11 aprile 2017

La corona ceca

L'articolo con cui ieri Repubblica ha raccontato la decisione della banca centrale della Repubblica Ceca è un bell'esempio di come si possano commettere errori banali forse per poca conoscenza dell'argomento.

La notizia è questa : la banca centrale della Repubblica Ceca ha deciso di "sganciare" la propria moneta, la corona, dall'euro, lasciandola fluttuare liberamente. Il sottotitolo spiega che "Il paese dell'est ha scelto di non mantenere il cambio fisso della corona con l'euro ... perché rischiava di prosciugare le proprie riserve". 

Ora, una banca centrale detiene riserve in valute diverse dalla propria, in questo caso in dollari, euro, yen, franchi svizzeri, ecc. Perchè si dovrebbero prosciugare?

Perchè si teme una svalutazione della corona ceca. In tal caso chi ha corone le converte per esempio in euro al cambio di 1 euro ogni 27 corone, poi aspetta che la corona si svaluti, arrivando supponiamo a 30 corone per 1 euro e ricompra le corone. Aveva 27 corone, ha ottenuto in cambio 1 euro e adesso ha 30 corone.

Se è diffusa la sensazione che la corona si svaluterà, tutti correranno a vendere corone, la banca centrale deve dare euro in cambio delle corone e prima o poi le riserve in euro finiranno o almeno diventeranno insufficienti, spingendo la banca centrale a consentire la libera fluttuazione della corona.

Tutto questo è ciò che ho pensato leggendo il titolo e le prime righe. In più l'articolo fa riferimento all'inflazione, al 2,5%. Anche questo dato spingeva a pensare a una svalutazione della corona ceca, che avrebbe come effetto negativo un probabile aumento dell'inflazione. E sarebbe inoltre una notizia negativa per il resto d'Europa perchè la Repubblica Ceca è un fornitore di prodotti industriali a basso prezzo - perchè la manodopera costa meno - e una svalutzione della moneta non potrebbe che aumentare la competitività ceca.

Senonchè l'articolo poi dice l'esatto contrario. Spiega che la moneta della Repubblica Ceca si sta rivalutando e che alcuni fondi speculativi hanno scommesso sulla rivalutazione, investendo 65 miliardi in tale direzione. Poi paragona la decisione della banca centrale a quella della banca centrale svizzera che decise di rinunciare al cambio fisso mantenuto per anni nei confronti dell'euro, anche in questo caso commettendo qualche imprecisione: la decisione degli svizzeri portò a una rivalutazione del franco con conseguenti difficoltà per le imprese esportatrici e per i consumi in Svizzera.

Il giornalista di Repubblica si concentra invece sulla perdita di valore dell'euro come se un euro debole fosse meno attraente per la maggior parte dei paesi critici dell'area euro. Paesi che in realtà lamentano un euro troppo forte.

Insomma un articolo esemplare, in negativo, scritto male e con poca conoscenza della materia.

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