19 marzo 2017

Pomigliano, FCA

Quado, nel gennaio del 2014, scrissi questo articolo http://www.econoliberal.it/2014/01/addio-punto.html, mi pareva chiaro che il futuro di Fiat in Italia era quello di costruire "automobili che possono offrire un maggior guadagno, un pò come fanno i produttori tedeschi".

Creare maggior valore era una strada obbligata per far vivere gli stabilimenti italiani, sopportando un costo del lavoro "occidentale" e i costi delle inefficienze del sistema economico italiano.

Però qualcosa non tornava: se Fiat puntava su auto che creano più valore, perchè ha deciso di produrre la Panda a Pomigliano d'Arco?

C'erano ragioni contingenti: la necessità di usare lo stabilimento di Pomigliano e la probabile indisponibilità dello stabilimento polacco di Tychy, impegnato in altre produzioni, tra cui la KA di Ford.


A tre anni di distanza è arrivata la notizia che la produzione della Panda tornerà, tra 2-3 anni, in Polonia. Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco produrrà automobili più complesse, seguendo i cambiamenti oramai chiari da anni, che porta nell'est europeo le utilitarie su cui le case automobilistiche guadagnano poco, specie se la concorrenza costringe a abbassare i prezzi.

E' in atto un vero e proprio mutamento genetico di Fiat, diventata FCA. Non c'è stata solo l'acquisizione di Chrysler, cosa che permette la produzione in Italia di Jeep ma anche di Alfa Romeo e Maserati da esportare negli USA.

C'è la scelta di portare in Italia le auto di livello maggiore e la (quasi) rinuncia a produrre utilitarie. Certo ci sono la Panda, la 500, la Lancia Ypsilon, ma sono tutte auto costruite in Polonia. Manca per ora un progetto per sostituire la Grande Punto.

La Fiat che produceva auto per tutti a basso prezzo potrebbe sparire per sempre.


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