Come può Silvio Berlusconi (tramite Fininvest) vendere per quasi 500 il 48% del Milan quando l'Inter è stata di fatto regalata all'indonesiano Thohir, che in pratica ha solo rilevato i debiti garantiti personalmente da Massimo Moratti e sborsato poco o nulla?
Se lo chiedono in tanti a cominciare dal settimanale l'Espresso che ha indagato sulla vicenda scoprendo alcuni fatti strani legati alla vendita di quasi metà delle azioni del Milan.
Dietro Bee non paiono esserci banche capaci di garantire il versamento dei soldi promessi o il pagamento della penale da versare in caso di mancato acquisto delle quote. D'altronde le banche non potrebbero che avere molti dubbi sulla valutazione (oltre 1 miliardo di euro) di una società che non registra utili e che si pone l'improbabile obiettivo di far salire a quasi 400 milioni di euro i ricavi da sponsorizzazioni in Asia a fronte, oggi, di incassi complessivi per 80 milioni.
Dietro a Bee non paiono esserci neanche investitori. O, se ci sono, nessuno li ha ancora visti. Bee infatti è un broker, un mediatore che dovrebbe comprare per conto di altri: ma chi investirebbe in una squadra di calcio sopravvalutata e incapace di distribuire urili?
Bee invece è circondato da consulenti che gravitano attorno a Arcore, tra cui Licia Renzulli, ex infermiera e oggi eurodeputata nel partito di Berlusconi.
Il sospetto dell'Espresso è che dietro a Bee ci sia Berlusconi, che avrebbe inventato un metodo complesso per far rientrare i capitali esteri mai dichiarati: i soldi finiscono in un fondo gestito ufficialmente da un prestanome che li spende acquistando un bene del reale proprietario, che in questo modo rientra in possesso, in Italia, di capitali occultati all'estero.
Capitali che Berlusconi, nonostante la smentita, possiede. Nel 2013 è stato infatti condannato in via definitiva perchè usava società estere per intermediare i diritti tv, lasciando all'estero soldi che sfuggivano al fisco italiano.
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