02 maggio 2022

Economia socialista, le piccole imprese e la Cina di oggi


Come funzionavano le economie socialiste?

La domanda non è interessante solo da un punto di vista storico, visto che oggi le economie socialiste di fatto non esistono più, ma anche per capire qualche problema delle economie europee, dove scarseggiano materie prime e prodotti destinati alle produzioni industriali.

Nelle economie socialiste dell'Est Europa il ruolo preponderante o esclusivo dello Stato nella produzione di beni e servizi avveniva attraverso una rigida programmazione della stessa. Lo Stato decideva cosa produrre, con quali fattori produttivi (lavoro, energia, materie prime, semilavorati, ecc.) e a chi vendere tali beni.

Per esempio un'azienda di pneumatici non poteva scegliere se produrre pneumatici per auto, per camion o di altro tipo e neanche il prezzo. Lo decideva il programmatore pubblico che aveva programmato anche con quali mezzi, materie prime, strumenti ecc. dovesse avvenire e a chi si dovessero vendere. 

Il sistema produttivo risultava poco incentivante, poco innovativo, poco efficiente. Se veniva a mancare il petrolio ne risentiva la produzione di plastica e quindi dei beni che utilizzano la plastica. Si fermava l'azienda che usava la plastica, e non poteva rivolgersi ad altri fornitori. 

C'era però un indubbio vantaggio: lo Stato svolgeva un ruolo importante nel procurare materie prime, beni e servizi che servono alle imprese. Ruolo che svolge attualmente la Cina, anche in un sistema economico non più pubblico come un tempo. Il governo cinese ha, per esempio, stretto accordi con molti paesi africani per ottenere materie prime, offrendo in cambio la costruzione di strade, ferrovie, dighe, e produzioni industriali o agricole. 

L'Europa, che invece s'è affidata al mercato, sta scoprendo che questo è monopolizzato da paesi extra-UE che utilizzano i beni a loro piacimento: se il governo cinese decide che i chip di produzione cinese servono alle industrie cinesi, le industrie europee restano a bocca asciutta e fermano gli impianti, con gravi danni economici e occupazionali.

Danni a cui non è estranea la dimensione delle imprese. Una piccola impresa che compra un bene da utilizzare nel proprio processo produttivo è spinta a credere di poter trovare facilmente ciò di cui ha bisogno perchè è solo uno dei tantissimi acquirenti. Un'impresa grande invece è più propensa a cercare di programmare gli acquisti, sapendo che se non trova grandi quantità di un certo bene la sua produzione rischia di fermarsi.

Oggi le piccole imprese alle prese con il caro energia si domandano cos'abbiano fatto nel recente passato i governi per affrontare il problema dell'approvvigionamento e del costo. Dovrebbero invece  chiedersi se loro fossero interessati, qualche anno fa, ai politici che chiedevano i rigassificatori o se preferissero pensare a altro.

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