20 novembre 2022

FTX


FTX, importante piattaforma di scambio delle criptomonete, è fallita.

Le piattaforme di scambio sono un po' "borse" dove si scambiano titoli, un po' banche che raccolgono e prestano denaro, sotto forma criptovaluta che possono anche emettere. Il tutto in un mondo senza regole. Binance, per esempio, ha sede nelle isole Cayman, dove un anno fa non aveva alcuna autorizzazione a operare in criptovalute. 

I clienti aprono un conto presso piattaforme come FTX e scambiano bitcoin e prodotti simili, caratterizzati da una elevata volatilità e quindi con possibili guadagni (ma anche perdite) elevati, pagando una commissione. Tuttavia FTX usava i soldi dei correntisti come fossero suoi, investendoli in fondi rischiosi, pieni di criptovalute e derivati delle stesse. I timori di insolvenza hanno spinto i correntisti di FTX a ritirare i soldi dalla piattaforma che pertanto è diventata insolvente, dopo che la proprietà di FTX ha tentato, senza riuscirci, di cedere la piattaforma a Binance.

Il sogno del creatori dei bitcoin di creare un sistema bancario e finanziario alternativo, indipendente dalle autorità monetarie e finanziarie dei diversi paesi, rischia di diventare un incubo non solo per i risparmiatori che, attratti da forti possibili guadagni, rischiano di trovarsi in mano un pugno di mosche, ma anche per il buon funzionamento dell'economia. 

Se una piattaforma fa quel che vuole perchè non esistono regole come invece nel sistema bancario e finanziario tradizionale, c'è il rischio che l'inevitabile crollo di fiducia quando si verificano casi come FTX si diffonda alla finanza "tradizionale" e all'economia reale che può ottenere finanziamenti o può investire nelle criptovalute. 

Cosa succederebbe se si scoprisse che una grande banca che ha investito molti soldi in una criptovaluta, magari nel tentativo di coprire perdite in qualche modo nascoste nelle pieghe del bilancio, all'improvviso si ritrovasse a subire altre perdite consistenti a causa del crollo della criptovaluta? 

Ci potrebbe essere una crisi di fiducia simile a quella accaduta con Lehman Brothers, con relativa fuga di capitali. Sta già succedendo, come dimostra il grafico. Dopo 4 mesi di oscillazioni limitate (per quanto possano esserlo le oscillazioni dei bitcoin), a inizio novembre il valore del bitcoin è sceso di un 20% proprio mentre si diffondevano notizie su FTX.

Per ora la crisi è limitata alle criptovalute ma il rischio è che si estenda anche alla finanza tradizionale, se non si regolamenta il settore delle criptovalute come i settori a cui assomiglia e che cerca di sostituire. 

4 commenti:

  1. e come giudichi un sistema che consente robe come i bitcoin?
    e come giudichi la gente che se ne serve?

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    1. il sistema non regola i bitcoin e chi ci guadagna paga la politica per non occuparsene.
      il post che hai letto suggerisce la necessità di intervenire non per moralismo ma per evitare guai peggiori per l'economia e i risparmiatori, anche se è probabile che la maggior parte di loro siano speculatori benestanti alla ricerca di soldi facili, per cui si potrebbe pensare che se subiscono perdite non finiranno sotto un ponte e magari spingono altri a fare scelte più prudenti e sensate

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    2. purtroppo hai ragione, se ti ricordi delle nostre vecchie discussioni compatirai il mio donchisciottismo;
      complimenti a te per la tua preseveranza con questo blog

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    3. preoccupa che fondi importanti per la loro storia e la quantità di soldi gestiti, come Sequoia, abbiano investito in questi prodotti estremamente rischiosi e non trasparenti

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