del fatto che gli avversari non sono a Berlino o a Parigi, ma altrove.

06 marzo 2019

La TAV è anticiclica (ma il governo non lo sa)

Cosa dovrebbe fare un governo quando l'economia è debole?

La risposta à semplice: deve far crescere la domanda e dare certezze perchè da esse dipendono le scelte dei cittadini e delle imprese su consumi, investimenti, lavoro. Se il clima economico è negativo, le imprese non assumono, rinviano gli investimenti e i cittadini consumano di meno.

Gli investimenti sono prociclici: si fanno per soddisfare una maggior domanda futura. Se l'economia va bene vale a dire si immagina una futura domanda più elevata, le imprese investono e assumono nuovo personale e viceversa quando l'economia peggiora. Ciò non fa altro che accentuare l'andamento dell'economia: quando il PIL cresce gli investimenti lo fanno crescere ancora di più, quando diminuisce, contribuiscono al calo più di altri componenti della domanda.

Per questa ragione si invocano politiche anticicliche, ovvero scelte economiche che danno più certezze e fan salire la domanda quando questa è debole e che rallentino la crescita quando ce ne troppa e si rischia una fiammata inflazionistica.

La contestatissima TAV Torino-Lione ha questa caratteristica: in un momento di PIL in rallentamento rappresenta una domanda aggiuntiva e certa. Cosa c'è di meglio di una spesa di miliardi di euro assolutamente certi da spendere in qualche anno, di migliaia di lavoratori impegnati sul territorio, di un indotto che ha commesse per anni?

Se ne sono resi conto le imprese e i lavoratori, schierati contro l'ipotesi di fermare la costruzione della TAV. Sanno che mentre l'incertezza aumenta e le commesse calano, un'opera come la TAV va nella direzione opposta: offre certezze e lavoro.

La loro prospettiva è limitata, certo. Pensano a quel che può accadere nei prossimi mesi o al massimo negli prossimi anni, ma hanno individuato uno strumento anticiclico e chiedono al governo di non rinunciarvi.

Imprese e lavoratori sono anche, forse incosapevolmente, keynesiani. L'economista inglese ha cambiato l'economia prendendo in considerazione il ruolo della domanda in una economia che era stata fino a quel momento studiata soprattutto dal punto di vista dell'impresa, di solito capace di influire poco o per niente sulla domanda.

Keynes suggerì che lo Stato dovesse stimolare la domanda quando questa era insufficiente a garantire il livello di occupazione desiderato e che dovesse farlo stimolando gli investimenti in modo che all'uscita da una crisi la maggiore dotazione di infrastrutture permettesse all'economia di crescere.

Le imprese lo sanno, i lavoratori lo sanno, ma non lo sa il governo che confonde il reddito di cittadinanza e la promessa di spese future con il keynesismo. Ma promettere una metropolitana significa spendere i soldi tra molti anni, non oggi. E anche questo le imprese e i lavoratori pro TAV lo sanno.


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