07 febbraio 2017

I vantaggi comparati

Per cercare di capire quali conseguenze potrebbe avere la decisione di Trump di rinnegare accordi di libero scambio firmati in passato dagli USA, come il NAFTA, che regola gli scambi tra Canada, Messico e USA, può essere utile la teoria dei vantaggi comparati di David Ricardo.

Ricardo, economista britannico vissuto a cavallo tra Sette e Ottocento, ha elaborato una teoria tanto semplice quanto suggestiva, capace di convincere che è meglio tenere aperti i confini, almeno allo scambio di merci.

Supponiamo ci siano due paesi, USA e Messico, e che entrambi i paesi producano due beni, uno industriale e uno agricolo.

E' quasi intuitivo pensare che se il Messico produce il bene agricolo a costi inferiori di quelli dello stesso bene prodotto negli USA e se il costo del bene industriale prodotto negli USA è inferiore al costo dello stesso bene in Messico, il Messico si specializzerà nella produzione del bene agricolo e gli USA nella produzione del bene industriale e poi si scambieranno i due beni.

La teoria di Ricardo si basa su una ipotesi più forte. Si domanda: cosa succede se entrambi i beni costano meno in Messico?

La risposta istintiva è che i due beni sono prodotti nel paese con costi inferiori, ma Ricardo obietta che, poichè le risorse (lavoro, capitali) sono limitate, può convenire a un paese specializzarsi in una produzione (anche se lo stesso prodotto nell'altro paese costa meno) e comprare l'altro.

Gli USA per esempio possono trovare conveniente specializzarsi nella produzione del solo bene industriale e il Messico nella produzione del solo bene agricolo perché si usano meglio le risorse. I confini aperti permettono ai singoli paesi di disporre di una quantità di entrambi i prodotti maggiore rispetto al caso in cui USA e Messico producessero entrambi i beni (agricolo e industriale) senza scambiarseli.


Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...