01 marzo 2017

Ronald Trump

Donald J. Trump ha parlato per la prima volta al Congresso assumendo toni moderati per la prima volta dall'elezione, e ha spiegato i suoi propositi.

Colpiscono i 1000 miliardi di opere pubbliche, l'aumento della spesa militare e la promessa di un forte calo delle imposte. Tre punti di un programma che ricorda, almeno per quanto riguarda spesa militare e imposte, le scelte di Ronald Reagan, che fece salire il debito perchè -come spiega il Sole 24 Ore- con Reagan "diminuivano solo le tasse, non le spese".

Analogo effetto sul debito avrà la scelta di Trump di finanziare un enorme piano di opere pubbliche. Gli USA da decenni spendono poco per costruire, rinnovare e migliorare strade, porti, aeroporti, ferrovie, ecc.

Già in passato l'idea di investire molto in infrastrutture "tradizionali" era stata proposta, ma in un contesto diverso: come modo di affrontare la crisi e la disoccupazione salita a ritmi velocissimi tra il 2008 e il 2010.

Oggi invece lo scenario è differente. Gli USA non hanno elevati tassi di disoccupazione, non c'è una recessione in corso. Le opere pubbliche faranno bene all'economia americana, creeranno posti di lavoro tra gli elettori di Trump ma faranno pure aumentare inflazione e debito pubblico, spinto, quest'ultimo pure dalla scelta di diminuire le imposte.

Negli anni 80 la FED guidata da Paul Volcker reagì con aumenti dei tassi all'aumento del debito pubblico provocato dai tagli alle imposte e aumenti della spesa soprattutto militare di Reagan. Succederà lo stesso nell'era Trump?


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