Dopo la scelta del governo di ricapitalizzare il Monte dei Paschi di Siena (MPS) per salvarlo da un possibile fallimento, in molti hanno chiesto di rendere pubblici i nomi dei 100 maggiori clienti insolventi della banca.
Una richiesta a mio parere poco sensata e potenzialmente pericolosa, oltre che vietata dalla legge sulla privacy (non a caso il presidente dell'ABI chiede una deroga alla legge).
L'idea alla base di questa richiesta è che i dirigenti di MPS abbiano prestato soldi agli amici, molti privi digaranzie, e per questo la banca sia arrivata a chiedere i soldi dello Stato.
Non c'è dubbio che questo sia successo, come in molte banche italiane (e non solo), ma sappiamo che la differenza tra MPS e altre banche, costrette a svalutare i crediti e a ricapitalizzare, sono stati alcuni grandi investimenti sbagliati, come quello per acquistare Banca Antonveneta.
Il ricorso ai soldi dello Stato non dipende quindi dai crediti deteriorati e chi chiede di conoscere i nomi spera di trovare nomi che mettano in imbarazzo l'avversario politico o cerca lo scoop giornalistico.
Conoscere i nomi avrebbe conseguenze economiche non positive. In alcuni così si rivelerebbero nomi di imprese fallite. In altri i creditori potrebbero non essere in grado di pagare, pur continuando a fare il loro lavoro. Pensiamo al caso di una impresa che ha fatto un investimento prima della crisi per costruire un nuovo impianto che poi la crisi ha reso inutile. L'azienda s'è indebitata, continua a lavorare ma non può pagare perchè la crisi morde.
Cosa succederebbe a questa impresa (e ai suoi lavoratori) se si scoprisse che è insolvente? Crollerebbe la fiducia di molti clienti e fornitori, con conseguenze molto negative per l'impresa messa alla berlina.
Qualche mese fa MPS ha respinto un'analoga richiesta fatta da Corrado Passera, per conto di un gruppo di società - i cui nomi non sono stati resi noti - interessate a acquistare i crediti deteriorati da MPS. I dati sui crediti deteriorati possono essere usati per speculazioni di diverso tipo ai danni della banca e dei suoi clienti, e quindi MPS li avrebbe forniti solo a condizione di ricevere garanzie sull'uso degli stessi.
E poi perchè si parla solo dei debitori? Perchè non indicare i nomi dei correntisti che magari hanno ottenuto condizioni vantaggiose minacciando in caso contrario di ritirare i propri soldi?
Il lavoro della banca si basa sulla fiducia anche relativa alle informazioni che la banca possiede sui propri clienti e non diffonde se non in base a obblighi di legge, prorpio come succede col medico che conosce le malattie dei pazienti. Se questa fiducia venisse meno per piccoli calcoli elettorali, l'intero sistema bancario subirebbe un grave colpo e molti clienti preferirebbero rivolgersi altrove.
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