La settimana che sta per iniziare sarà determinante per il futuro di Monte dei Paschi di Siena. Sappiamo che la banca ha un'enorme quantità di crediti inesigibili. L'aumento di capitale serve a ridurli (si veda http://www.econoliberal.it/2016/08/perche-mps-serve-un-aumento-di-capitale.html ) ma non li elimina: resteranno comunque miliardi di crediti inesigibili che saranno ridotti sacrificando i profitti dei prossimi anni.
L'aumento di capitale perciò è a rischio. I massimi dirigenti di MPS hanno fatto di tutto per trovare chi fosse disposto a sottoscrivere il nuovo aumento di capitale, ma pochi sono ansiosi di rischiare i propri soldi. Così hanno deciso che una parte dell'aumento arriverà da nuovi capitali e una parte dagli obbligazionisti.
Le regole del bail-in stabiliscono che in caso di default di una banca, chi ha obbligazioni della banca perde tutto. MPS cerca quindi di spingere i possessori di obbligazioni a convertirle in azioni e li avverte che, se non accetteranno, i potenziali sottoscrittori dell'aumento di capitale potrebbero non sottoscrivere l'intero aumento di capitale e la banca potrebbe incontrare grosse difficoltà a continuare a funzionare regolarmente.
In altre parole i pochi disponibili a sottoscrivere l'aumento di capitale vogliono che una parte del rischio ricada sugli obbligazionisti, minacciando in caso contrario di far saltare l'aumento.
Aumento che comunque deve essere approvato dall'assemblea straordinaria. E questo è il secondo problema: l'assemblea straordinaria degli azionisti è prevista per giovedì 24. Sarà valida solo se si supererà il quorum del 20% delle azioni.
In pochi giorni MPS rischia tre volte: che gli obbligazionisti non accettino lo scambio con azioni, che i potenziali azionisti di conseguenza si tirino indietro e non sottoscrivano l'aumento di capitale nella misura prevista e che all'assemblea straordinaria non ci sia il quorum indispensabile per deliberare l'aumento di capitale.
Come finirà?
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