22 dicembre 2016

Mediaset, scenari possibili

Stiamo assistendo da qualche giorno al massiccio acquisto di azioni Mediaset da parte della francese Vivendi, che ormai possiede oltre il 28% delle azioni del gruppo creato da Silvio Berlusconi, che a sua volta possiede circa il 39% delle azioni. Cosa potrà succedere nei prossimi mesi?

Qualche mese fa Vivendi e Mediaset hanno siglato un accordo che prevedeva la vendita di Mediaset Premium (tv a pagamento) e uno scambio di azioni: Mediaset avrebbe ottenuto un discreto pacchetto di azioni Vivendi in cambio di un pacchetto di azioni Mediaset. Qualche tempo dopo Vivendi ha regettato l'accordo, sostenendo che Mediaset ha tentato di ingannarla su Premium, fancendo apparire una situazione migliore di quella reale, e spiegando di avere comunque intenzione di acquistare una buona percentuale delle azioni di Mediaset, cosa successa nelle scorse settimane.

Vivendi è dunque arrivata in poco tempo a possedere oltre il 28% delle azioni. Se superasse la soglia del 30% scatterebbe l'obbligo di OPA (offerta pubblica di acquisto), ovvero dovrebbe dichiararsi pronta a acquistare tutte le azioni non in suo possesso a un prezzo calcolato dalla legge. Analogo obbligo di OPA ricadrebbe su Berlusconi (tramite Fininvest) se in un anno comprasse più del 5% di azioni Mediaset. Ciò perchè la quota di azioni Mediaset posseduta dalla famiglia Berlusconi non è mai scesa sotto il 30%.

E' più probabile che una eventuale OPA sia lanciata da Vivendi, che ha più capitali a disposizione e può offrire anche proprie azioni in pagamento.

L'acquisto di tutte le azioni da parte di uno dei due gruppi comporterebbe tuttavia uno spreco e due rischi. Lo spreco di comprare molte più azioni di quelle necessarie a controllare il gruppo, il rischio che l'altra parte decida di fare una contro-opa, ovvero un'offerta più vantaggiosa, e il rischio che una delle parti decida di vendere la sua quota, rendendo alla fine ancora più costoso un eventuale acquisto di Mediaset.

E' dunque più probabile che la strategia di Vivendi non sia quella di lanciare un'OPA. A questo punto le strade sono due.

La prima prevede che Vivendi cerchi un accordo con Mediaset per influenzarne le strategie e portare la tv e altri servizi offerti da Mediaset in TIM (nuovo nome di Telecom Italia), di cui Vivendi possiede circa il 25% delle azioni, al fine di rendere più redditizie TIM e Mediaset.

La seconda consiste nella conquista della maggioranza in Mediaset da parte di Vivendi con l'aiuto di altri soci. Una parte delle azioni di Mediaset sono in mano a fondi di investimento che, schierandosi con Vivendi, potrebbero cambiare la dirigenza dell'azienda.



16 dicembre 2016

Lo strano caso delle merendine

Qualche giorno fa appare la notizia di uno studente di un istituto tecnico di Moncalieri (TO) premiato dalla Fondazione Einaudi per aver venduto merendine a scuola, subendo per questo una sospensione.

Faccio un salto sulla sedia: la Fondazione Einaudi di Torino ha la fama di essere una istituzione seria. Perchè dovrebbe premiare uno studente sospeso due volte in due anni?

Basta qualche controllo per capire che il premio (500 euro) arriva dall'omonima fondazione con sede a Roma, che non ha un comitato scientifico composto da seri economisti ma è formata per lo più da politici e giornalisti uniti da una comune passione contro le imposte e lo Stato.

Cosa faceva di grave lo studente? Comprava merendine uguali a quelle del distributore automatico e le vendeva a scuola a un prezzo inferiore a quello del distributore automatico, ottenendo guadagni non irrilevanti (pare 15 mila euro in alcuni anni), naturalmene esentasse.

E' stato sospeso due volte in due anni e tutto sarebbe finito lì se non fosse che la Fondazione Einaudi di Roma ha deciso di premiarlo con una borsa di studio e qualche intervista, nella quale si dice pronto a andare a vivere in Portogallo perchè le imposte sono basse.

Battaglia ideologica che rischia di costargli cara: dopo il premio sono arrivate le proteste dei compagni di scuola, e qualche minaccia. Così il Tribunale di Torino si sta chiedendo quale sia stato il ruolo del padre del ragazzo (che rischia di subire qualche provvedimento del Tribunale dei Minori) mentre il fisco è interessato a indagare sui guadagni del piccolo commercio.

08 dicembre 2016

Il programma delle bufale a 5 stelle

Ve la ricordate la bufala dei 60 miliardi di ruberie? Qualcuno, anni fa, ha preso per buona una stima sulla corruzione e l'ha trasformata un dato vero. Per fortuna altri sono andati a controllare le fonti scoprendo la verità: non c'è nessuno studio serio a supporto dei 60 miliardi di presunta corruzione.

Sappiamo che le bufale son dure a morire. E infatti Di Battista ne fa il punto centrale del programma di governo del Movimento 5 Stelle dichiarando su Repubblica:

Come finanziare tutto questo tenendo conto del debito pubblico?
"Con una seria lotta alla corruzione, che secondo le stime della Corte dei conti costa allo Stato 60 miliardi di euro l'anno. Variando i termini di prescrizione, che interrompono migliaia di processi. Ai politici corrotti va impedito di ricandidarsi. Tutto questo porta denaro nelle casse dello Stato: la corruzione triplica i costi delle opere pubbliche".


02 dicembre 2016

Lo sciopero di Lufthansa

Come si sciopera in Germania?
Nei giorni scorsi i piloti di Lufthansa hanno incrociato le braccia. L'hanno fatto tutti insieme coordinati da un solo sindacato, lasciando a terra oltre mezzo milione di passeggeri e fermando oltre 4000 voli.


Dopo qualche giorno di sciopero, l'azienda ha ceduto, concendendo una cifra una tantum subito e incrementi degli stipendi del 4,4% in due anni.

Il ragionamento dell'azienda è stato semplice: siamo un'azienda seria e viviamo dei soldi che i clienti versano quando comprano i biglietti. Se scioperano ci fanno un danno, quindi cediamo prima che il danno sia troppo grande.

Link Interni

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