Cosa succederà con la Brexit, che per ora non c'è stata e inizierà concretamente tra un paio di anni?
La risposta è che nessuno lo sa, perchè tutto dipende dalle trattative tra la Gran Bretagna e l'Unione Europea su un gran numero di questioni.
Qualche indizio però è offerto dal settore atomobilistico.
In GB si producono automobili e lasciando perdere i casi di auto di nicchia, si tratta di impianti di proprietà di case automobilistiche straniera: ci sono impianti di case giapponesi come Toyota e Nissan, e di marchi britannici proprietà di stranieri come Vauxall di Opel, ora passata ai francesi di Peugeot e Mini, posseduta da BMW.
Il primo problema è dunque che i marchi stranieri potrebbero non avere buoni motivi per mantenere in GB produzioni diventate meno convenienti. Se la produzione dovesse diminuire, gli impianti causerebbero perdite, stimolando le case automobilistiche a trasferire le linee produttive in altri paesi.
Tante ragioni potrebbero spingere BMW o i giapponesi a chiudere gli impianti britannici.
I componenti montati sulle auto arrivano per oltre il 40% dall'estero, quindi potrebbero essere soggetti a dazi da parte della Gran Bretagna uscita dall'Unione Europea. Le auto prodotte in GB invece potrebbero essere soggette a dazi dell'Unione Europea, che importa l'80% circa della produzione di auto britannica.
L'UE potrebbe anche imporre dazi regolamentari, chiedendo che le automobili britanniche soddisfino taluni requisiti per poter circolare in Europa. Ultimo elemento il cambio: cosa accadrà al rapporto euro/sterlina nei prossimi anni? Se la sterlina di svalutasse ulteriormente, i componenti delle auto acquistati all'estero diventerebbero più cari mentre diminuirebbe il prezzo delle auto prodotte in GB, stimolando ancora di più l'UE a porre vincoli contro le importazioni di auto britanniche.
Ma chi può valutare con ragionevole certezza cosa succederà e quali saranno gli effetti sui prezzi delle auto made in GB?
Tutto ciò disegna un insieme di incertezze che peseranno sulle fabbriche di automobili e stanno già mettendo a rischio gli investimenti, tanto che il governo di Teresa May ha promesso a Nissan di compensare con soldi pubblici eventuali perdite derivanti da un investimento in corso e causate dalla Brexit.
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