08 maggio 2020

Perchè l'Italia non può fare a meno della BCE

Ieri sera per l'ennesima volta Gianluigi Paragone, senatore espulso dal Movimento 5 Stelle e da sempre vicino alla Lega, ha proposto una soluzione facile per tutti i mali economico-finanziari italiani: stampare moneta. Chi ha una propria Banca Centrale lo farebbe con indubbi vantaggi, secondo Paragone e secondo altri (mi è capitato di sentire la stessa idea proposta da un giornalista de La Verità).

E' una tesi sbagliata perchè ignora un dato: le monete non sono tutte uguali, alcune sono apprezzate altre meno. Ciò dipende dall'uso e dalla stabilità della moneta, che a sua volta deriva dalle caratteristiche dell'economia che la emette. Il dollaro è emesso da una grande economia, viene impiegato nelle transazioni internazionali. Il franco svizzero da una piccola economia però molto ricca e poco indebitata con fondamentali solidissimi. 

Chi usa una moneta non vuole che si svaluti o veda il valore modificarsi velocemente per colpa di qualche variabile fuori controllo. 

Se un paese è politicamente instabile, se non sa tenere sotto controllo i conti pubblici, non riesce a creare condizioni favorevoli all'impresa, è vittima dell'inefficienza burocratica, la sua moneta sarà trattata di conseguenza: non si utilizza. 

Per questo l'idea di ritornare ad una banca centrale nazionale è pessima. I titoli di stato in lire non sarebbero attraenti e verrebbero comprati solo in cambio di un interesse maggiore. Aumenterebbero quindi i costi per lo Stato che li emette e i conti pubblici diventerebbero insostenibili.

Inoltre la moneta sarebbe facilmente oggetto di speculazioni, come successo nei primi anni '90 quando molti fondi scommisero sull'uscita della lira dallo SME. Se qualcuno scommette enormi capitali sul calo di una moneta, il solo modo di impedirlo è fare una scommessa di segno opposto. Per farlo occorrono ingenti quantità di valuta estera, ovvero che una banca centrale invece di versare al proprio governo i frutti del proprio lavoro li usi per creare riserve da usare in caso di necessità. 

Quindi gli italiani pagherebbero (sotto forma di mancati incassi per lo Stato) decine di miliardi per creare una riserva che la Banca d'Italia dovrebbe sacrificare in caso di attacco speculativo. 

L'euro riduce invece il rischio di attacco speculativo ed è interesse di tutti mantenere la stabilità dell'euro impegnando le risorse comuni, vale a dire quelle della BCE, per difendere gli attacchi ai titoli di uno stato. 

Però quest'ultimo non può rendere instabile il sistema con scelte economiche sconsiderate.

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