In cosa è consistita la grandezza di Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica ed ex governatore della Banca d'Italia, morto ieri a 95 anni?
Per giustificare la fama potrebbe bastare l'elenco dei compiti affidatigli: oltre che Presidente e Governatore è stato anche ministro e Presidente del Consiglio, segno inequivocabile di qualità notevoli, ma in realtà non basta.
Ciampi ha assunto gli incarichi quasi sempre in momenti molto difficili per l'Italia. Quando divenne Governatore, la Banca d'Italia era alle prese con uno scandalo senza precedenti. Il direttore generale Sarcinelli era in carcere e il governatore Baffi agli arresti domiciliari con accuse false, vendetta di una pessima politica contro chi si era opposto al salvataggio di Sindona a opera dello Stato.
Ciampi risollevò la Banca d'Italia in un clima pesantissimo, gestì crisi complicate, come il fallimento del Banco Ambrosiano al centro di uno scandalo che tirava in ballo il Vaticano, la Mafia e la P2.
Ma anche risolvendo quei casi, c'era un'economia in difficoltà, dominata da un'inflazione che negli 80 superò il 20% annuo. Ciampi riuscì a portare l'inflazione a livelli europei, prima come Governatore e poi da Palazzo Chigi, dove entrò mentre l'Italia era in piena tangentopoli, subentrando a un governo, quello di Giuliano Amato, costretto a dimettersi perchè metà dei ministri erano stati travolti dalle inchieste giudiziarie.
Ogni volta Ciampi ha fatto bene e s'è reso sempre più credibile, usando poi la credibilità per affrontare altri problemi con l'aiuto di chi, come l'Europa, era invece scettico sulla capacità dell'Italia di affrontare i momenti difficili.
Insomma ha lavorato in momenti straordinariamente complicati e l'ha fatto come meglio non si poteva. Per questo sarà ricordato da tanti e detestato da chi trae benefici da un'Italia peggiore.
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