16 ottobre 2018

Gli italiani speculano sull'Italia?

I politici a corto di argomenti economici son soliti ricordare che gli italiani sono, nel loro complesso, ricchi, molto ricchi. In rapporto al PIL siamo più ricchi di alcuni paesi europei. Vien da dire grazie all'evasione che ha fatto crescere il debito pubblico, ma non è questo che mi interessa.

I dati sulla ricchezza vengono tirati in ballo quando si parla di debito pubblico: c'è molta ricchezza -suggeriscono i politici- che andrebbe considerata quando si parla appunto di debito. Si sottointende o si lascia credere che la ricchezza privata e il debito pubblico si compensino, quasi che fosse scontato che gli italiani debbano comprare i bot o come se la ricchezza dei privati fosse una specie di garanzia del debito pubblico.

Eppure debito pubblico e ricchezza privata son due cose diverse. La grande ricchezza privata non finanzia a qualsiasi condizione il grande debito pubblico. I privati comprano e vendono bot, cct, ecc.come qualunque altro investitore. Lo provano i dati di Bankitalia, ricordati oggi da Federico Fubini, il miglior giornalista economico del Corriere.

Fubini racconta che ad agosto le banche italiane hanno venduto titoli di stato italiani per circa 9 miliardi dopo averne comprati per quasi 30 a prezzi scontati, ovvero quando le incertezze politiche hanno fatto salire lo spread e scendere i prezzi.

Insomma le banche investono o disinvestono come tutti. Certo le banche italiane possono decidere di avere uno occhio di riguardo verso i titoli di stato italiani, ma non sono felici di subire perdite causate da scelte politiche che fanno salire lo spread. Se questo sale, le banche italiane possono decidere di vendere almeno in parte i titoli di stato, per ricomprarli successivamente, a un prezzo inferiore.

Le banche italiane quindi partecipano come le banche e i fondi stranieri al grande gioco della speculazione e, come altri soggetti, cercano di evitare le perdite.

E' bene quindi non credere troppo a chi contrappone al debito pubblico il grande risparmio degli italiani come se una sola mente potesse usare la ricchezza degli italiani per finanziare i debiti degli stessi (tramite lo Stato). Chi lo dice vi inganna o semplicemente immagina scenari che non è detto si possano verificare.


2 commenti:

  1. Invece c'è da crederci, la ricchezza privata degli italiani diventa importante nel caso di un prelievo forzato. Per questo il debito pubblico è più sostenibile nei mercati.

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  2. per un prelievo forzoso costituzionale basta molto poco, qualche decina di miliardi sui conti correnti. il resto non lo puoi prendere quindi grande o piccolo che sia, è ininfluente. e la sola ipotesi di prelievo forzoso avrebbe effetti molto negativi: fuga di capitali e conseguenti difficoltà per le banche, le quali dovrebbero poi essere ricapitalizzate dallo Stato che spenderebbe più di quanto incassa dal prelievo forzoso. inoltre le difficoltà per le banche significano meno credito concesso, quindi economia in difficoltà e calo delle entrate fiscali

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