02 febbraio 2018

Il vincolo del 3%

Siamo in campagna elettorale e piovono le promesse di tagli di imposte, tasse e chi più ne ha più ne metta.

Il leader della Lega Matteo Salvini contesta il vincolo del deficit al 3% del PIL e anche altri leader mettono in discussione tale limite, lasciando capire che andrebbe modificato in sede europea o che è giusto fare un deficit più elevato per il bene degli italiani.

Il significato intuitivo del vincolo del 3% è quello di un limite alla crescita del debito pubblico che attualmente supera il 130% del PIL.
E ' un limite necessario perché in un paese fortemente indebitato come l'Italia è più facile che i potenziali sottoscrittori di titoli di stato abbiano dubbi sulla sostenibilità del debito, e possano rinunciare all'acquisto di titoli o possano chiedere tassi più alti per assumersi il rischio di acquistare titoli di un paese con conti pubblici pessimi.

Se ciò avvenisse, se cioè aumentasse il tasso richiesto per sottoscrivere i titoli, gli effetti sui conti pubblici sarebbero disastrosi: un aumento dell'1% del tasso provocherebbe maggiore una spesa di circa 1,3% del PIL, ovvero più di 20 miliardi, pari a 1/6 dei soldi che si spendono nella sanità pubblica oppure pari ai risparmi determinati dalla contestata Legge Fornero.

Perciò è meglio essere prudenti. In gioco non c'è una lite con i burocrati di Bruxelles ma il rischio concreto che il debito pubblico costi tanto al contribuente italiano. In passato altri governi hanno scherzato col fuoco e ci siamo ritrovati una marea di imposte per riequilibrare i conti pubblici sotto controllo, oltre a una recessione assai dolorosa.

Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...