20 maggio 2020

MES e BTP Italia

Mentre si continua a polemizzare sul MES, il meccanismo di stabilità europea che l'Italia potrebbe usare, non mancano le domande per i BTP, che rendono inutile (forse) il ricorso al MES.

Per capire cos'è davvero il MES, andiamo a leggere il sito  Banca d'Italia.

Il meccanismo -dice Bankitalia- ha la la funzione di concedere, "sotto precise condizioni", assistenza finanziaria a paesi membri con temporanee difficoltà a finanziarsi sul mercato.

Quali condizioni? Per i prestiti si prevede un "programma di aggiustamento macroeconomico specificato in apposito memorandum", mentre è "meno stringente" nel caso di linee di credito precauzionali" per paesi colpiti da shock avversi.

Chi decide le condizioni? 

Per partecipare al MES l'Italia ha versato oltre 14 miliardi di euro, ottenendo una quota di circa il 17%, sufficiente per porre veti, visto che le decisioni richiedono l'unanimità del consiglio del governatori ovvero i 19 ministri delle finanze dell'area euro, oppure la maggioranza qualificata dell'85%.

Dunque il MES pone condizioni, ma non impone nulla di pericoloso, specie a un paese come l'Italia che dispone di una quota sufficiente a bloccare qualunque decisione del consiglio dei governatori (ministri delle finanze).

Tuttavia al MES si dovrebbe fare ricorso solo quando i paesi membri "pur avendo un debito pubblico sostenibile trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato".

L'emissione di BTP avvenuta in questi giorni dice che non ci sono difficoltà a finanziarsi sul mercato. Ma a un tasso ben più elevato (oltre l',14%) dei soldi messi a disposizione dal MES.

Non si ricorre al MES solo per questioni politiche, ovvero per non subire la pressione dei paesi europei contrari a concedere soldi ai paesi poco virtuosi. Anche se questo significa pagare più interessi e quindi avere conti pubblici meno virtuosi.

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