La banca Cassa di Risparmio di Genova (CARIGE) ha deciso di fare causa ad alcuni amministratori della banca, in particolare l'ex amministratore delegato e l'ex presidente, per una serie di scelte che avrebbero potuto portare alla vendita di CARIGE al fondo Apollo.
CARIGE come molte banche italiane ha subito una forte crisi per scelte errate degli amministratori e per una crisi che ha reso inesigibili una massa consistente di crediti. Tuttavia i problemi oggetto della causa nascono dall'IVASS, l'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.
La banca possedeva infatti due assicurazioni, che, come tutte, investono una parte consistente dei premi, in vista di future prestazioni a favore degli assicurati. L'IVASS avverte le assicurazioni di CARIGE che è diminuito il valore degli immobili nei quali le assicurazioni hanno investito e pertanto devono procedere a un aumento di capitale di oltre 90 milioni.
Al tempo stesso la Banca d'Italia sollecita CARIGE a rimettere a posto il bilancio. Chiede non solo la svalutazione dei crediti deteriorati, con conseguente aumento di capitale, ma anche la cessione delle assicurazioni che stanno gravando in modo molto negativo sul bilancio della banca.
Inizia quindi una trattativa con tre possibili acquirenti che termina con la vendita delle assicurazioni al fondo speculativo Apollo, benchè altre offerte sembrassero più convenienti.
Le assicurazioni, una volta vendute, scelgono di chiudere i propri conti correnti presso CARIGE, che vede di conseguenza dimezzarsi in pochi mesi la propria liquidità: in pochi mesi 400 milioni fuoriescono da CARIGE.
Il valore in borsa del titolo ne risente. Il titolo crolla a poche decine di centesimi e a quel punto Apollo si offre di comprare i crediti deteriorati pagandoli meno del 20% del loro valore nominale, in linea con quanto successo con i crediti di Banca Etruria e delle altre banche poste in liquidazione a fine 2015.
Se la cessione dei crediti si fosse realizzata, CARIGE avrebbe subito forti perdite, che Apollo era disposta a coprire sottoscrivendo un aumento di capitale riservato che avrebbe fatto di Apollo il primo azionista con oltre il 50% delle azioni della banca.
In cambio del salvataggio Apollo chiedeva inoltre che non si applicasse la norma sull'offerta pubblica di acquisto obbligatoria per chi supera determinate soglie nell'azionariato di una società quotata.
In pratica Apollo, fondo speculativo, ha -a dire degli avvocati di CARIGE- innescato una crisi nella banca che poi ha provato a risolvere comprando la banca e i suoi crediti a prezzi stracciati. Il tutto con la complicità di alcuni amministratori, ai quali banca CARIGE chiede oggi i danni.
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