06 marzo 2019

La TAV è anticiclica (ma il governo non lo sa)

Cosa dovrebbe fare un governo quando l'economia è debole?

La risposta à semplice: deve far crescere la domanda e dare certezze perchè da esse dipendono le scelte dei cittadini e delle imprese su consumi, investimenti, lavoro. Se il clima economico è negativo, le imprese non assumono, rinviano gli investimenti e i cittadini consumano di meno.

Gli investimenti sono prociclici: si fanno per soddisfare una maggior domanda futura. Se l'economia va bene vale a dire si immagina una futura domanda più elevata, le imprese investono e assumono nuovo personale e viceversa quando l'economia peggiora. Ciò non fa altro che accentuare l'andamento dell'economia: quando il PIL cresce gli investimenti lo fanno crescere ancora di più, quando diminuisce, contribuiscono al calo più di altri componenti della domanda.

Per questa ragione si invocano politiche anticicliche, ovvero scelte economiche che danno più certezze e fan salire la domanda quando questa è debole e che rallentino la crescita quando ce ne troppa e si rischia una fiammata inflazionistica.

La contestatissima TAV Torino-Lione ha questa caratteristica: in un momento di PIL in rallentamento rappresenta una domanda aggiuntiva e certa. Cosa c'è di meglio di una spesa di miliardi di euro assolutamente certi da spendere in qualche anno, di migliaia di lavoratori impegnati sul territorio, di un indotto che ha commesse per anni?

Se ne sono resi conto le imprese e i lavoratori, schierati contro l'ipotesi di fermare la costruzione della TAV. Sanno che mentre l'incertezza aumenta e le commesse calano, un'opera come la TAV va nella direzione opposta: offre certezze e lavoro.

La loro prospettiva è limitata, certo. Pensano a quel che può accadere nei prossimi mesi o al massimo negli prossimi anni, ma hanno individuato uno strumento anticiclico e chiedono al governo di non rinunciarvi.

Imprese e lavoratori sono anche, forse incosapevolmente, keynesiani. L'economista inglese ha cambiato l'economia prendendo in considerazione il ruolo della domanda in una economia che era stata fino a quel momento studiata soprattutto dal punto di vista dell'impresa, di solito capace di influire poco o per niente sulla domanda.

Keynes suggerì che lo Stato dovesse stimolare la domanda quando questa era insufficiente a garantire il livello di occupazione desiderato e che dovesse farlo stimolando gli investimenti in modo che all'uscita da una crisi la maggiore dotazione di infrastrutture permettesse all'economia di crescere.

Le imprese lo sanno, i lavoratori lo sanno, ma non lo sa il governo che confonde il reddito di cittadinanza e la promessa di spese future con il keynesismo. Ma promettere una metropolitana significa spendere i soldi tra molti anni, non oggi. E anche questo le imprese e i lavoratori pro TAV lo sanno.


Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...