17 dicembre 2017

Maria Elena Boschi

La vicenda politica che ha tenuto banco negli ultimi giorni riguarda la ministra (e fedelissima di Renzi) Maria Elena Boschi. Colpevole di...già di cosa è colpevole Maria Elena Boschi? Di aver tentato di salvare Banca Etruria? Oppure suo padre che era nel consiglio di amministrazione?

Banca Etruria come tante banche s'è trovata a gestire una gran quantità di crediti inesigbili, frutto in parte della crisi, che ha fatto fallire le imprese e spinto le banche in taluni casi a prestare soldi a chi era di fatto insolvente nella speranza che riuscisse a uscire dalle difficoltà, e in parte di una gestione non sempre prudente, che spiega prestiti azzardati poi diventati perdite.

Ora, chi ha sbagliato a dar credito è giusto che paghi perdendo il lavoro, subendo multe, inchieste penali, provvedimenti delle autorità di vigilanza, ecc. Naturalmente dopo aver raccolto le prove di errori gravi o comportamenti illeciti commessi da Tizio, Caio o Sempronio.

Ma, detto questo, resta anzi restava prima del fallimento di Etruria la domanda: che fare di una banca che ha prestato soldi, ha accumulato perdite ingenti che nessuno voleva coprire con un aumento di capitale perchè avrebbe significato pagare molto per una banca che valeva poco?

In passato le banche in crisi sono state spesso assorbite da banche più grandi senza eccessivi scandali. Quanti sanno che due grandi banche storiche del sud (il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia) sono state assorbite da gruppi che oggi si chiamano Intesa San Paolo e Unicredit perchè erano messe come se non peggio di Banca Etruria? Chi saprebbe indicare il nome di un politico travolto da qualche scandalo legato alle crisi di quelle banche?

La cessione di una banca in crisi salva posti di lavoro, evitano problemi ai correntisti e ai clienti, soprattutto le imprese che hanno bisogno quotidianamente dei servizi e dei prestiti della banca. Magari si riescono pure a salvare gli azionisti, limitandone le perdite.

Dunque cosa avrebbe fatto di male Maria Elena Boschi se avesse chiesto a Ghizzoni di Unicredit di acquisire Banca Etruria? Se fosse successo o se Etruria fosse stata comprata da un'altra banca abbastanza grande, i possessori di  obbligazionisti di Banca Etruria non avrebbero subito fortissime perdite. Possiamo rimproverare la Boschi di aver provato a salvare la banca, ammesso che l'abbia fatto?

Un eventuale salvataggio può non piacere a chi immagina guai per i nemici e scenari positivi per gli amici, come se si potesse far fallire una banca salvando correntisti, obbligazionisti e gettando nel fango i dirigenti scomodi.

Nella realtà questo non si può fare, non si può scindere la sorte di qualcuno da quella di altri. O si salva la banca o si subiscono le conseguenze del crack. 

Qualcuno potrebbe dire che la colpa del ministro Boschi è di essersi interessata alle sorti di Banca Etruria.  Non l'avrebbe dovuto fare, magari in virtù del fatto che il padre aveva avuto un ruolo in quella banca.

Bene, ma qual è l'alternativa? Forse una politica che di fronte alle crisi si gira dall'altra parte per paura delle critiche?

Chi invoca oggi le dimissioni della Boschi cosa farà un domani al governo? Sorriderà di fronte a risparmiatori traditi o a lavoratori licenziati pensando di aver salvato se stesso dalle critiche?

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