24 ottobre 2009

Un Nobel a chi spiega che il mercato è imperfetto

Il Nobel per l'economia 2009 a Oliver Williamson e Elinor Ostrom premia ancora una volta chi spiega che il mercato è imperfetto e non funziona come vorrebbe chi crede nelle virtù del mercato. Williamson in particolare ha studiato come sono organizzate le imprese e, in questo ambito, ha elaborato il concetto di costo di transazione. Di che si tratta?

Noi tutti andiamo dal solito panettiere o nel solito supermercato, compriamo lo stesso giornale e ci affidiamo per anni a uno stesso parrucchiere. Potremmo cambiare, scegliendo il supermercato con i prezzi inferiori o con le offerte più convenienti, potremmo leggere più giornali e decidere qual è il migliore, ma spesso ciò non accade. Anzichè selezionare il migliore fornitore, come suggerisce chi crede nel mercato, ci affidiamo allo stesso supermercato e allo stesso parrucchiere finendo magari per pagare di più o ricevere un prodotto o un servizio peggiore.

Anche nel mondo delle imprese accade che non si scelga il fornitore migliore tra molti fornitori potenziali. Le imprese, ha notato Williamson, non sempre si affidano a regole di mercato, alla competizione tra imprese, ma stringono legami con un solo fornitore, che non è affatto detto offra il prodotto migliore.

Il motivo è che la scelta di un fornitore è un'operazione costosa, tale da indurre le imprese a evitare la selezione, consapevoli anche del fatto che cambiare fornitore comporta costi e perdite di efficienza. I costi che si vogliono evitare, detti di transazione, dunque giustificano la minore efficienza e i minori costi comportati dalla minore selezione di un fornitore tra diversi concorrenti.

Col Nobel per l'economia è stato premiato chi ha spiegato che il mercato non sempre prevale, perché non è perfetto come alcuni vorrebbero, ma pieno di attriti e imperfezioni che spesso rendono le soluzioni “di mercato” poco praticabili. Era già successo. Stiglitz, Akerlof e Spence hanno ricevuto il Nobel per i loro lavori sulle asimmetrie informative. Era il 2001, e l'anno prima era scoppiata la bolla di internet. Succede (sarà un caso?) nel 2009, a un anno esatto dall'inizio della crisi più grave dal 1929.


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